In questi giorni oscuri ed inquieti, privi di un volto, di un'identità certa, persi nel ballo di un'ipercomunicazione che non comunica nulla e di un'ipersocializzazione che non fa socializzare nessuno, cerco scintille per un fuoco interiore, per generare una piccola luce e restituire un senso al nostro vagare rabbioso e talvolta pericolosamente silenzioso. Ci occorre un percorso che accenda il nostro sentire, che ci insegni ad accettare, che ci aiuti a cambiare, felici di farlo, e non solo a ostruire, che ci aiuti a spenderci e non a buttarci, che ci insegni a proporre e non solo a proporci.
Voglio scintille e non roghi da spegnere, voglio osservare la nascita di Venere, nuda e pulita, sorgere nitida dalla melma del Dio Ego, delle verità fatte in casa. Voglio un coro di voci con toni e timbri diversi che sappiano spendersi per creare armonia. Voglio uno sguardo che vada oltre le scarpe, voglio l'amore che non sia il mero contrario all'essere soli.