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lunedì 29 settembre 2014

Icarus

Non ero mai stato così vicino a toccare la misantropia. Ero più chiuso di una conchiglia sigillata, con un solo sottile spiraglio aperto per scrutare fuori. Ma il mondo mi appariva quasi solamente oscuro, ingiusto e superficiale, dal fondo della spiaggia. Nel mio guscio conservavo ogni rimpianto a fianco di ogni piccolo rancore e ogni bene necessario alla mia sopravvivenza. Poi è scoppiata la tempesta di luce. Il mio guscio si è aperto e questo ciclone ha spazzato via tutto, rimpianti e rancori. Tutto mi appare ora sufficientemente distante per essere messo a fuoco correttamente. Tutto il resto rimane ben visibile e in piena luce dentro di me. L'incipiente misantropia si è trasformata in altro. Ora osservo il mondo con lo sguardo filtrato da una più acuta sensibilità umana che rende tutto più nitido e decifrabile. Sotto questa lente l'umanità mi appare in tutta la sua fragilità. È questo la rende molto più vicina a me. Più vicina alla luce. Icaro dalle ali d'acciaio. Senza paura vicino al sole. 

venerdì 26 settembre 2014

Ciò che sono

Ascolto ogni parola e ne peso la portata, il significato, la posizione, il senso diretto e quello nascosto che riesco ad individuare. Non sono così bravo a capire tutto subito, dunque riascolto, rifletto, sposto il punto di vista ed osservo. Cerco di orientarmi tra le siepi spinose in cui vivo, consapevole che ogni movimento brusco può significare una ferita che viene ad aprirsi sulla mia pelle. Non si deve piacere a tutti, ma ho la fortuna di piacere a chi mi piace e questo mi basta, soprattutto se la mia prima prerogativa resta sempre quelle di essere soltanto ciò che sono senza finzioni o calcoli: nulla per tanti, tanto per qualcuno. Imperfetto di certo, ma vero come la luce del sole che ti scalda la pelle.

giovedì 25 settembre 2014

La moneta di scambio

Non sono mai stato qui, in questo stato di cose, in questo senso di urgenza e di costante imminenza. Non c'è tempo per pensare troppo al tutto, il tutto si percepisce sotto e lo si insegue d'istinto. Mi concentro sul particolare, sul dettaglio decisivo, quello che fa la differenza tra la banalità del male e la bellezza unica del bene.
In questo quadro poco definito c'è la luce e c'è la verità. Ci sono gli ostinati tentativi di ubriacarmi in questi elementi di assoluta bellezza, lontanissimi dallo squallore scontato di ogni calcolo speculativo.
Sono infine approdato al giardino pensile di un'esistenza abituata a vivere tra cantine e soffitte. Per anni ho sognato di essere ed infine mi sono risvegliato dal sogno. E ora sono. 
Curerò questo giardino sino a farlo fiorire in una primavera costante, lunga quanto le nostre esistenze. Fedele alla parte che questo teatro prevede, non smetterò di scendere in strada a declamare a braccio il poema di questa vita che brucia fotogrammi alla velocità di un sospiro, di uno sguardo, di una parola d'Amore. La sola moneta di scambio per barattare il caos con la felicità.

mercoledì 24 settembre 2014

Cento

Cento volte ho sognato di esistere
Cento volte sono stato smentito
Cento occhi ho aperto sul mondo
Cento giorni prima di incontrarti
Cento piccoli istanti per capire di amarti 
Cento volte il timore di perderti
Cento giorni morti e sepolti
Cento notti ancora da nascere
Cento volte a cercare le tue mani aperte
Cento esatte parole prima di respirarti
Cento volte a dirti ti amo senza sentirlo banale
Cento parole ripetute ad alta voce
Cento volte ciascuna
Cento cieli all’alba
Cento stanze lontane dal cuore
Cento volte io
Cento e cento volte ancora tu
Cento pagine non scritte
Cento ancora da rileggere
Cento rughe sulla mia fronte
Cento lacrime sulla mia pelle
Cento errori prima di riuscire a capire
Cento pensieri prima di andare a dormire
Cento voci giocano nella mia mente
Cento volte riemerge il passato
Cento volte trionfa il presente
Cento incroci per sfidare l’istinto
Cento brividi all'improvviso
Cento gelidi inverni per l'arrivo di una primavera
Cento biglietti per l’Eldorado
Cento traghetti di ritorno dall’Ade
Cento biglietti d’addio mai spediti
Cento poesie scritte per puro Amore 
Cento maschere dell’illusione
Cento volte “mi sembrava che fosse...”
Cento baci rubati 
Cento romanzi iniziati
Cento racconti sbagliati
Cento immagini da incorniciare
Cento frasi da ricordare
Cento sogni da raccontare
Cento incubi da sotterrare
Cento nuove scoperte
Cento fuochi d’autunno 
Cento anni di nebbie
Cento canti di gallo
Cento lenti abbracci
Cento grida di gioia 
Cento notti insonni a pensarti
Cento espressioni di meraviglia
Cento sfumature di sofferenza
Cento secondi di gioia assoluta
Cento delusioni da digerire
Cento carezze da ricordare
Cento fantasmi da seminare
Cento candele da accendere al buio
Cento viaggi da progettare
Cento feste da celebrare
Cento libri su un nuovo scaffale 
Cento sguardi da non incrociare
Cento volte la tua luce mi accende
Cento ore di amore assoluto in cui annegare 
Cento minuti volati in ufficio
Cento dei nostri giorni
Cento di questi tempi 
Cento volte a cercarti nelle righe che ho scritto
Cento volte a ritrovarti tra le mie braccia
Cento abiti da gettare a terra
Cento onde da assecondare
Cento spiagge su cui abbandonarsi
Cento orizzonti di cui innamorarsi 
Cento luci infiammate al tramonto
Cento giorni senza obiettivi precisi 
Cento anni con te non basteranno
Cento settimane vorrei con te ogni anno
Cento volte le mie mani lungo i tuoi fianchi
Cento baci a promettere di non essere stanchi
Cento caffè sempre troppo ristretti 
Cento conti d’albergo
Cento fiori di campo 
Cento passi per descrivere una traiettoria
Cento segni di pace
Cento idee di vittoria
Cento forme di diversa e sicura bellezza
Cento vuote parole per descrivere il nulla
Cento rimedi alla noia
Cento volte al di sotto del mare
Cento salti di gioia
Cento oggetti da offrire
Cento mete da raccomandare
Cento parole mute nello sguardo che osserva
Cento volte il tuo corpo
Cento altre volte ancora
Cento bottiglie vuote
Cento commerci illegali 
Cento leggi per nessuna regola
Cento conseguenze della libertà 
Cento postumi dell’ultima sbornia
Cento valigie da chiudere insieme
Cento volte ancora il piccolo cane abbaierà alla sua luna


domenica 21 settembre 2014

Il mistero che ci abita

La solitudine degli uomini è straordinaria. Vivono a contatto gli uni con gli altri condividendo realmente pochissimo e quel poco è, il più delle volte, di singolare superficialità. Tutto sembra dover essere legato a funzionalità speculative materIali. Eppure alle volte basterebbe poco per pensare e parlarsi e scavare oltre quello strato di superficie. Invece ciascuno rimane chiuso nel proprio guscio emotivo. In questo modo le anime non riescono ad uscire dal grigiore animale inconsapevole in cui sopravvivono per larga parte della loro vita corporea. Ciascuno di noi possiede una chiave in grado di aprire quella porta su cui potrebbe affacciarsi il proprio demone. Ma in quanti sono davvero disposti a spalancare la mente al volto sconosciuto che ci abita? Chi è disposto a rischiare le proprie certezze scontate per amore della verità meno banale? Ogni cosa grande contiene una grande paura, ma non dobbiamo temere di aprire il nostro mistero agli altri. Nei nostri ragionamenti logici è contenuto il seme di una conoscenza che merita di essere coltivata e cresciuta negli altri, assieme agli altri. Ogni giorno potrà servire per creare persone migliori, società migliori, mondi migliori.


giovedì 11 settembre 2014

Oltre la pioggia

A volte cammino sotto una pioggia di ricordi. In quei casi mi si affanna il respiro, pensando ad alcuni attimi che sono volati via e che poi ritornano a farmi visita, carichi della loro incompiutezza al presente. Il mio cielo si fa pesante ed il cammino, a quel punto, procede a rilento, lungo la salita lieve ed inesorabile del tempo.
Chiuso nella stanza di un albergo qualunque, nella solitudine vuota di questo non luogo, la mia vita altrove, in altri tempi ed altri spazi, ricompare a ondate come la risacca di un mare in burrasca, sotto la spinta del vento di un cambiamento tanto continuo quanto incostante.
Avanzo a fatica e solo nella verità trovo pace. La verità che sono e che siamo, oltre a tutto ciò che gli occhi possono vedere. Nessun ricordo mi restituirà un domani. Solo la verità del nostro esistere può farlo. Ed io l'accompagno.



lunedì 8 settembre 2014

Disciplina

Mille cose affollavano le mie giornate, così ricche di pensieri da non permettere un attimo di autentica presa di distanza. Diventava difficile mettere in fila le stesse parole che continuavano a turbinare nella mia testa e che reclamavano spazio per uscire, diventare concetti, immagini, situazioni, emozioni e connettersi sulle mie pagine di scrittura.
Non c'era mai stato uno spazio adeguato per dare un senso ed una definizione alle cose, poiché la vita reclamava una continua azione. Eppure sono sempre stato convinto che la vita meritasse più attenzione. Ho imparato così a rallentare e dedicarmi a fissare il cielo, le nuvole, gli occhi che mi regalano luce e calore, le cose più ordinarie e straordinarie che fanno da scenario o rappresentano la sostanza stessa delle mie giornate, che senza questi elementi sarebbero state una mera sequenza di adempimenti pratici. Riflessione, attenzione, amore.








mercoledì 3 settembre 2014

Nella mia tavolozza: il giallo.

Chiudi gli occhi. Immagina un colore che occupi lo spazio dei tuoi pensieri. Focalizza le immagini che esso ti proietta dentro. Viaggia in quel colore.
Chiudo gli occhi. Il giallo si accende. Ok. Colore di calore, simbolo dell'estate di cui sono figlio, rappresenta la luce e la luce mi rappresenta in pieno, per cui sono io il giallo, il sole, la luce. Bene. Cosa riesco a vedere? In questo colore mi fondo lasciando la razionalità altrove. Scorgo sfumature d'albe e tramonti un po' ovunque, pennellate di campi di girasoli tra Salon e St Remy de Provence, le siepi di mimose di Bordighera, la carbonara di Via Rasella, il battito d'ali di un canarino, il limone solitario nella natura morta di Cezanne, le palle da tennis appena uscite dalla lattina nuova, la polpa dolce di un ananas, la luna color zafferano che illumina certe notti di giugno, le notti in cui anche il buio trasmette luce e calore. Gli occhi sorridenti che si accendono sui miei, dipingono di giallo la mia anima e mi cullano in questi pensieri dolci, colorati e caldi. In questa doccia emozionale lavo via i pensieri di ogni altro colore, perché questo codice racconta di trame intricate di cui la mia vita è intrecciata, ma soprattutto disegna il raggio di sole che buca le nubi dopo una lunga tempesta, il sole provenzale che mi illumina, mi conduce e mi restituisce alla vita.


 

lunedì 1 settembre 2014

Due punti distanti

Nel bianco stanco dei miei occhi e nell'incerto colore del mio iride si specchia il mio mondo, giorno dopo giorno, istante dopo istante. Coerente nella sincerità, il mio sguardo sulle cose non ha potuto fare altro che seguire la metamorfosi non lineare della mia esistenza lungo il cammino della mia vita. Ogni passo sposta il punto di vista e ciò che appare in ombra sotto una certa angolazione, in un dato momento, dopo un certo cammino può apparire in piena luce e rivelarsi altro, rivelarsi vero.
Quante certezze inattaccabili ho demolito nel tempo? Quante convinzioni ho dovuto ammettere che fossero sbagliate? Tante, certamente troppe perché non possa ritenermi una persona inquieta. Ma la coerenza è sempre rimasta inalterata nell'ostinazione del ricercarsi. Per trovarsi e non rinnegarsi più. Per vivere in grande pienezza la verità della luce che unisce due punti distanti, ma inesorabilmente uniti in uno stesso disegno, senza ciascuno dei quali, il tutto resterebbe intollerabilmente incompleto.