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martedì 8 ottobre 2019

Delta

Lenta scivola la barca sul fiume verso valle. Osservo le rive scorrere fuori dal mio campo visivo. Ascolto il cielo e ne respiro le tonalità nitide, vi riconosco un tramonto che immaginavo immortale e che in un attimo rimarrà solo notte. Sotto le palpebre l’immagine di un’emozione, un tratto di matita che disegna un profilo. Un volto, un sorriso, uno sguardo. Questo viaggio è così lungo da cancellare le tracce dietro di sé con il rischio di ridurre il tutto a uno sfiancante spostamento. 
Siamo memoria e arte. 
Il nostro lascito é la capacità di generare emozioni da far esplodere in cielo come fuochi d’artificio per osservarle svanire con lo sguardo impregnato di meraviglia e sgomento, come castelli di sabbia cancellati dalla marea. La vera arte é sopravvivere allo sgomento di questa fine quotidiana e cercare un domani nelle tue parole.
Le tue parole sono baci, sono navi all’orizzonte, sono porti dove abbandonarsi all’oblio, sono luci calde in inverno, sono fari nella tempesta, sono le stazioni d’arrivo dopo un viaggio infinito, sono suoni che abbattono il muro della banalità, sono le maschere antiche che mettono in scena l’ultimo fremito del brivido che ci tiene in vita e che, non comprendendolo, chiamiamo genericamente Amore. Quell’Amore che é in noi, ma non sapendolo raggiungere da soli chiediamo ostinatamente ad altri di far emergere con noi. 
Dunque lo so che da solo non ce la farò ed è per questo che allungo la mano verso di te, al buio, per sentire una voce che mi dica ancora una volta che stiamo partendo, che l’acqua è calma, che il vento é tiepido ed il sole accompagnerà le nostre parole sino al Delta del fiume ed il mare, tutto il mare, sarà chiuso nel bicchiere in cui brinderemo.




martedì 3 settembre 2019

Diamanti


Se muovo lo sguardo dall’orizzonte, colgo un’espressione sottile e nitida. Scorro senza alcuna vergogna dal verde dei campi al rosso delle foglie e su tra le colline che sembrano aprirsi a un sorriso, l’azzurro dei diamanti profondi. Non so dove sia il bene e cosa possa essere io in questo panorama. Di certo non un frutto da cogliere o una minaccia da temere. Ma abito lì, tra i tuoi orizzonti, nascosti e rimossi. Non c’è fortuna in questo destino, eppure sarebbe facile trovare un’ ombra quieta persino in questa foresta bruciata.
Allora accenderò ancora un fuoco nell’anima e non potrò che osservarla bruciare. Resteranno i diamanti.





sabato 10 agosto 2019

La Distanza

Pongo lo sguardo sull’orizzonte contando le sfumature lunari sullo specchio del mare. L’anima riflette e mille domande mi ronzano in testa, fastidiose e insistenti. Allora riempio il bicchiere e sorseggio la notte di un’estate matura. Quanto é distante da me il tuo pensiero? Che misura tiene a distanza questo mare dal tuo cielo? Sappiamo davvero poco di quanto regola il nostro sentire eppure ne riconosciamo i lineamenti anche ad occhi chiusi. Osservo il tuo sole sulla mia pelle anche quando fa notte e così tu mi accendi e riscaldi l’anima anche con la tua assenza. Ed io non faccio che attendere che arrivi il tramonto per confondere, nel buio rassicurante e frustrante, la forza di questa luce che é sorta in me e che si spegnerà con me, perché lo sai, avvicinarsi al sole fa sempre un po’ paura. Le parole non riescono a restituirci la vita, non ne faranno un ritratto, non descriveranno un ricordo, non tenteranno di abbozzare un proposito. Siamo semplicemente nello stesso orizzonte, malgrado le nostre distanze, per la sola gioia di chi saprà vederci.


venerdì 2 agosto 2019

Mal d’Africa.

Non c’è filo sufficientemente lungo per legare insieme questi miei pensieri nomadi. E allora li lascio cadere liberi e disciolti, confusi e arruffati, come reduci da un brusco risveglio, su questo foglio di carta virtuale.
Un tempo ci siamo seduti affiancati ed abbiamo composto parole osservando schiudersi il fiore d'Ibisco. Abbiamo camminato insieme lungo i giardini dei nostri castelli e, per un tratto, abbiamo creduto di veder sorgere l’alba di una nuova cometa. Ma era notte, ancora, ed era buia e profonda ed infida in modo sottile. Così ci ha lasciati soli, sdraiati, affacciati sul labirinto celeste. Vivo ancora la stessa emozione per quel crepuscolo che, in un attimo, ha saputo contemplare ogni istante del giorno. Ma ora lo osservo al contrario, come il negativo di una fotografia indelebile che ho stampato nell'anima. Io sento ancora il silenzio, e quel vuoto martella il mio giorno con ogni parola non detta. Non è nostalgia. Lo chiamano Mal d'Africa. In altre parole, forse, è la necessità di ritorno a ciò che non posso essere, ma a cui inevitabilmente appartengo.


venerdì 21 giugno 2019

Compagno dolore

Non ho mai cercato parole per descrivere il mio dolore, forse perché non l’ho mai compreso fino in fondo, ma l’ho sempre relegato tra le cose indicibili che ci abitano. Eppure i pesi che porto dentro sono gli elementi fondanti che sento in me. Il lutto per ciò che non è stato, per tutto quello che non è più, é un compagno di viaggio inseparabile. Ma questo non fa di me una persona triste, infelice o depressa, perché conosco le ombre e riesco così ad apprezzare la luce. La forza di un sorriso e la bellezza di una parola mi intrigano e mi accendono più d’ogni cosa al mondo. E nulla è più bello e forte di un sorriso che ha conosciuto le lacrime e la pienezza oscura del vivere. Solo attraversando la notte si giunge ai bagliori dell’alba più bella. E da tutto questo dolore che attraversa i nostri corpi e deforma gli orizzonti e le prospettive arriva la lezione del bene da regalare. Non è la morte che fa cessare di amare. Non sono le strade che si separano a tenerci lontani. É solo il prevalere del pensiero di sé su quello per gli altri a renderci limitati e fondamentalmente infelici. 


lunedì 18 marzo 2019

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Lunedì mattina. Marzo. Pioggia. Caos sulle strade e ingorghi nella mia mente. Gli anni si infilano nella nostra immobilità come i mezzi a due ruote nel traffico: ci passano attraverso e se ne vanno altrove. Dove pensa di andare tutta questa gente? Si infila in armature troppo pesanti per essere indossate, solo per combattere guerre perse in partenza. Basterebbe poco, basterebbe meno. 
I miei pensieri stridono in testa come il gesso su una lavagna ripulita. E quello che provo è l'assurda sensazione di un contemporaneo rumore e silenzio. Ma in questo silenzio non c'è la dovuta pace e in questo rumore non c'è alcuna risposta. Basterebbe poco, basterebbe meno.
Se solo ricercassimo un senso al nostro esistere senza confondere l'obbiettivo col mezzo per raggiungerlo. Sarebbe poco, eppure, sarebbe tutto.



mercoledì 6 marzo 2019

La Riva


La notte è fresca al di là di quanto dica la mia pelle e da oriente sale un chiarore lento e inarrestabile, guidato e trascinato da Venere, come la lanterna di chi esplora un cammino. Non sono in pace col mondo e nemmeno con me stesso, ma lascio che le parole mi invadano, come le acque della marea che salgono e ricoprono, lentamente, le mie rive. Arriva il giorno ed io lo guardo fisso negli occhi. Non è una sfida: è un gioco, le cui regole si cambiano in corsa e di cui si comprendono le meccaniche sempre troppo tardi. 
Voglio la mente libera e lo sguardo acceso. Voglio la sola moneta che non ci è consentito guadagnare ma soltanto spendere: il tempo di questa mia unica vita. 
Cammino lungo i marciapiedi che portano al mare. Voglio arrivare per tempo e non lasciare la sola possibilità di tracciare una linea su quella riva sabbiosa destinata ad una nuova alta marea. 


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giovedì 14 febbraio 2019

Bukowski Valentine

Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.

Charles Bukowski