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mercoledì 31 dicembre 2014

Alla Vita

Finisce un anno. Cosa cambia domani? Nulla di più di quanto non cambi ogni giorno rispetto al precedente. Viviamo di convenzioni. Dovremmo essere più liberi. Ma per la libertà occorre la consapevolezza di sapere ciò che siamo e dove viviamo. Mille finestre si aprono sui miei ricordi di quest'anno. Ho momenti tra i più belli e tra i più brutti mai vissuti che posso scorgere guardando indietro. Ma dietro di noi resta il proiettore delle immagini del film che ci scorre davanti agli occhi e di cui dobbiamo essere protagonisti anche domani. Nostalgia? Non più. Ho fatto il vaccino alla nostalgia ed ora mi posso solo ammalare di voglia di vivere. Auguri alla vita e ai suoi innamorati.




lunedì 29 dicembre 2014

Haiku #1401

Non c'è traccia di me in questi giorni
Respiro piano, annegato in un silenzio totale 
In questo vuoto di cui non esiste sinonimo





giovedì 25 dicembre 2014

Nascere

Nascere. Crescere e rinascere. La teoria cristiana è profondamente allegorica, perchè tanti percorsi di vita degli uomini seguono questa via. Anzi. Spesso si passa attraverso un susseguirsi di crescite, cadute, passioni e crocefissioni che preludono ad una nuova rinascita. La speranza di rinascere, di ritornare alla vita, muove in noi la volontà e ci dona la forza di agire. Per cosa si vive, dunque? Per amare. Il solo motore di ogni nascita. Amore per qualcosa o qualcuno. Amore che diventa obiettivo e mezzo per raggiungerlo allo stesso tempo. Perchè l'amore si nutre di amore, generando e rigenerando la nostra vita. Quando ci allontaniamo da esso, cadiamo nel vuoto. In quel vuoto sprofondiamo come esseri inerti, inutili a noi stessi e agli altri, sino a quando la nostra passione si compie e ci trasfiguriamo in qualcosa d'altro che prima non c'era o che era altrove, o forse giacieva silente nelle nostre vite, consumandosi nell'attesa. 




domenica 21 dicembre 2014

I Cortili Interni

Li scorgo appena dal finestrino di quest'auto che mi porta altrove, i cortili interni di case e palazzi. Alberi che riflettono ombre di altre stagioni. Pietre che trasmettono storia. Luci che diffondono emozioni. Le stesse luci calde accese in un'oscurità prematura che non è notte e non è buio. È il pomeriggio di fine autunno che si scioglie nella sera promettendo riposo, o festa, o amore e da ciascuna promessa mi sento avvolgere in un abbraccio stretto. Non c'è buio e non c'è freddo in quelle luci. Ci sono storie da scoprire, da raccontare, da vivere che rappresentano la vita stessa. Non ho più solitudine nel mio cammino. Non c'è più rassegnazione nel veder passare le cose. Il mio sguardo ha colto una luce, il colore verde di un profumo ed il sapore del mezzogiorno del mio esistere. Con questa luce che crepita in me, ogni cortile mi parla e mi accoglie come fosse quello di casa. Perché casa non è un luogo, ma è la condizione emotiva di chi ha in sé Amore. E ad esso voglio affidarmi per attraversare le porte, i corridoi e le stanze che conducono al termine della notte, al compimento del viaggio tra oggi e domani, tra ciò che ero e ciò che sono. Mano nella mano, scrittore e racconto, occhi e luce, io e te, luce lunare accesa sul cortile di arance che i miei occhi di randagio colgono in pieno. Raggiungiamo ovunque il nostro cortile e dimentichiamoci il resto. Noi siamo il mondo. 





domenica 14 dicembre 2014

Essenza

Cosa resta dei giorni maltrattati dal tempo come se fossero foglie in balía di un turbine di vento? Resta soltanto l'uomo nella sua essenza e nulla della sua apparenza. Siamo passione, amore, dedizione. Siamo impegno, fatica, stanchezza. Siamo equilibrio. Siamo sfrontatezza. La cattiveria del vuoto non ci vede sconfitti, se abbiamo un pensiero più grande racchiuso in noi che si mangia quel vuoto con la voracità di chi ha cercato, per troppo tempo, il giusto nutrimento. Il tempo si srotola inesorabile, scandendo quegli attimi di felicità che sono i tratti del nostro disegno. Quel disegno che fissiamo alla base del tronco dell'albero da cui sono volate le foglie, quel tronco che nessun vento potrà spezzare, perché è fatto della nostra essenza.


lunedì 1 dicembre 2014

The same deep water as you

Kiss me goodbye
Pushing out before I sleep
Can't you see I try?
Swimming the same deep water as you is hard
"The shallow drowned lose less than we"
You breathe
The strangest twist upon your lips
"And we shall be together... "

"Kiss me goodbye
Bow your head and join with me"
And face pushed deep
Reflections meet
The strangest twist upon your lips
And disappear
The ripples clear
And laughing
Break against your feet
And laughing
Break the mirror sweet
"So we shall be together... "

"Kiss me goodbye"
Pushing out before I sleep
It's lower now and slower now
The strangest twist upon your lips
But I don't see
And I don't feel
But tightly hold up silently
My hands before my fading eyes
And in my eyes
Your smile
The very last thing before I go

I will kiss you, I will kiss you
I will kiss you forever on nights like this
I will kiss you, I will kiss you
And we shall be together

Robert Smith


giovedì 27 novembre 2014

Nel Silenzio

Mi ascolto, nel silenzio di quest'angolo di terra. Sono sorpreso dall'assenza assoluta di suoni che pare circondarmi. È fluido, questo silenzio, e mi avvolge in un abbraccio dolce, senza tempo. Cullandomi, mi invita all'ascolto e nell'ascolto colgo mille sfumature del mio respiro, gli scricchiolii delle mie ossa ed il fluire incessante dei miei pensieri. Quanti pensieri mi hanno attraversato oggi? Quanti me ne rimangono  ancora? Non riesco a contarli mentre si aggrovigliano nella memoria in questa veglia costante, consapevole ed inconscia allo stesso tempo. Tutto confluisce in un unico pensiero: la mia coscienza, che sento scorrere unita e frammentaria in un caleidoscopio di immagini che mi riconducono al centro di uno sguardo sorridente. Nel silenzio percepisco la luna, dietro la coltre di umide nuvole colgo il suo occhio che attraversa le stagioni e mi accompagna ogni notte. Ovunque insieme comunque. Nel silenzio assordante di ciò che siamo.


Foto: Il teatro del silenzio



lunedì 24 novembre 2014

Il paradosso dell'Amore

Questo è il paradosso dell'amore fra l'uomo e la donna: due infiniti si incontrano con due limiti; due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitate capacità di amare. E solo nell'orizzonte di un amore più grande non si consumano nella pretesa e non si rassegnano, ma camminano insieme verso una pienezza della quale l'altro è segno.

Rainer Maria Rilke




Piccolo Manifesto

Vorrei trascorrere giorni a scrivere poesie e leggere dialoghi filosofici, ma mi trovo nel posto sbagliato nel tempo peggiore. Tutto ciò che nutre l'anima è ritenuto inutile, oggi che viviamo in un nulla travestito da tutto. Troppe piccole menti in auto troppo grosse. Troppi smartphone accesi all'orecchio di cervelli in stand-by.
Non bastano le funzioni vitali per ritenersi vivi. Non è sufficiente possedere l'ultimo modello per essere al passo coi tempi. Non basta essere giovani per capire il futuro o essere anziani per trasudare saggezza. Bisogna possedere qualcosa che ci elevi dall'istinto di conservazione, per progredire e capire ciò che ci circonda oggi e che cosa sarà il domani.
Per vivere veramente non bisogna adeguarsi al cambiamento ma essere il cambiamento. 
Bisogna opporsi al dogma che tutto ciò che è stato debba necessariamente essere ancora, perché questo giustifica anche i paradossi insensati della nostra società, per non parlare di quelli della nostra stessa vita. Perciò io guardo a ciò che è stato e che sono stato con il necessario spirito critico ed al futuro come un foglio bianco su cui disegnare ciò che non è l'oggi e che non sono io oggi. Qualsiasi cosa appaia sarà comunque diversa, fosse anche solo un cane che abbaia alla luna. 
La mia eresia odierna è di fatto il mio credo di sempre e con la penna ripescata dal fondo di una tasca, traccio poche righe su un foglio di recupero, un piccolo manifesto da imprimere nella mente prima che finisca sotto a decine di tracotanti fogli carichi di numeri, inconsapevolmente pronti per il meritato cestino.
Credo nel cuore e nella mente umana, quando questa si smarca dalle convenzioni sociali, credo nel pensiero che convince piuttosto che in quello che impone, credo nell'amore gratuito piuttosto che a quello dovuto, credo nell'articolazione del pensiero ed in nessun dogma. In una sola parola: libertà.
Una seconda parola: dedizione. 
Dobbiamo abbandonare il porto del tornaconto per navigare verso le radure cristalline del bene comune. Dobbiamo recuperare i sorrisi. Fare in modo che fioriscano da anime finalmente aperte, non più corrucciate e cieche, vaganti in una vana rincorsa ad un bilancio in cui il bisogno effimero sposta sempre l'asticella troppo oltre il nostro bisogno reale.
C'è un grandissimo bisogno di Luce.


mercoledì 19 novembre 2014

La pelle che abito.

Quanto è difficile essere sé stessi sempre, nel bombardamento delle aspettative del mondo? Quanto è bello indossare un abito adatto al contesto ma che non tradisca mai il tuo vero io? Io sono ciò che vedi, che senti, che leggi. Non c'è altro io al di fuori di me. E di me posso dirti tutto. Non mi vergogno della mia complessità, non mi imbarazza la mia sensibilità, della mia imperfezione ho fatto la bussola che mi spinge al cambiamento costante. Della mia fragilità ho fatto tesoro che posso spendere con la certezza che nulla in me stesso é rubato. Tutto in me é sudato, lottato e scavato a mani nude nell'arido suolo di questo tempo così distante da me, votato al profitto, al vantaggio, alla speculazione anche ai più bassi livelli. Solo la luce dell'Amore mi viene donata. La luce che brucia i pensieri più oscuri, la pigrizia, la rassegnazione. La luce che mi definisce donandomi forza. La luce che mi attraversa e ci riflette. Io sono questo. In piena luce e con la sola maschera della pelle che abito.


mercoledì 12 novembre 2014

Volo di notte

Osservo il mondo dall'arnia in cui raccolgo i pensieri serali. Scorgo dalla finestra le luci di una città infinita ed eterna. Auto in movimento, bagliori di pioggia riflessi dal vetro su cui si incontrano la mia immagine e quella del mondo che mi circonda, 
In ogni luce è contenuta una storia che forse meriterebbe un racconto. In ogni sguardo si mimetizza un romanzo in cerca di un demone autore. In ogni alveare c'è il frutto di un volo, di un lavoro, di tanta fatica assieme a tanta dolcezza ed al profumo dei fiori dei campi vicini. 
Amo la notte alla luce del sole. L'amaro del caffè sciolto dallo zucchero ambrato. Amo scoprire il senso di un silenzio voluto e, delle parole, accarezzare il ritmo e le sonorità. Amo la Luce sopra ogni altra cosa e nel suo esistere è dipinto il senso di questo affresco notturno di un pittore pazzo di felicità.



Sommario sonoro

Nel mio museo c'è una stanza molto particolare. Racchiusa tra quattro pareti spoglie e bianche e in essa riecheggia una musica continua. Senza un solo istante di silenzio l'ascolto scivola da un brano all'altro dissolvendo l'uno nell'altro, come se fosse un perfetto arrangiamento tra cose anche molto diverse tra loro. Le armonie, i ritmi, le stesse dissonanze compongono un affresco sonoro che non è nient'altro che l'indice della memoria del mio vissuto. Bastano alcune note e si apre una porta affacciata sull'angoscia di un mio momento sepolto. Dov'ero allora? Cosa pensavo? Cosa sognavo mentre il romanzo della mia vita mi si scriveva dentro? Come può un insieme di suoni evocare tutto questo? Le domande accompagnano questo senso di indeterminatezza che appartiene a ciò che non è presente e di quel tempo non ritrovano che una rappresentazione sommaria.
Ma come posso ricondurre il pensiero così lontano? Accendo la mia macchina della memoria e inizia il volo. Da questi angoli remoti di cielo posso cogliere solamente gli sprazzi di un fuoco ormai spento. Ma l'acuto disagio di aver lasciato altrove ciò che ero, non può offuscare l'idea che ciò che sono sia scritto in ogni nota di questa scatola della memoria contenente sonorità, parole, immagini, pomeriggi di vuoto e serate chiuse tra due altoparlanti. Il tutto trincerato dentro a un codice.
Chiunque passi da questa stanza potrà aprire un romanzo di cui potrà leggere solo il sommario, Le pagine interne resteranno inaccessibili ai più. 


giovedì 30 ottobre 2014

L'uomo che scrive

L'uomo che scrive vive molte vite e vive oltre la propria temporalità, perché diventa le sue stesse parole e le parole possono vivere per un tempo indeterminato, anche millenni. 
L'uomo che scrive indossa un abito che mette a nudo il suo cuore e lo rappresenta, indossa maschere che non riescono a celare l'anima, perché chi legge sa percepire la verità anche non scritta.
L'uomo che scrive non lo farà mai per sé, ma avrà sempre un interlocutore ideale che è fuori e lo legge, lo ascolta e lo capisce. 
L'uomo che scrive non ha paura del vuoto, perché l'intera sua missione è costruire l'universo nel vuoto di una pagina e la pagina vuota è il possibile giorno più bello che nasce.
L'uomo che scrive non conosce la noia, perché ogni dettagliò insignificante può costituire lo spunto per una pagina nuova.
L'uomo che scrive non si stanca mai di ascoltare, osservare, percepire gli altri, perchè sono gli altri il carburante del proprio mondo creativo.
L'uomo che scrive non conosce la fatica di farlo, perché il piacere emotivo ed intellettuale anche di una sola persona che legge, dona il senso al suo agire.
L'uomo che scrive continuerà a farlo per tutta la vita e la sua anima resterà stretta a fianco del demone, in un abbraccio senza fine.


giovedì 23 ottobre 2014

Nel Vento

Bisogno. Stato di necessità. Vuoto. Mancanza. 
Spesso si sente dentro qualcosa che non risponde al segnale esterno di normalità. Qualcosa non torna, ma ci lasciamo vivere dicendoci che cambierà il tempo, l'ora legale diverrà illegale e che in fondo siamo felici così, in questo stato di accettazione del grigiore autunnale.
Ma quando la nebbia ha oramai preso le tue sembianze e pensi solamente a proteggere il tuo stato di cose immutabili, arriva il vento e scuote gli scuretti, spazza il cielo e ti sfiora il volto. La nebbia sparisce, resta una luce chiara in cielo e tu finalmente cammini consapevole nella direzione che puoi vedere nitidamente. Nulla è scontato ma ora i tuoi passi riempiono quel bisogno, sopiscono quello stato di necessità. La luce riempie il vuoto e diventa il pieno di cui un giorno potresti avvertire la mancanza. La normalità viene riposizionata su parametri diversi, più alti e incredibilmente più stabili per l'anima. Il sole è acceso. La temperatura esterna è uno stato d'animo e la tua traiettoria è nitida e alta in cielo.

domenica 19 ottobre 2014

Treni

Si dice passino, i treni, nella vita delle persone. Di certo nelle metafore prendono e ti portano via. Ma devi esserci, su quel treno speciale a corsa unica, per vedere ciò che gli occhi possono cogliere. E la vita ti sorprende ancora di più quando all'improvviso non ti importa nulla di dove vai, ma conta solo con chi stai andando. Quando il viaggio è la meta, le destinazioni solo due punti su una cartina alle tue spalle. E allora vai, su quel treno, con gli occhi lontani da tutto, ben fissi sulle luci che hai dentro e al tuo fianco. Nessun orario da osservare, anzi, la forte speranza di dimenticarsi del tempo.Non chiedere dove. Importa il compagno di viaggio.


venerdì 17 ottobre 2014

La luna

Chiudo gli occhi su una notte di luce. Non li chiudo veramente. Li abbasso, per scrutare l'orizzonte in cui tu riposi, al centro di una fontana di stelle e di silenzio. Dopo anni riassaporo la quiete notturna e ti osservo al buio. Un cane abbaia lontano. La luna è qui con me.

martedì 14 ottobre 2014

Il senso

Non ci si può sottrarre a se stessi. Io sono nato per dare e cerco di farlo ogni giorno, anche a costo di fatiche indescrivibili, fisiche e mentali. Non sono però votato al martirio. La vita mi si ricolma di gioia quando raccolgo un sorriso, una buona parola, un cenno di apprezzamento a questo mio correre e cercare di trasmettere la luce che mi brucia dentro, come un dolcissimo fuoco di brace. Non mi sottrarrò a me stesso. Ho un'immensa fortuna, che non è fatta di denaro o beni materiali, ma di spirito e cuore, di una luce chiara che spinge i miei giorni oltre la soglia della mera sopravvivenza, negli spazi dove regna la consapevolezza. Tutto ha un senso ed un nome ed esiste una strada, un libro e una stanza dove il tutto ha preso forma, forgiato dalle mani di uno scultore occulto. Narrato dalle parole di uno scrittore sconosciuto. Era scritto. Bisognava solo leggerlo.

venerdì 10 ottobre 2014

Nebbie

Facile parlare di grigiore a Milano. Niente di più semplice. Qui tutto è grigio anche nelle giornate di sole. In queste giornate di bruma autunnale che dire? Troppo facile intristirsi. Eppure voglio guardare oltre ciò che appare. Ovunque vi sia un angolo buio possono esservi luci ad accenderlo di colori interiori stupendi. Io i miei colori per fortuna li ho costantemente dentro di me e non mi lasciano mai.
Non credo che il respiro di un cielo azzurro non serva a formare caratteri diversi. Credo però che da qualche parte dentro di noi esista una mappa che ci colloca in uno spazio che va oltre tutto ciò che ci circonda. Un'anima, se vogliamo chiamarla così, che ci identifica e ci rende simili o diversi in funzione di ciò che siamo intrinsecamente. L'ambiente ci predispone in modo più o meno marcato a far emergere quest'anima dalle nebbie degli inverni che siamo. Questa nostra mappa spesso ci accompagna per tutta la vita senza che nessuno sappia individuarne il codice di accesso completo. In pochissimi sapranno entrarvi anche solo in modo parziale. In modo totale soltanto un'altra anima saprà essere la chiave per aprirci. Non tutti avranno la fortuna di combinare queste cose nella vita e vivere nella completezza che ne deriva.
Anche nelle nebbie milanesi di ottobre mi sento fortunato. Ho le luci accese. Dentro.



mercoledì 8 ottobre 2014

Il tutto oltre la parte

Ancora una passeggiata. Ancora una galleria di pensieri susseguirsi per quasi un'ora di passi verso il nulla che mi attendeva ed il tanto che avevo acceso dentro. Vi sono istanti in cui ho la sensazione di essere un capitolo di un mio romanzo, poi un soffio d'aria mi sfiora il volto e lo sguardo mi riconduce al presente, alla realtà, alla vita che vivo e che sento sulla pelle. Sorprendente. Sono felice in questo mare di dolore umano che percepisco ovunque. Sono felice nonostante tutto. Sono felice grazie al tutto che sono e che non è fatto solo di me, ma di luci e voci, di parole e altre persone. Non esiste la fine finché c'è pellicola per girare una nuova scena. Tutto è parte. Sia come ruolo che come parzialità. La completezza arriva quando si lasciano i costumi e della scena restano solo il fondale ed i nostri profili, come ombre. La proiezione della verità che siamo, oltre la parte. Il tutto. La luce.

Piazza di Spagna dalla scalinata di Trinità dei Monti. 8 ottobre 2014 ore 22:12


martedì 7 ottobre 2014

La stanza della montagna.

C'è una stanza arredata da mobili in legno, dove l'estate sono solito andare. Sin da ragazzo confinavo  là il mio spazio dedicato ai progetti di un futuro tutto da disegnare. Fuori dalla finestra le montagne accompagnavano i boschi ed i prati verso di me, offrendomi il fascino del mistero. Come poteva essere il mondo di lassù? Com'era il cielo visto attraverso i rami degli alberi? Percorrevo i sentieri e la mia mente volava. Come sarebbe stata la mia vita se i miei sogni si fossero materializzati? Cosa sognavo davvero? Tanti modelli di vita scorrevano nelle mie vene, almeno quanti erano i rivoli d'acqua che dopo un giorno di pioggia scendevano dai boschi. C'era emozione nel paesaggio, che in fondo altro non era se non un caleidoscopio di possibilità. Cosa desideravo realizzare? Quali erano i miei contesti di allora?Esattamente gli stessi di oggi che sono nel fulcro del caleidoscopio e una buona parte di vita ha trafitto i miei giorni. Così la mia adolescenza è scivolata verso l'età adulta idealizzando Amore e Arte, ammirando montagne che sognavano di essere spiaggie e descrivendo quell'incanto con le mie parole giovanili, acerbe quanto inconsapevoli del fatto che la mia vita non sarebbe mai diventata reale sino a quando Amore ed Arte non si fossero unite in un abbraccio forte e passionale. Ma per far questo molti sentieri erano da scoprire, molte salite da superare, per approdare a quella radura dove le cose si rivelano e la luce vince su tutto.

lunedì 6 ottobre 2014

Non solo parole

La cosa più bella di questo giorno mediamente cupo è stata la consapevolezza di avere, tra mille doveri, uno scopo. Un piccolo, infinitesimale scopo se rapportato ai grandi bisogni del mondo, ma un grande scopo se rapportato all'orizzonte del mio sguardo. La mia personale missione non sarà mai posta a didascalia di un manifesto, ma si leggerà tra le righe di ogni frase che metterò su carta, autentica o virtuale.
Per chi scrive non esiste gioia più grande di quella che deriva dal cogliere un'affinità percettiva con chi legge. Parlare con loro fa scoprire nuove letture di se stessi e nuovi spazi interiori da esplorare. Scrivere non è per me solo una passione, ma un bisogno. È necessario gettare il flusso delle cose che scorrono fuori da sé stessi, oltre lo specchio. Assecondare così il demone e cogliere la sfumature della luce, nell'oscurità di una vita volta al solo pensiero di sopravvivenza. Bisogna riappropriarsi del sapere, della conoscenza, della cultura per ricomprendere il bene e la bellezza dell'espressione artistica. Perché la vera bellezza dello scrivere è comprendere che non sono solo parole.

venerdì 3 ottobre 2014

Il capitolo successivo

Si deve ritornare sempre. Tutto questo ci da il senso di esserci ancora. Ci da la possibilità di vedere con altri occhi lo stesso mondo. Non credo che nella vita esistano coincidenze ma che tutto abbia un suo percorso definito. Anche sbagliato, ma mai casuale. Non si incontrano né sì perdono le persone per caso. Tutto è trama del nostro romanzo. Dobbiamo trovare la forza di leggerne ogni pagina e non smettere mai di condurre la penna sul nostro prossimo foglio bianco. Non è sempre facile iniziare il capitolo successivo. Meraviglioso è svilupparlo.

giovedì 2 ottobre 2014

Not for sale

Vorrei essere bravo a scolpire sentenze, ma mi riesce soprattutto di elaborare domande.
Le certezze che possiedo non sono comunque in grado di produrre assiomi applicabili al mondo intero.
Vorrei essere così erudito da citare a proposito grandi autori o anche solo misconosciuti scribacchini come me, con la stessa maestria del prestigiatore che estrae la carta nascosta dalla manica. Ma in ogni tasca non ho che il mio pensiero a condurmi e la mia luce a guidarmi. Il mio pensiero affonda le radici in una onestà intellettuale totale, che non è affatto ingenua. Al contrario, è molto più consapevole di quanto non appaia. Un lusso che pago ricevendo montagne di diffidenza e furba ironia.in cambio. Ma la mia libertà intellettuale non ha prezzo. E non è sul mercato.



mercoledì 1 ottobre 2014

Spleen S


Cammino per strade che spesso sembrano luoghi vuoti, fondali senz’anima di una commedia dalla trama indecifrabile. Eppure quelle strade possono risultare vive come la carne che brucia, nel ricordo della vita di ognuno. Ogni strada può raccontare una vita o decretarne la fine. Io da queste strade ci passo. Passo vicino agli alberi e penso a quanto Amore debbo ancora alla vita per essere giusto verso il mio dono di esistere, di amare e di essere amato. E questo dono così inatteso mi regala felicità e luce e speranza di poter essere qualcosa di meglio di quanto denunci lo specchio o la pagina ricolma di appunti e cancellature. Meglio, dunque, ma non per me stesso, soltanto per gli altri. Non si vive mai per sé stessi. Ciò che siamo non ci rende migliori, ma possiamo cambiare, quindi anche migliorare, la vita degli altri. Quella vita che è una strada inerpicata nel vuoto e che nel vuoto ci lascia cadere, come fossimo foglie ad ottobre. Ci vuole coraggio a tenere quelle foglie nel cuore, risalire la stessa strada e gridare che è primavera. Ci vuole coraggio ad esistere. E solo l’Amore regala questo coraggio. L’Amore che ci regalano le nostre foglie cadute. In tutto questo mare di rosso, io sento il coraggio.


lunedì 29 settembre 2014

Icarus

Non ero mai stato così vicino a toccare la misantropia. Ero più chiuso di una conchiglia sigillata, con un solo sottile spiraglio aperto per scrutare fuori. Ma il mondo mi appariva quasi solamente oscuro, ingiusto e superficiale, dal fondo della spiaggia. Nel mio guscio conservavo ogni rimpianto a fianco di ogni piccolo rancore e ogni bene necessario alla mia sopravvivenza. Poi è scoppiata la tempesta di luce. Il mio guscio si è aperto e questo ciclone ha spazzato via tutto, rimpianti e rancori. Tutto mi appare ora sufficientemente distante per essere messo a fuoco correttamente. Tutto il resto rimane ben visibile e in piena luce dentro di me. L'incipiente misantropia si è trasformata in altro. Ora osservo il mondo con lo sguardo filtrato da una più acuta sensibilità umana che rende tutto più nitido e decifrabile. Sotto questa lente l'umanità mi appare in tutta la sua fragilità. È questo la rende molto più vicina a me. Più vicina alla luce. Icaro dalle ali d'acciaio. Senza paura vicino al sole. 

venerdì 26 settembre 2014

Ciò che sono

Ascolto ogni parola e ne peso la portata, il significato, la posizione, il senso diretto e quello nascosto che riesco ad individuare. Non sono così bravo a capire tutto subito, dunque riascolto, rifletto, sposto il punto di vista ed osservo. Cerco di orientarmi tra le siepi spinose in cui vivo, consapevole che ogni movimento brusco può significare una ferita che viene ad aprirsi sulla mia pelle. Non si deve piacere a tutti, ma ho la fortuna di piacere a chi mi piace e questo mi basta, soprattutto se la mia prima prerogativa resta sempre quelle di essere soltanto ciò che sono senza finzioni o calcoli: nulla per tanti, tanto per qualcuno. Imperfetto di certo, ma vero come la luce del sole che ti scalda la pelle.

giovedì 25 settembre 2014

La moneta di scambio

Non sono mai stato qui, in questo stato di cose, in questo senso di urgenza e di costante imminenza. Non c'è tempo per pensare troppo al tutto, il tutto si percepisce sotto e lo si insegue d'istinto. Mi concentro sul particolare, sul dettaglio decisivo, quello che fa la differenza tra la banalità del male e la bellezza unica del bene.
In questo quadro poco definito c'è la luce e c'è la verità. Ci sono gli ostinati tentativi di ubriacarmi in questi elementi di assoluta bellezza, lontanissimi dallo squallore scontato di ogni calcolo speculativo.
Sono infine approdato al giardino pensile di un'esistenza abituata a vivere tra cantine e soffitte. Per anni ho sognato di essere ed infine mi sono risvegliato dal sogno. E ora sono. 
Curerò questo giardino sino a farlo fiorire in una primavera costante, lunga quanto le nostre esistenze. Fedele alla parte che questo teatro prevede, non smetterò di scendere in strada a declamare a braccio il poema di questa vita che brucia fotogrammi alla velocità di un sospiro, di uno sguardo, di una parola d'Amore. La sola moneta di scambio per barattare il caos con la felicità.

mercoledì 24 settembre 2014

Cento

Cento volte ho sognato di esistere
Cento volte sono stato smentito
Cento occhi ho aperto sul mondo
Cento giorni prima di incontrarti
Cento piccoli istanti per capire di amarti 
Cento volte il timore di perderti
Cento giorni morti e sepolti
Cento notti ancora da nascere
Cento volte a cercare le tue mani aperte
Cento esatte parole prima di respirarti
Cento volte a dirti ti amo senza sentirlo banale
Cento parole ripetute ad alta voce
Cento volte ciascuna
Cento cieli all’alba
Cento stanze lontane dal cuore
Cento volte io
Cento e cento volte ancora tu
Cento pagine non scritte
Cento ancora da rileggere
Cento rughe sulla mia fronte
Cento lacrime sulla mia pelle
Cento errori prima di riuscire a capire
Cento pensieri prima di andare a dormire
Cento voci giocano nella mia mente
Cento volte riemerge il passato
Cento volte trionfa il presente
Cento incroci per sfidare l’istinto
Cento brividi all'improvviso
Cento gelidi inverni per l'arrivo di una primavera
Cento biglietti per l’Eldorado
Cento traghetti di ritorno dall’Ade
Cento biglietti d’addio mai spediti
Cento poesie scritte per puro Amore 
Cento maschere dell’illusione
Cento volte “mi sembrava che fosse...”
Cento baci rubati 
Cento romanzi iniziati
Cento racconti sbagliati
Cento immagini da incorniciare
Cento frasi da ricordare
Cento sogni da raccontare
Cento incubi da sotterrare
Cento nuove scoperte
Cento fuochi d’autunno 
Cento anni di nebbie
Cento canti di gallo
Cento lenti abbracci
Cento grida di gioia 
Cento notti insonni a pensarti
Cento espressioni di meraviglia
Cento sfumature di sofferenza
Cento secondi di gioia assoluta
Cento delusioni da digerire
Cento carezze da ricordare
Cento fantasmi da seminare
Cento candele da accendere al buio
Cento viaggi da progettare
Cento feste da celebrare
Cento libri su un nuovo scaffale 
Cento sguardi da non incrociare
Cento volte la tua luce mi accende
Cento ore di amore assoluto in cui annegare 
Cento minuti volati in ufficio
Cento dei nostri giorni
Cento di questi tempi 
Cento volte a cercarti nelle righe che ho scritto
Cento volte a ritrovarti tra le mie braccia
Cento abiti da gettare a terra
Cento onde da assecondare
Cento spiagge su cui abbandonarsi
Cento orizzonti di cui innamorarsi 
Cento luci infiammate al tramonto
Cento giorni senza obiettivi precisi 
Cento anni con te non basteranno
Cento settimane vorrei con te ogni anno
Cento volte le mie mani lungo i tuoi fianchi
Cento baci a promettere di non essere stanchi
Cento caffè sempre troppo ristretti 
Cento conti d’albergo
Cento fiori di campo 
Cento passi per descrivere una traiettoria
Cento segni di pace
Cento idee di vittoria
Cento forme di diversa e sicura bellezza
Cento vuote parole per descrivere il nulla
Cento rimedi alla noia
Cento volte al di sotto del mare
Cento salti di gioia
Cento oggetti da offrire
Cento mete da raccomandare
Cento parole mute nello sguardo che osserva
Cento volte il tuo corpo
Cento altre volte ancora
Cento bottiglie vuote
Cento commerci illegali 
Cento leggi per nessuna regola
Cento conseguenze della libertà 
Cento postumi dell’ultima sbornia
Cento valigie da chiudere insieme
Cento volte ancora il piccolo cane abbaierà alla sua luna


domenica 21 settembre 2014

Il mistero che ci abita

La solitudine degli uomini è straordinaria. Vivono a contatto gli uni con gli altri condividendo realmente pochissimo e quel poco è, il più delle volte, di singolare superficialità. Tutto sembra dover essere legato a funzionalità speculative materIali. Eppure alle volte basterebbe poco per pensare e parlarsi e scavare oltre quello strato di superficie. Invece ciascuno rimane chiuso nel proprio guscio emotivo. In questo modo le anime non riescono ad uscire dal grigiore animale inconsapevole in cui sopravvivono per larga parte della loro vita corporea. Ciascuno di noi possiede una chiave in grado di aprire quella porta su cui potrebbe affacciarsi il proprio demone. Ma in quanti sono davvero disposti a spalancare la mente al volto sconosciuto che ci abita? Chi è disposto a rischiare le proprie certezze scontate per amore della verità meno banale? Ogni cosa grande contiene una grande paura, ma non dobbiamo temere di aprire il nostro mistero agli altri. Nei nostri ragionamenti logici è contenuto il seme di una conoscenza che merita di essere coltivata e cresciuta negli altri, assieme agli altri. Ogni giorno potrà servire per creare persone migliori, società migliori, mondi migliori.


giovedì 11 settembre 2014

Oltre la pioggia

A volte cammino sotto una pioggia di ricordi. In quei casi mi si affanna il respiro, pensando ad alcuni attimi che sono volati via e che poi ritornano a farmi visita, carichi della loro incompiutezza al presente. Il mio cielo si fa pesante ed il cammino, a quel punto, procede a rilento, lungo la salita lieve ed inesorabile del tempo.
Chiuso nella stanza di un albergo qualunque, nella solitudine vuota di questo non luogo, la mia vita altrove, in altri tempi ed altri spazi, ricompare a ondate come la risacca di un mare in burrasca, sotto la spinta del vento di un cambiamento tanto continuo quanto incostante.
Avanzo a fatica e solo nella verità trovo pace. La verità che sono e che siamo, oltre a tutto ciò che gli occhi possono vedere. Nessun ricordo mi restituirà un domani. Solo la verità del nostro esistere può farlo. Ed io l'accompagno.



lunedì 8 settembre 2014

Disciplina

Mille cose affollavano le mie giornate, così ricche di pensieri da non permettere un attimo di autentica presa di distanza. Diventava difficile mettere in fila le stesse parole che continuavano a turbinare nella mia testa e che reclamavano spazio per uscire, diventare concetti, immagini, situazioni, emozioni e connettersi sulle mie pagine di scrittura.
Non c'era mai stato uno spazio adeguato per dare un senso ed una definizione alle cose, poiché la vita reclamava una continua azione. Eppure sono sempre stato convinto che la vita meritasse più attenzione. Ho imparato così a rallentare e dedicarmi a fissare il cielo, le nuvole, gli occhi che mi regalano luce e calore, le cose più ordinarie e straordinarie che fanno da scenario o rappresentano la sostanza stessa delle mie giornate, che senza questi elementi sarebbero state una mera sequenza di adempimenti pratici. Riflessione, attenzione, amore.








mercoledì 3 settembre 2014

Nella mia tavolozza: il giallo.

Chiudi gli occhi. Immagina un colore che occupi lo spazio dei tuoi pensieri. Focalizza le immagini che esso ti proietta dentro. Viaggia in quel colore.
Chiudo gli occhi. Il giallo si accende. Ok. Colore di calore, simbolo dell'estate di cui sono figlio, rappresenta la luce e la luce mi rappresenta in pieno, per cui sono io il giallo, il sole, la luce. Bene. Cosa riesco a vedere? In questo colore mi fondo lasciando la razionalità altrove. Scorgo sfumature d'albe e tramonti un po' ovunque, pennellate di campi di girasoli tra Salon e St Remy de Provence, le siepi di mimose di Bordighera, la carbonara di Via Rasella, il battito d'ali di un canarino, il limone solitario nella natura morta di Cezanne, le palle da tennis appena uscite dalla lattina nuova, la polpa dolce di un ananas, la luna color zafferano che illumina certe notti di giugno, le notti in cui anche il buio trasmette luce e calore. Gli occhi sorridenti che si accendono sui miei, dipingono di giallo la mia anima e mi cullano in questi pensieri dolci, colorati e caldi. In questa doccia emozionale lavo via i pensieri di ogni altro colore, perché questo codice racconta di trame intricate di cui la mia vita è intrecciata, ma soprattutto disegna il raggio di sole che buca le nubi dopo una lunga tempesta, il sole provenzale che mi illumina, mi conduce e mi restituisce alla vita.


 

lunedì 1 settembre 2014

Due punti distanti

Nel bianco stanco dei miei occhi e nell'incerto colore del mio iride si specchia il mio mondo, giorno dopo giorno, istante dopo istante. Coerente nella sincerità, il mio sguardo sulle cose non ha potuto fare altro che seguire la metamorfosi non lineare della mia esistenza lungo il cammino della mia vita. Ogni passo sposta il punto di vista e ciò che appare in ombra sotto una certa angolazione, in un dato momento, dopo un certo cammino può apparire in piena luce e rivelarsi altro, rivelarsi vero.
Quante certezze inattaccabili ho demolito nel tempo? Quante convinzioni ho dovuto ammettere che fossero sbagliate? Tante, certamente troppe perché non possa ritenermi una persona inquieta. Ma la coerenza è sempre rimasta inalterata nell'ostinazione del ricercarsi. Per trovarsi e non rinnegarsi più. Per vivere in grande pienezza la verità della luce che unisce due punti distanti, ma inesorabilmente uniti in uno stesso disegno, senza ciascuno dei quali, il tutto resterebbe intollerabilmente incompleto.

venerdì 29 agosto 2014

Conversazioni

Parole a fiumi, a getto, a cascata, mari di parole, muri di frasi, intrecci di concetti, conseguenti e derivati, ma questi giardini resteranno segreti sino a quando qualcuno non varcherà la soglia di un cancello, ascoltando l'altro. 
Facile è sentire, difficile è ascoltare. 
Troppe volte mi sono imbattuto in persone che mi hanno detto "non puoi capire" ed invece capivo benissimo.
Facile è giudicare, difficile è comprendere, che comunque non vincola a condividere.
Per me non c'è cosa al mondo umanamente più interessante dell'ascoltare le persone. E le persone diventano belle da ascoltare quando offri loro la percezione che le loro parole siano di tuo interesse. Nell'ascoltare si può innescare un processo di comprensione e da questa si può avere la misura che ci separa dall'altro. Questa misura non è un giudizio ma è un'affermazione di relatività. Siamo d'accordo? Non importa, non è questo il punto. Importa la connessione che si è innescata tra noi. Ci misuriamo, non duelliamo. Non si può ascoltare solo ciò che può blandire le nostre opinioni. Non si può negare l'ascolto a ciò che ci infastidisce, perché tutto questo mare in tumulto è la realtà e in questa tempesta dobbiamo navigare. 
La distanza dall'altro possiede un risvolto epidermico. Il piacere di una conversazione con chi ascolta e ti permette di ascoltarlo dona benessere psichico e conseguentemente fisico. 
Dalle parole di una conversazione può nascere tanto: una storia, una guerra, un amore, l'idea che salverà la vita di qualcuno ma non la tua, il tuo prossimo libro che ingombrerà il comodino di uno sconosciuto, il prossimo libro di uno sconosciuto che accorcerà le tue notti, la formulazione che definirà un canone, il soprannome che etichetterà la vita di qualcuno, la poesia che accompagnerà la vita di altri.
L'amicizia è la consapevolezza comune di una reciproca equidistanza dalle cose. L'amore è l'azzeramento di ogni distanza reciproca. Il fondersi di due relatività in una luce assoluta. Alle volte è un bagliore stellare. Alle volte è il sole che sorge alla fine di una conversazione col buio.


giovedì 21 agosto 2014

Nei miei occhi

Ho cercato il silenzio. La solitudine apparente. Avevo bisogno di quiete e di sentire il vuoto di questi giorni in tutta la sua pienezza. Ho preso le misure al mondo mille volte ancora e sono rimasto comunque un esploratore inquieto, costantemente teso alla ricerca di qualcosa che dia senso al caos in cui ci dibattiamo. Non sono bastati i miei occhi per poter vedere la luce. Sapevo che avrei dovuto aspettare. Ma la luce esiste, alla fine di ogni notte più buia. E la luce è tornata. 
Più passano gli anni e meno capisco l'umanità, che ricerca quasi solo di rappresentarsi senza esistere veramente. Eppure vivere non sarebbe difficile. Basterebbe chiamare ogni cosa col proprio nome e mettere i valori umani davanti ai valori sociali. Banale. Fin troppo per un'umanità satura di bisogni effimeri e di convenzioni di comodo. Io non ho bisogno di nulla di effimero. Voglio solo la luce di un'umanità diversa. Che esiste. Basta ascoltarla e guardarla negli occhi.




martedì 12 agosto 2014

L"Arte viva

Muovendo i primi passi sui sentieri dalla polvere chiara, circondato da aranci, ulivi ed oleandri, ho pensato immediatamente a come doveva essere il panorama un secolo fa, da quel giardino. 
Pierre Auguste Renoir acquistò le tenute attorno a La Collette, nei pressi di Hauts de Cagnes, dal 1907 al 1910 e dopo aver fatto realizzare una casa su misura per sé e per la sua famiglia, lì trascorse anni a dipingere, incontrare mercanti d'arte, osservare umanità e ricreare le sue percezioni, in una costa del sud della Francia non ancora Costa Azzurra. La chiave era la luce, l'opera conduceva all'umanità. Attraverso un dipinto si poteva cogliere la dolcezza della pelle, la profondità di uno sguardo così come la condizione umana fatta di stratificazioni sociali e culturali. Lo sguardo di Renoir spogliava tutti di queste stratificazioni restituendoci l'umanità delle persone nella loro essenza, pur rappresentandole perfettamente nel loro contesto sociale e culturale. La natura morta di Renoir in realtà era la rappresentazione della perfezione di un attimo: i frutti erano colti, la loro maturazione perfetta. Era un invito a nutrirsi di questa perfezione che anche solo un giorno dopo si sarebbe allontanata.
Le arti visive erano commissionate da persone benestanti, ma il loro linguaggio parlava a tutti, in quanto dotato di un alfabeto comprensibile a chiunque, ma leggibile in modo diverso dal bagaglio culturale di ciascuno.
L'Arte era viva, perché era espressione della vita ed era qualcosa a cui si rivolgeva chiunque intendesse far evolvere la propria esistenza, o come fruitore o come artista.
Oggi abbiamo abbandonato questi modelli e ci troviamo con una società intenta a non guardarsi mai allo specchio se non per cogliere le esteriorità più futili. L'arte (o ciò che si definisce tale) parla quasi solo a sé stessa e la grande maggioranza delle persone non cerca più il senso della vita, ma solo il modo per placare i propri bisogni primari, bisogni di cui non ha nemmeno una percezione diretta, ma che conseguono dalle influenze che i mezzi di comunicazione cercano di insinuare in ciascuno di noi. L'Arte oggi vive in pochissime espressioni umane e le anime più sensibili vanno a ricercarla prevalentemente nelle manifestazioni sorprendenti della natura. Le eccezioni sono rarissime. Torneremo a cercare il senso della vita?
O continueremo ad essere il selfie di un'umanità sprecata?









mercoledì 6 agosto 2014

La Lunga Estate Vuota


Questo vuoto nasce da una sensazione di eccessiva pienezza. L'umanità ha saturato il mio cuore. Sono saturo delle malinconie che questo carnevale perpetuo celebra ogni giorno. Ho bisogno di luce e silenzio.
Le strade affollate di questa Roma estiva regalano centinaia di sguardi persi tra l'incanto di una scoperta, la fatica della fine di un giorno di viaggio e la ricerca ossessiva di un altrove dove nascondersi per qualche giorno all'anno, lontano da tutto ciò che amiamo dire che amiamo.
L'amarezza di questi miei giorni viene da lontano, dalla mia giovinezza che, a dispetto del tempo che avrei dovuto dedicare alla spensieratezza, mi aveva condannato alla sensibilità di cogliere i limiti alla felicità umana. Ciò non significa che l'uomo non possa essere felice.
Io sono felice.
Io sono felice, perché ho tanto, molto di più di quanto avrei mai potuto anche solo sognare, ma sono una cattedrale che morirà comunque incompiuta e la consapevolezza di ciò, in certe serate, svuota le strade che cammino da tutto ciò che le abita. Debbo accendere ogni stella di questo cielo per vedere la mia luce interiore e tendere la mano alla parte di me che ora manca, che è di là del mare, del cielo, della lancetta dell'orologio che corre restando incredibilmente ferma.
Il calore di questa estate non sembra poter vincere il freddo che ho dentro. Un freddo che vivo col sorriso sulle labbra e l'anima persa altrove, sopra alle nuvole, sopra alle parole che mi scivolano addosso come le gocce di una pioggia senza riparo.
Goccia a goccia i miei pensieri cadono come le foglie di un autunno precoce. Un autunno in cui, sono certo, potranno germogliare i sorrisi e gli alberi scherzeranno con il freddo che non toccherà il mio cuore sino a quando sarà la luce del mio cielo a riscaldarlo.

 





 

lunedì 4 agosto 2014

La sostanza dei sogni

Poche cose ti lasciano tracce più profonde di un sogno. Nella mia vita ho molto sognato e vissuto giorni della stessa sostanza dei sogni. Questa notte, dopo mesi vissuti davvero in quella materia eterea, ho sognato. Al risveglio, però, non mi sono trovato spiazzato. Il mio mondo esiste e ciò che sogno non è sempre una proiezione ideale di ciò che potrei vivere. Vivo già cose bellissime. Vedo luci nel cielo accendere il mio sguardo. Vivo i miei sogni così come purtroppo anche i miei incubi, ma solo così posso percepire la piena sostanza della mia vita, fatta della stessa sostanza dei sogni.




venerdì 25 luglio 2014

Vacuum

Non ho paura del vuoto. Il cielo sembra esserlo, ma è li che si accendono le stelle e da lì arriva la pioggia che ci disseta. Non esiste il vuoto quando il pensiero è vivo nel tuo cuore, nella tua mente e nel tuo corpo. Vivo una vita affollata che necessita della capacità di saper star soli, di non vedere anche ad occhi aperti e di vedere con gli occhi stretti in un brivido buio. Il vuoto è un tempo di attesa e di riflessione in cui l'errore peggiore è quello di tentare di riempirlo di qualsiasi cosa. Se il vuoto è la sottrazione di un pieno, nulla tranne quel pieno potrà riempirlo. Dunque mi ci inoltro senza timori, ma con la consapevolezza che, passo dopo passo, l'aria si farà sempre più rarefatta. Ma questo sarà il mio respiro.


domenica 20 luglio 2014

Le gabbie dell’anima

Quante gabbie invisibili ci contengono? Quante persone hanno consapevolezza della forma e della dimensioni di ciascuna di esse? 
Tante volte queste gabbie ci vengono costruite addosso dagli altri, altre volte siamo noi stessi a fabbricarle, per senso di obbedienza verso un principio etico o culturale che la società in cui viviamo ci impone. Vi sono gabbie di tipo morale, che ci impediscono di fare ciò che vorremmo perché alcune sbarre formano il confine tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Non ci si dovrebbe comunque dimenticare che queste sbarre sono uomini a costruirle, a loro volta rinchiusi dietro ad altre sbarre fabbricate da altri uomini. 
Diverse sono le gabbie in cui gli altri ci confinano. Il lavoro che svolgiamo, i nostri comportamenti pubblici, le nostre passioni dichiarate ci pongono dietro a sbarre che noi spesso non percepiamo, ma che agli occhi degli altri esistono. Difficile far capire a chi ti osserva che la tua anima non è rinchiusa in quella gabbia in cui lui ti vede, ma che da essa esce ed invade spazi infinitamente più grandi e diversi. Gli uomini nascono liberi e debbono avere la forza di ascoltare la voce delle più profonde vocazioni per sciogliere le sbarre di tutte queste gabbie e cogliere il proprio compimento di nuovo in piena libertà.
Le anime debbono volare libere dai pregiudizi altrui ed affermarsi nella luce della propria verità esistenziale.



sabato 19 luglio 2014

Auguri allo specchio

Che oggi tu possa mettere piede in un anno nuovo da tutti i punti di vista: diverso, cambiato, rinnovato, rifiorito, illuminato.
Che tu possa ritrovarti in un io sempre più maturo, magari un po' più affaticato, ma con la scorza di uno che ha sedimentato negli anni molte risorse interiori per stare al mondo e cercare di farlo oltrepassando la soglia del mero sopravvivere e che oggi ne aggiunge uno in più, di anni, provando a se stesso che la forza e la sicurezza di oggi superano di non poco quelle di ieri.
Che la tua mente e il tuo cuore possano essere anche più di prima aperti al vivere, quindi.
E, per il regalo che gli anni comunque ci fanno, o dovrebbero concederci, consistente in una dose sempre maggiore di saggezza, che i tuoi occhi possano vedere con sempre migliore accortezza le opportunità e le gioie di questa vita, per saperle cogliere al volo quando esse si presentano, come si fa con le stelle cadenti e con i desideri che lanciamo loro, nella speranza che, nella loro scia, ce li conducano laddove desideriamo si avverino.
Che questo cielo, che anno dopo anno continui a guardare, imperterrito, instancabile, diventi il tuo cielo nel tuo orizzonte, con le stelle che di notte numerose si illuminino ad esaudire tutti quei desideri espressi e tutti i tuoi sogni ancora a venire.
E poi, che il nuovo anno compiuto ti doni qualcosa in più della semplice consapevolezza di chi sei, vale a dire la soddisfazione di guardarti allo specchio una mattina e vedere divenuto realtà anche un pezzo di ciò che hai sempre desiderato essere.
Che il nuovo anno ti riservi ancora tanto Amore, quello di cui tu hai una così alta considerazione e che metti al centro della vita perché l'unico capace di farci capire cosa significhi la parola felicità. 
L'Amore che può tanto, che può tutto.
Infine, che il tuo modo di leggere ed intendere te stesso e il tuo vivere siano nel 49esimo anno ancora un passo oltre, ancora più vicini alla conquista dei segreti della vita più nascosti e della capacità di incanalare le energie nella direzione dei colori, della luce, della parte radiosa e positiva delle cose, con l'aria fresca che passa in un respiro profondo, in un nuovo respiro, in un nuovo sorriso.


sabato 12 luglio 2014

Questo Amore - Jacques Prevert

Questo amore
Così violento
Così fragile 
Così tenero 
Così disperato 

Questo amore 
Bello come il giorno 
Cattivo come il tempo 
Quando il tempo e cattivo 
Questo amore così vero 
Questo amore così bello 
Così felice 
Così gioioso 
Così irrisorio 
Tremante di paura come un bambino quando è buio 
Così sicuro dì sé 
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte 
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire 
Questo amore tenuto d'occhio 
Perché noi lo tenevamo d'occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt'intero 
Così vivo ancora 
E baciato dal sole 
E' il tuo amore 
E' il mio amore 
E' quel che e stato 
Questa cosa sempre nuova 
Che non e mai cambiata 
Vera come una pianta
Tremante come un uccello 
Calda viva come l'estate 
Sia tu che io possiamo 
Andare e tornare possiamo 
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare 
Addormentarci ancora 
Sognarci della morte 
Ringiovanire 
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove 
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio 
Crudele come la memoria 
Stupido come i rimpianti 
Tenero come il ricordo 
Freddo come il marmo 
Bello come il giorno 
Fragile come un bambino 
Ci guarda sorridendo 
Ci parla senza dire
E io l'ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov'eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t'abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.

Jacques Prevert


venerdì 11 luglio 2014

Senza titolo

Senza titolo, con le sole parole a condurci, siamo quello che diamo. Ed ogni dono può diventare, giorno dopo giorno, più grande, se sapremo guardare oltre noi stessi,  oltre i nostri bisogni. La felicità è nelle nostre mani e con essa ci bagneremo il viso, dipingeremo tramonti e canteremo canzoni cariche di silenzi profondi come l'oceano, come l'amore che unisce i colori che siamo.