Eccoci nella stanza delle nuvole.
Avrei preferito essere uno scalpellino o un disegnatore dalla mano precisa e visionaria. Mi sarebbe
piaciuto dare una forma compiuta alle cose che emergevano dalle nebbie della
mia immaginazione, invece mi sono ritrovato ad abbozzare idee, a schizzarle su
un foglio bianco, cancellarle, riscriverle e buttarle. Mille volte. Ma da dove parte questo viaggio?
La prima stanza di cui ho ricordo non aveva finestre. Non che non le avesse, ma io non le ricordo. Ma è stato molto tempo fa. Poi c'è stato un corridoio, un ingresso, un letto ribaltabile, infine una stanza mia. Un mondo completamente mio chiuso in 6 metri quadrati. Pareti azzurro cielo e soffitto grigio perla che era il mio cielo nuvoloso, quello che mi ricordava la pioggia primaverile e la precarietà del cielo sereno. In quella stanza avevo una finestra che si affacciava su una strada lunga e trafficata che sfumava ai miei occhi sulla linea dell'orizzonte, tra case, alberi e pali della luce. In quella stanza sono entrato poco dopo aver compiuto dieci anni ed è stata mia per diciannove anni. Su quel letto ho trascorso ore infinite a scrivere e pensare, ad immaginare la vita che sarebbe stata e a sognare le cose che avrei cercato di realizzare nel corso del mio tempo, che da quel microcosmo ovattato appariva illimitato.
In quella stanza ho cominciato a scrivere per scelta e non più per compito. Musica, canzoni, poesie, microstorie e cronaca, tanta cronaca personale in mille pagine di diario che non ho mai più riletto se non per brevi tratti. Piccoli mondi chiusi di cui ero gelosissimo e che non amavo condividere con nessuno. Il mondo mi spaventava. Tra il brutto anatroccolo ed il poeta maledetto c'ero io, incompreso persino da me stesso, avendo nella mente già il caos che avrebbe caratterizzato il resto della mia esistenza.
Le mie prime pagine sono nate lì, tra la musica che accompagnava ogni mio istante, le lettere d'amore mai spedite e quelle arrivate a destinazione, i cento libri nei quali cercavo una rappresentazione di me stesso in cui identificarmi, in cui crescere. Le mille nuvole che mi hanno trasportato in cielo.
Nella stanza delle nuvole ci sono storie cominciate e mai finite. Su ciascuna pagina
c'è un inizio, una partenza, lo svilupparsi di una storia. Ma le pagine sono spesso strappate e le storie si interrompono bruscamente o sul più bello. Ho cominciato cento romanzi e mille
racconti. Ogni storia che inizia non finisce più. Continua sempre anche dopo l'ultima pagina, nella nostra vita. In ogni altra nostra stanza.