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martedì 14 gennaio 2020

Riflessi

Penso a quanto sia bello e ingannevole il riflesso delle cose.
Coglie la forma e racconta solo ciò che vediamo.
L’orizzonte dietro al finestrino ci parla di case, ma non di quello che vi succede dentro.
Lo sguardo di una ragazza che sorride al telefono ci inganna con una primavera dove aprile è passato da un pezzo. Il cielo sopra al respiro calmo del mare ne coglie l’azzurro ma non ha coscienza di quanta vita e morte vi sia in esso e la luce, sfumata e lattiginosa, che fa brillare la luna e fa innamorare i poeti é quella del sole nascosto. Siamo riflessi in cammino. Trascuriamo di fermarci, forse, per il timore che si colga che siamo solo il riflesso di qualcosa che non ci rappresenta affatto. Ma oltre il tramonto c’é la notte e la notte contiene tutto ciò che non appare. E in essa ci ritroveremo. Sul pavimento di maggio, sulla balconata di un teatro collettivo, nelle lenzuola macchiate di sangue e ci resteranno due minuti soltanto per rivestirci e scappare prima che la luce del giorno ritorni a fare di noi le ombre che popolano i nostri segnaposti affacciati sul vuoto.