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giovedì 22 febbraio 2018

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Certo non incontrerò più quegli occhi accesi ed aperti sui miei. Non sentirò più la luce chiara e febbrile dell’alba accarezzarmi le palpebre. Non respirerò più quel profumo intenso di luna e di sale marino, sciolti in ore di parole fresche come rugiada, distillata in confessioni liberatorie. 
“Io sono ciò che vedi” dicevano quelle lacrime da troppo tempo soffocate. 
"Io amo ciò che vedo" rispondevo incredulo e, parlando, era la sua voce che sentivo uscire da me.
Come potrò, dunque, avere ancora la forza di riconoscere e rivendicare quella libertà assoluta che è il fluire della fantasia e della passione?
Cos’altro è l’amore se non il luogo dove ciascuno ritrova sé stesso in altre sembianze? Dove, malgrado noi stessi, possiamo scoprire che non serve più la paura o il pudore a difenderci? 
Siamo stati altro. Anche altrove, saremo sempre altro. 


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