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Le Pagine

sabato 25 novembre 2017

Parte di te

Cos’è scrivere un libro, se non l’estensione di un capitolo di una lunga lettera d’addio? Una parte di noi se ne va in quelle pagine anche se chiunque ci cercherà in esse non potrà trovarci per ciò che pensiamo di essere, ma solo per l’immagine che si avrà di noi. Ogni atto creativo è una presa di distanza dal proprio reale e la trasfigurazione di un’idea soggettiva. 
Se mi leggerai non mi conoscerai, ma avrai accesso alla parte più profonda di me. Mi attraverserai da parte a parte e ne uscirai con qualcosa di tuo. Io mi polverizzerò in te, nel tuo esistere, semplicemente. Io sarò parte di te.







giovedì 26 ottobre 2017

Orbite

Tutto è incidentale, ma forse non casuale. Il cosiddetto destino delle persone è come un biglietto di viaggio interstellare senza destinazione, ma con un percorso scritto. I pianeti si sfiorano, si allineano su orbite similari, a volte si prendono generando luci maestose dalle loro frammentazioni. E da essi nascono nuove stelle, nuovi pianeti, nuove traiettorie. Incidentali ma non casuali. Io vado là. Tu forse un po’ più in là. Ma per arrivarci entrambi dobbiamo sfiorarci, o passare uno accanto all’altro, talvolta uno dentro l’altro. E non sappiamo cosa ne uscirà, quale pianeta siamo e che frammento resterà di noi, dopo l’intersezione delle nostre orbite.




giovedì 19 ottobre 2017

Oltre il tempo

Sostanziare il pensiero
dargli forma, suono, emozione
è giunto il tempo della parola
non vi è un appello ulteriore.


giovedì 12 ottobre 2017

Eredità

I mesi scivolano tra le dita come la sabbia del mare, quando si giocava in spiaggia, da ragazzi. Del  pugno pieno che era, rimangono solo pochi granelli che si resta a fissare, stupefatti, sul palmo della mano aperta. Cosa è cambiato dall'ultima volta? Quanto ha scavato dentro quello che chiamiamo tempo, ma che io credo sia piuttosto Eredità e che si manifesta nelle cose di cui lasciamo traccia nel mondo che ci circonda e nelle cose degli altri? Qualcosa scava dentro e non racconta all'esterno quanto sia avanzato il suo lavoro. Anzi. Spesso tradisce raccontando di sguardi stanchi e visi non più giovanili senza dire che ogni istante può creare qualcosa, può essere vita, può essere Luce e non va mai respinto, rinviato o sottovalutato. Siamo i granelli di sabbia e la mano che li lascia cadere nella massa indistinta di una spiaggia di cui non vediamo il confine. 


venerdì 29 settembre 2017

Romanzo?

Quando dallo specchio vuoto rivolgi lo sguardo all’Inquilino che ti abita, gli chiedi conto delle notti passate ad osservare il buio, a cercare il perchè dell’oscurità nelle ombre sul muro. Quelle ombre che sembrano muoversi sempre, perchè generate da un cambiamento di luce sull’apparente stabilità delle cose. Una luce di cui cerchi ancora l’origine, ma che ti rimane sempre straniera. 
Sino a quando non giunge quell’attimo: ti appare un chiarore tra le lame delle persiane e con gli occhi tagli il tempo che hai trascorso in silenzio, lo scomponi e lo archivi in un istante. In quella vita sospesa tra buio e luce, tra oscurità e chiarore, tra disperazione e speranza, si riaprono gli occhi. E leggo così nel tuo sguardo la calligrafia del tuo esistere, la solitudine del mio non saper abitare pur essendo abitato, del mio scrivere parole ed il tuo leggere vita. 
È bello, a volte, riavvolgere il nastro e tornare indietro sino all’attimo prima dell’ inizio. E allora ti dici: è accaduto. Accadrà ancora. 
Ci è accaduto. Ci accadrà ancora. Le nostre anime sapranno vibrare facendosi beffe delle leggi di convenienza, rispondendo al solo appello di ogni più umana passione.





mercoledì 6 settembre 2017

September

Vorrei scrivere parole che facessero alzare lo sguardo dalla coltre di nubi che accompagna l'orizzonte in questi giorni di fine estate. Vorrei che la Luna splendesse sui miei giorni e su certe notti, oggi così aggrovigliate in pensieri senza un domani. Vorrei che quelle emozioni arredassero almeno un angolo di ogni nostra giornata. Vorrei che ogni pensiero che sento scorrere muto sotto la mia espressione seria sfociasse in un sorriso e che ogni mia azione regalasse una speranza. La concretezza del mio sentire non trova forma, diluita in una miscela di attesa vana e silenzio. Questo silenzio che avvolge ogni singola parola come un velo che ci separa dal vero con una sola lettera. Una parola di saluto, un discorso interrotto e un concetto non terminato giacciono sparsi sul tavolo di questo prematuro settembre. Manterrò accesa la Luce.


mercoledì 30 agosto 2017

Collaterale

Lo so che le mie parole seguono un flusso circolare che richiama più quello del sangue che non il lineare corso del tempo di cui sono figlie, certamente illegittime. Legittimo invece è il mio pensiero che torna alla Luce ogni volta che scende il buio sui nostri giorni. Cerco la parte mancante del puzzle nel cassetto dimenticato, nell'archivio morto che racconta di quante cose non redditizie sia strutturata la nostra essenza, di quanto fragile sia il mio pensiero ideale in questo sportello bancario dei sentimenti. L'uomo, tuttavia, tornerà alle sorgenti per nutrire un suo sognato futuro e sopravvivere all'orrore presente. Siamo solo ciò che ci distingue eppure cerchiamo continue mimetizzazioni per sparire agli occhi del mondo. Ritroveremo dunque l'arte regalandoci. Basterà una remota corrispondenza a giustificare ogni nostra espressione. Basterà un sorriso, seppure nascosto e mimetizzato nel Caos, per dare un senso a ogni mia parola. Ed al mio esistere collaterale.


domenica 30 luglio 2017

Scintille

In questi giorni oscuri ed inquieti, privi di un volto, di un'identità certa, persi nel ballo di un'ipercomunicazione che non comunica nulla e di un'ipersocializzazione che non fa socializzare nessuno, cerco scintille per un fuoco interiore, per generare una piccola luce e restituire un senso al nostro vagare rabbioso e talvolta pericolosamente silenzioso. Ci occorre un percorso che accenda il nostro sentire, che ci insegni ad accettare, che ci aiuti a cambiare, felici di farlo, e non solo a ostruire, che ci aiuti a spenderci e non a buttarci, che ci insegni a proporre e non solo a proporci.
Voglio scintille e non roghi da spegnere, voglio osservare la nascita di Venere, nuda e pulita, sorgere nitida dalla melma del Dio Ego, delle verità fatte in casa. Voglio un coro di voci con toni e timbri diversi che sappiano spendersi per creare armonia. Voglio uno sguardo che vada oltre le scarpe, voglio  l'amore che non sia il mero contrario all'essere soli.
Le persone sono scintille, le idee sono il vento. Il fuoco può riscaldarci, fare luce e cuocerci il cibo, può avvolgerci l'anima nella corrispondenza del sentire ed esaltarci nelle passioni, ma può anche distruggere e bruciare ogni cosa, se trattato senza amore, cura e attenzione. 





giovedì 27 luglio 2017

With or Without You

Un tuffo nell'oceano verde di uno sguardo. Dopo poche bracciate sento sbattere le tue ali sul vetro della mia finestra. La strada è infinita nel silenzio prima della parola attesa. Scivolo via, sul mio guscio di noce, verso il largo, sfiorando isole di ricordi e spiagge incendiate dalle illusioni. Credo di poter essere felice, ma non sono praticante di questa fede. Troppi paragrafi vuoti, troppi scaffali di offerte non troppo speciali. Vorrei abbracciarti e dirti che andrà tutto bene, che l'aria che cerchi la troverai nei miei polmoni, ma sono un sognatore esausto e un marinaio senza più stelle nel cielo. Né con te, né senza di te scorre il mio giorno. E così è la notte delle mie parole.


martedì 20 giugno 2017

La strada

Ho voglia che arrivi il tempo del raccolto, delle messi di parole e di vita. Debbo troppo alle cose vissute per tenerle tutte per me. Sarebbe semplice dimenticare, attraversare il fiume lasciando tutto alle spalle. Sarebbe facile negare la strada che abbiamo fatto, mano nella mano, per il tempo di un bagliore lunare, per l'istante eterno che non intendo lasciare. Le stanze si aprono al domani che aspetta le nostre prossime scelte sbagliate. Domani è un'opzione. La migliore che abbiamo.




mercoledì 24 maggio 2017

Nella notte stellata

Siamo fatti di parti. Singole parti che formano quel "tutto" che portiamo in giro, lungo i nostri tortuosi percorsi, incomprensibili ai più. Siamo fatti di pezzi, che si uniscono e si separano come se tutto fosse accettabile e giusto, mentre parti di noi se ne vanno e si resta così, per sempre figure parziali, disegni incompleti, discorsi interrotti. Siamo fatti di mondi appartenenti a galassie distanti che si intersecano in brevi attimi di felicità. Congiunture astrali che ci restituiscono il senso del nostro Caos, ma che in quel Caos ci rigettano dopo pochi respiri. Questi attimi rimangono accesi in noi come le luci delle stelle nel cielo, probabilmente spente da anni, ma che a noi appaiono vive come le lacrime che abbiamo speso per raggiungerle. E in tutto questo infinito Amore speso in silenzio, nei chilometri fatti per il piacere dell'ultimo metro, nella dedizione interiore che diventa appartenenza anche nella distanza, in quella notte stellata di cui non resta che un dipinto nascosto di questo strano museo, lì resto io. Senza alternativa, perchè non esiste alternativa a ciò che si è. E non resta che osservare il mondo con gli occhi di chi non smette di cercare, desiderare e attendere quell'ossigeno vitale. Ad occhi aperti nella notte stellata.


mercoledì 17 maggio 2017

Haiku #3

Più il sole mi scalda la pelle, più il freddo mi acceca
eppure i miei occhi non perdono alcun dettaglio di te
perchè resti dipinta sotto le mie palpebre. Ovunque.




domenica 14 maggio 2017

La Mer

Un abisso profondo accanto a noi in cui ci tuffiamo e da cui riemergiamo ogni volta diversi, la notte della nostra preesistenza ed il fondale in cui finiamo dimenticati, il conduttore della speranza e la culla dei sogni più dolci, il mare è dentro di noi, anche se ne siamo nati lontani, perchè smontando ogni sovrastruttura e abito sociale, siamo semplicemente una specie ed il mare è nostra madre. 
La mer francese, così come la dea Thalassa dei greci antichi rimarcano nei termini e nelle fattezze femminili, questa discendenza. Forse è per questo che mi perdo a lungo ad osservarne lo spettacolo, ad ogni latitudine e ad ogni ora del giorno, ogni volta che posso, perchè è la narrazione incessante del tempo, di ciò che siamo stati e di quello che immaginiamo di poter divenire. Proseguo dunque questa conversazione silenziosa col Tempo. Appartengo a quell'infinito da sempre e alla Luce per sempre.



giovedì 20 aprile 2017

Emozione

Si rinasce sempre, anche dopo la vita, nei pensieri degli altri. Spesso si vive anche soltanto e solamente nei pensieri degli altri. Si può lasciare traccia del nostro passaggio terreno in mille modi diversi. L’arte, in ogni sua forma, è il nostro testamento più autentico. Una vita senza arte è un albero privo di frutti. In quest’epoca sorda, anche i nostri frutti migliori cadono spesso al suolo senza che nessuno li colga. Dalle ceneri di una speranza bruciata può nascere una traccia, un colpo di pennello verso il futuro, verso l’empatia con la luce, il colore, il suono, il profumo, la parola, la forma. Tutto ciò che, racchiuso in un termine, può definirsi arte, passa attraverso un requisito essenziale: l’emozione. L'arte, in ogni sua forma, è il nostro testamento più autentico.




martedì 18 aprile 2017

The Kiss

Rivolgiti a me come quando le parole di tutti i libri di un'intera biblioteca non bastarono più. Porgi i tuoi occhi verso la mia sorpresa, con lo sguardo incendiato ed aperto a scaricare luce e felicità. Trasportali su quell'orbita che ci appartiene. Cogli quel respiro che è in me e che è in te e che, unito, ci fissa per sempre, ci pietrifica in quella stanza di questo strano museo per la durata di un attimo eterno, che ci descrive e ancora mi definisce. Io sono le tue parole. Tu sei le mie parole. Io sono il tuo respiro. Tu sei il mio respiro. Sei la parte più vera della mia anima, che trova l'altra parte di sé sulle tue labbra e in nessun altro luogo, in nessun'altra persona. Così siamo e saremo, dentro di me. Questo tempo è solo un subdolo inganno che ci confina nel canovaccio di un racconto che non smetterò di leggere e scrivere allo stesso tempo, perchè è ogni mia parola, ogni mio sguardo, ogni mia storia, ogni mio bacio. Con gli stessi occhi osserverò nascere il sole, oggi. La vita scorrerà altrove, ma non io. Io resterò lì. Per sempre in quel bacio.

(Il testamento del sole)


venerdì 14 aprile 2017

Questi giorni

Questi giorni di tormento, di torbido senso di frustrazione, di argine contro l'alluvione di mediocrità, di cattiveria, di stupidità, cercano un loro senso. Che significato può avere il battersi in un mattatoio di pecore impazzite che si credono salve perchè forse oggi non tocca a loro ma a qualcun altro? Il senso lo cerco nei miei valori, nel mio sentirmi funzionale a un tutto di cui sono solo un atomo, ma per il quale, se non ponessi al primo posto i miei valori, sarei solo un cancro. Io non lascio vincere la frustrazione. Io non mi rassegno al buio e al silenzio. Bisogna ricondurre tutto fuori di qui, fuori da questo labirinto di specchi dove la grandezza si amplifica solo nell'immagine e non nella materia di ciò che è riflesso, dove ci si definisce costruendo nemici in mancanza di idee. 
Le idee costano fatica e fantasia. Le idee necessitano di coerenza, condivisione e di empatia per emergere. Perchè l'idea funzionale al singolo o ai pochi non è mai un'idea giusta. 
Condivisione, trasparenza, confronto sono termini svalutati da un abuso formale che ne nasconde una mancanza sostanziale. Sono preferibili ai più le mistificazioni, i sotterfugi e i silenzi, utili al galleggiare su questo oceano che altro non è se non una pozzanghera scura che si va prosciugando giorno dopo giorno.
Io cerco di affermare i valori che sento presenti in noi, ma che oggi non hanno la forza di emergere, avviliti da una rassegnazione che dobbiamo lavarci via al più presto. La rassegnazione è funzionale alla sopraffazione di chi non vuole cambiare, di chi non vuole vedere la luce, perchè nel buio tutto si confonde e tutto sembra uguale. 
Questi giorni ci debbono far riflettere. Riflettere per creare, per fare luce, non per trovare alibi o strategie d'uscita.

giovedì 30 marzo 2017

Hugo

In ricordo di un ricordo, un link e una poesia.
Faccio tutto ciò che posso
perché il mio amore
non ti disturbi,
ti guardo di nascosto,
ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo
e la mia anima ovunque
vorrei posare i miei baci:
sui tuoi capelli,
sulla tua fronte,
sui tuoi occhi,
sulle tue labbra,
ovunque le carezze
abbiano libero accesso.
Victor Hugo, A Juliette Drouet

giovedì 16 marzo 2017

Pagina bianca

Quando il rumore del caos 
sovrasterà 
il pensiero di te, 
e la fatica di proteggere il nulla 
sfibrerà le mie residue illusioni 
sarà giunto il tempo 
della pagina bianca.
Ci alzeremo all'alba, così 
io e il mio dolore. 
In due soli minuti andremo 
e saremo memoria.
Luce su luce, ombra su ombra. 
Pagina bianca per una penna straniera.
Saremo colori, profumi, sapori 
corrotti, cambiati, confusi nel tempo.
Dipinti abbandonati 
senza una firma
Nel nostro altrove, amore 
vissuto per qualche infinito istante
il silenzio bianco pacifico e stanco 
che segnerà ogni notte restante
col sospiro di un sogno
un altro bacio interrotto
dal più brusco risveglio.

venerdì 3 marzo 2017

La luce del giorno.

Provengono da un altro pianeta le mie parole. Da un mondo che non fa parte di ciò che si vede. Di ciò che serve al lato materiale. Ostinatamente appartengono all'eleganza del silenzio e nella loro musicalità immaginaria mi barrico, sognando sguardi che svelino la chiave del codice umano. Non c'è qui, non c'è ora, resta solo un ostinato sentire che non mi abbandona un istante e mi indica la distanza crescente tra ciò che è il mio vivere e ciò che è la mia vita. Questa distanza è una lacerazione indelebile, un vuoto saturato di cose e di gente, per non offrire ossigeno al dolore. C'è solo spazio per il romanzo, per le vite vissute nel cielo dei miei pensieri, per il quadro perfetto dove le parole non tradiscono il loro significato. 
Quel luogo dove tutte le cose restano nel loro naturale approdo. Dove restano la fantasia, il sogno, la fabula interiore a nutrirsi di una lunga, interminabile, eterna, illusoria attesa della luce del giorno.




martedì 28 febbraio 2017

Un ballo in maschera

Scorrono rapide nubi scure che travestono di primavera un cielo freddo di fine inverno e fanno da contrappunto all'aria, che comincia a riempirsi di luce. Non riusciranno, questi cumuli oscuri, ad ingannare il nostro tempo, né a travestire il dolore con le maschere di un carnevale fantasma, che scorre incessante, rumoroso e violento sopra la nostra richiesta di quiete. 
Ci resta da raggiungere una piccola missione impossibile: dissetarci della nostra felicità, che sempre più si asciuga nell'avanzare devastante della siccità umana. Dobbiamo ingannare questa aridità con l'ultimo travestimento di questo ballo in maschera: saremo pioggia e le nostre gocce daranno linfa a terreni lontani, ben oltre il nostro limitato vedere. Saremo pioggia, insieme.



mercoledì 8 febbraio 2017

Souleiado #2

Non aspettate mai che arrivi la ricorrenza o solo un motivo speciale per cogliere l'occasione di confessare ciò che sentite. Fate uscire il sole dalle nubi, mollate le ancore e viaggiate senza contenere ciò che più vi spinge. Prendete il telefono e ditelo. Fate mille chilometri per esserci anche solo un attimo. Non sarà per sempre. Ancora di più: agite, se pensate di fare qualcosa che possa fare il bene di coloro che amate. Perchè il loro bene sarà il vostro, se amate. Non contano le rose rosse ed i cioccolatini, non conta la retorica stucchevole di San Valentino, la freccia di Cupido, i bigliettini prestampati ed i regali, conta far sapere coi propri atti e con proprie parole, che quando alziamo lo sguardo e siamo altrove, abbiamo comunque dentro qualcuno che ci sente, ci osserva e ci spinge. Ciascuno può modellare il proprio messaggio come crede, sta a noi capire l'altro e guardarsi dentro.
E se avete dubbi, sappiate che l'Amore è tale se nel sentire l'altro viene prima di noi, senza annullarci. Altrimenti è altro. Non confondiamo Amore e compagnia, sostegno con passione. 
Cinque minuti di uno sguardo possono irrorare l'anima più di mille frasi fatte e cuoricini. Abbiamo saturato il calendario di date per ricordarci di fare cose che la nostra natura dovrebbe attivare in noi naturalmente, in libertà e coscienza. Buttiamo il calendario e riprendiamoci l'anima senza tempo di chi sente e vive ogni giorno con pienezza. Non sarà per sempre.


venerdì 3 febbraio 2017

Due parole

Bastano due parole a cambiare il colore di una giornata. Due parole soltanto. Semplici, buttate fuori di getto, ma che spostano il piatto della bilancia nelle costellazioni del mio cielo. Basta davvero poco per fare tanto. Basta volerlo, per dare forma compiuta ai pensieri e riempire di senso i palloncini colorati delle nostre giornate, che prima di queste parole erano solo pezzi di plastica chiusi nel baule del tempo. 
Tirale fuori, allora, queste parole, anche se non è festa, non c'è luna, non c'è luce. Anche se queste parole sono comunque l'eco di una cometa che ha tagliato in due il tuo cielo, rendendoti orfano di una parte di te. La mia parte mancante.
Questa cometa è bellezza e malinconia ad un tempo, poichè disegna in cielo la meraviglia di esistere nell'illusione di credere alla nostra felicità. La sola paura che resta è quella di non avere più paure. Di non sentire più nulla. Bastano due parole a cambiare la maschera di una giornata e trasformare una smorfia dolente in sorriso.



venerdì 20 gennaio 2017

Love letters

Che meraviglia sono le lettere d'amore!
Ne ho scritte tantissime per pochi, pochissimi destinatari. Ma la mia anima ne è intrisa.
Queste lettere sono il tentativo estremo di conservare un fiocco di neve. O di cristallizzare un battito di ciglia.
Mettere in parole un sentire che solo gli occhi sanno dire veramente, non è facile. Spesso chi si cimenta in esercizi di questo tipo scade nella banalità, agli occhi di chi non coglie quel filo invisibile che lega due esseri viventi. La banalità sta nel fatto che questo sentire è simile in tutti noi eppure il senso che ne cogliamo, vivendolo, è quello di unicità. Di diversità da quello che accade a chiunque altro. E a questa presunta unicità, in questi istanti, diamo un valore infinito. 
Scrivere d'amore non è facile, ma facilissimo. Basta descriversi. Ma se ne coglie solo la forma plastica e non l'essenza spirituale, che è il vero motore. Scrivere l'amore, invece, dare inchiostro a questo sentire, è un'utopia. Impossibile. L'estasi, l'estate dell'anima, la presenza costante dell'altro in ogni gesto proprio non è facilmente sintetizzabile in parole. E allora si usano le metafore, perchè non ci è possibile farne un quadro reale. 
Nonostante questo senso di impossibilità che dovrebbe dare frustrazione, non si smette mai di farlo, nelle forme più diverse. Dalle lunghe lettere scritte a mano ai pochi caratteri di un messaggio su un telefono, dal biglietto di auguri per qualsiasi ricorrenza, al raccontarsi per donarsi maggiormente. Ho scritto la mia prima lettera d'amore che non avevo ancora visto dieci primavere e la vivevo come un esercizio di stile, perchè non ne conoscevo davvero la sostanza.
Da allora non ho più smesso di farlo, nè di inseguire l'utopia, perché la sostanza, a volte, è ancora più volatile delle parole.


venerdì 13 gennaio 2017

Nella pioggia

Strano suono ha il vento oggi. Soffia per rabbia, noia o stanchezza? Libera il profumo salato di pioggia sulle mie labbra asciutte, mentre aspetto che questo vento spazzi il fondale della mia mente. Aspetto una nuova sera, uno sprazzo distante di notte stellata che zittisca questo rumore di fondo doloroso e incessante. Proietto i miei occhi accesi lungo la linea dell'orizzonte cercando risposte, trovando solo pioggia di confine tra ricordi, sogni e pensieri che migrano via verso un tempo senza più forma. 
Cosa aspetto ancora? La pista più semplice è sempre quella maggiormente battuta ed è lì che non ci troverermo mai. Ci definiremo per difetto: quando avremo buttato tutto ciò che non siamo, rimarremo noi. Noi nella nostra pelle stanca e non i nostri interpreti sempre pronti alla rappresentazione del prossimo atto di questa consumata commedia.





lunedì 9 gennaio 2017

Maschere

Muovo piano il silenzio che ci circonda. Non vorrei creare onde troppo difficili da cavalcare. L'estate è lontana e non ho indumenti adeguati. 
Ascolto il respiro e penso. Leggo gli occhi e sento. Penso a quanto vissuto e non mi scopro troppo indulgente. Non ci sto. Non so far finta. La vita non è un disegno che svela, ma un solo tratto che lega tanti punti distanti. Debbo dunque prendere le distanze e osservare, per vedere veramente. E lì rivedo la luce, lo sguardo che esprime, in silenzio o parlando d'altro. E lì resta. Rimane in me. Osserva e mi osserva. Quindi si manifesta come una radio che improvvisamente trova la sua sintonia e mi parla. 
Non c'è bisogno di cattedrali per celebrare. Non serve la rondine per la primavera. Il bello dista dal giusto solamente lo spazio della convenienza.
Conosco tutte le sue canzoni, ma so cantarne pochissime.
Mentre scrivo continuo a leggere, perchè ciò che si può dare è tanto più grande quanto maggiore è quello che si è disposti a ricevere. 
Dunque osservo ad occhi chiusi e lentamente recito le parole che affiorano sulle mie labbra come fiori di aprile. Fiori di uno stesso sangue. Quello che ci fa guardare nella medesima direzione pur proveniendo da galassie non confinanti. 
Demolisco così una ad una le assi del palcoscenico che ha animato le nostre maschere. Ciò che siamo stati un giorno, resteremo per sempre. E ci riconosceremo ovunque, sebbene persi a ballare distanti, sul carro di un carnevale qualsiasi.