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mercoledì 5 dicembre 2018

Un mare diverso

Dopo quasi due mesi ho ripreso un treno. Stessa direzione, altra destinazione. Ho respirato di nuovo l’aria fredda del mattino e ho gettato il mio sguardo su questa umanità al risveglio. Non mi mancavano le periferie desolate e l’odore ferroso dei binari. Non sentivo il bisogno di alzarmi prima dell’alba e riconoscermi la fatica addosso ancora prima del primo caffè. Non avevo bisogno di tutto questo, ma rieccoci in viaggio, in un tempo sospeso che traccia il suo percorso parallelo a fianco di quello reale che riconosco nel mio sguardo stanco, nei dolori che non si sopiscono col riposo di una notte, nella mia vita autentica che insegue altri bisogni, che rincorre desideri diversi e risponde a regole differenti.
Ma sono ugualmente qui, a spossessarmi di me, a riaffermare il senso di una vita che non può fare a meno di regalarsi, in fatti e parole, in gesti ed emozioni. Si dice che ciascuno abbia un proprio destino che spesso è il proprio calvario. La mia condanna è un dono dolce che porta a fondermi con l’umanità a cui appartengo, senza mai confondermi, né nascondermi. Troppo vistoso anche nell’anonimato, troppo particolare per assomigliare. Atomo di ossigeno nell’oceano in burrasca, avrei voluto essere una goccia d’acqua in un mare diverso.



venerdì 28 settembre 2018

R101

Muovo i miei passi con timore sacro in una stanza che sento parte di me prima ancora di aprire gli occhi e rivederla davvero. Un ottomano, il letto uguale a mille altri, i quadri alle pareti, le tende uguali ovunque. Un non luogo in cui la mia vita coglie il suo senso e si riconduce lentamente su un altro pianeta, quello abitato dalla luce lunare, quello del silenzio che racconta una vita intera e non si stanca di farlo, quello degli sguardi che confessano la bellezza di esistere e la follia di respirare insieme lo stesso profumo.
Sudditi di un regno senza monarchi, dove fiorisce l’ibisco di cui conserviamo il seme nascosto in noi, dove ciascuno è complemento dell’altro senza esserne funzione.  
Cosà rimarrà di questa stanza? Parole, forse. Cicatrici invisibili che accarezzeremo e culleremo per la durata di un’altra notte stellata che crederemo infinita, nel cielo di quella stanza da cui non possiamo uscire.


venerdì 7 settembre 2018

Solo un profumo

Sa di polvere il mio tempo presente. Una polvere che profuma di primavere essiccate tra le pagine di un libro, di profumi che si riaffacciano sfuggenti e beffardi, provenienti dal nulla e conficcati per sempre nella mia memoria olfattiva. Mi riconduce a te questo profumo. Una freccia distaccata dall’arco, un frutto caduto e non colto, questo mio vagare inquieto. Tutto questo mi prende e mi riporta indietro a quando ancora ero in vita e, con timore, socchiudevo le porte del giardino di questo strano museo. Eppure era solo un profumo.
Il treno dei ricordi ferma sempre al buio e non illumina mai nessuna stazione futura, perciò dovremo raggiungere da soli il domani, a piedi e a fatica, guardando con i nostri occhi sempre più stanchi, pellegrini esausti di un sentire sensibile e discepoli  di un Amore assoluto, inebriante, ubriacante e lucido, vivido, bruciante e crudele come solo la parola finale di un romanzo tanto a lungo sognato e poi scritto può dare. 
Più vero del vero, quanto le menzogne che quotidianamente glorifichiamo nel romanzo di fantasia che chiamiamo vita.




martedì 31 luglio 2018

Nel Giardino del Museo

Non basta fingere per passare oltre. Non è che se non ne parlo non ci stia pensando. Sono passati gli anni e questi ultimi mi hanno profondamente cambiato. Certi volti appaiono talvolta sfuocati, ma le anime sono vive e vivide in me. Mi hanno insegnato a vivere la mancanza, a gestire il vuoto, ad elaborare il lutto, a tollerare la perdita, a tenere lo sguardo diritto davanti alle peggiori infamie, a respirare al materializzarsi delle mie paure. 
Ma non è tutto passato, è al contrario, tutto ben presente e vivo in me. Ed il dolore mi ha reso forte, mi ha illuminato il percorso, mi ha acceso i fuochi dove riposare l'anima, mi ha evidenziato chi meritava rispetto e posto nella giusta luce chi si è servito della mia lealtà.
La vita è ampia nello spettro di cose che ti pone lungo la via. 
Ma ora posso amare chi merita amore, accogliendo tutti loro nei giardini di questo strano museo e lasciare agli altri il disprezzo peggiore, che è quello dell'indifferenza.

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venerdì 27 luglio 2018

L’albatro

Mi sposto ancora, alla ricerca di un altrove diverso, di un punto d’appoggio da cui spiccare il volo, di un nuovo passaggio attraverso cui sbirciare la vita con la curiosità cruda di chi è al primo viaggio. Cerco finestre, sguardi e orizzonti che colpiscano il cuore e mi regalino la compagnia viva di un’emozione. Cerco l’affaccio sulla splendida spiaggia, vasta e silenziosa, che è il domani, la spiaggia che riempiremo di voci e di cose, che riempiremo di noi.
Dietro agli abituali promontori si nasconde il porto da cui la mia nave prende il largo e dalla quale l’albatro osserva l’orizzonte e muove i passi goffi di chi non sa ancora volare. Senza destinazione. Solo una luce da seguire con ogni forza sino al tramonto. Senza destinazione. Altrove. In volo.



venerdì 18 maggio 2018

Burning from the inside

Brucia lentamente il tempo delle nostre vite. Scava silente un solco tra ciò che eravamo e ciò che avremmo voluto essere. Noi siamo quel solco, testimoni del nostro passaggio, onde inconsapevoli in un mare ignoto. Mi piace osservare quelle onde nella profondità della notte e perdermi a ricordarne altre. La notte, in fondo, è una promessa non mantenuta, una dichiarazione d’amore destinata a scontrarsi con il sorriso beffardo dell’alba. 
Dov’eravamo noi quando accendevamo quel fuoco? Dov’eravamo noi quando lo spegnevamo amandoci con una devozione quasi sacra?
Brucia lentamente il ricordo del nostro Amore finito e immortale. Brucia lentamente e toglie il respiro. Brucia, ma resta acceso, una luce tra mille, in questo luogo oscuro e senza tempo che è l’Arte di esistere.







venerdì 13 aprile 2018

Daydreaming #1

Il nostro paese o forse il mondo intero, vive un momento terribile, dove valori come la lealtà e l’onestà vengono usati come loghi d’azienda o come telepass per viaggi assolutamente personali. Dove la parola data vale quanto il cellophane attorno un volantino pubblicitario.
In questa limpida fogna dobbiamo avere il coraggio di fare atti di follia pura, che qualcuno scambierà per ingenuità estrema: non fare calcoli e smetterla di vivere per se stessi. Saper condividere. Saper cedere qualcosa di sé per un bene più alto, quello comune. Anche per il bene di quelli che intendono trascinarti nella fogna. 
Per questo sorrido a chi mi vorrebbe triste o affranto e non smetto di essere ciò che sono e sono sempre stato. 
Agire è il solo modo di contaminarci di questo bene incurabile, senza meschinità, senza invidia, senza scorrettezza. Potremmo così essere persone migliori e la qualità della nostra società troverebbe un nuovo carattere in tutte le nostre singole particolari e personali attitudini.


venerdì 2 marzo 2018

Distopic

Ho attraversato, negli ultimi giorni, questo paese sconfitto e addormentato sotto una coltre grigia di nubi basse, nevischio, ghiaccio e rotaie che sapevano di ferro e di fumo, di ruggine e officina. Eppure siamo stati cultura e bellezza. Ho lasciato scorrere questa teoria di affreschi come una pellicola d’epoca proiettata nella mia immaginazione. E mi sono accorto di non riconoscere i luoghi visti centinaia di volte. Mi sono scoperto sorpreso, improvvisamente sopraffatto dalla malinconia, osservando certi scorci di mondo abbandonati dalla memoria dell’uomo. Ho attraversato con l’anima tundre padane e colline umbre punteggiate da casolari diroccati dove un tempo hanno vissuto uomini, dove - chissà - forse sono persino nate altre vite, altri amori, altre malinconie. Oggi di tutto quel fare, di tutto quell’amore e di quelle malinconie restano solo macerie e oblìo. E mi domando: quale futuro distopico può ancora attenderci, se la realtà appare già oggi così cupa? Oggi vedo l’essere che si misura sull’avere ed il senso di possesso che annichilisce il desiderio di conoscere e scoprire. Ma tutto questo battersi vacuo, tutta questa rincorsa sempre incompiuta, questo innamorarsi fatuo di cose e persone complementari solo al proprio mutevole e contingente vuoto interiore, potranno mai lasciare qualcosa di diverso da macerie e oblio?




giovedì 22 febbraio 2018

Altro

Certo non incontrerò più quegli occhi accesi ed aperti sui miei. Non sentirò più la luce chiara e febbrile dell’alba accarezzarmi le palpebre. Non respirerò più quel profumo intenso di luna e di sale marino, sciolti in ore di parole fresche come rugiada, distillata in confessioni liberatorie. 
“Io sono ciò che vedi” dicevano quelle lacrime da troppo tempo soffocate. 
"Io amo ciò che vedo" rispondevo incredulo e, parlando, era la sua voce che sentivo uscire da me.
Come potrò, dunque, avere ancora la forza di riconoscere e rivendicare quella libertà assoluta che è il fluire della fantasia e della passione?
Cos’altro è l’amore se non il luogo dove ciascuno ritrova sé stesso in altre sembianze? Dove, malgrado noi stessi, possiamo scoprire che non serve più la paura o il pudore a difenderci? 
Siamo stati altro. Anche altrove, saremo sempre altro. 


venerdì 2 febbraio 2018

L’Enigma

Cosa mi spinge a cercare di tradurre in parole quello che la vita dissemina sul mio cammino? Perchè mi ostino a non guardare le cose solo in superficie e passare oltre? Dove voglio andare quando oltre al colore, negli occhi scavo alla ricerca dell’anima? Ogni persona è un enigma da risolvere ed io per farlo possiedo solo queste scarpe stanche e una maledetta sensibilità. E così attraverso la folla sorda che mi circonda e per la quale risulto invisibile. In questo mare di silenzio getto la mia bottiglia che racchiude un piccolo rotolo di carta contenente il messaggio che dà le coordinate delle mie cellule, della chiave per entrare nel mio strano museo dove giace un armadio di abiti di scena e una galleria di maschere da indossare a difesa del mio proprio enigma.