I Temi

Le Pagine

venerdì 25 luglio 2014

Vacuum

Non ho paura del vuoto. Il cielo sembra esserlo, ma è li che si accendono le stelle e da lì arriva la pioggia che ci disseta. Non esiste il vuoto quando il pensiero è vivo nel tuo cuore, nella tua mente e nel tuo corpo. Vivo una vita affollata che necessita della capacità di saper star soli, di non vedere anche ad occhi aperti e di vedere con gli occhi stretti in un brivido buio. Il vuoto è un tempo di attesa e di riflessione in cui l'errore peggiore è quello di tentare di riempirlo di qualsiasi cosa. Se il vuoto è la sottrazione di un pieno, nulla tranne quel pieno potrà riempirlo. Dunque mi ci inoltro senza timori, ma con la consapevolezza che, passo dopo passo, l'aria si farà sempre più rarefatta. Ma questo sarà il mio respiro.


domenica 20 luglio 2014

Le gabbie dell’anima

Quante gabbie invisibili ci contengono? Quante persone hanno consapevolezza della forma e della dimensioni di ciascuna di esse? 
Tante volte queste gabbie ci vengono costruite addosso dagli altri, altre volte siamo noi stessi a fabbricarle, per senso di obbedienza verso un principio etico o culturale che la società in cui viviamo ci impone. Vi sono gabbie di tipo morale, che ci impediscono di fare ciò che vorremmo perché alcune sbarre formano il confine tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Non ci si dovrebbe comunque dimenticare che queste sbarre sono uomini a costruirle, a loro volta rinchiusi dietro ad altre sbarre fabbricate da altri uomini. 
Diverse sono le gabbie in cui gli altri ci confinano. Il lavoro che svolgiamo, i nostri comportamenti pubblici, le nostre passioni dichiarate ci pongono dietro a sbarre che noi spesso non percepiamo, ma che agli occhi degli altri esistono. Difficile far capire a chi ti osserva che la tua anima non è rinchiusa in quella gabbia in cui lui ti vede, ma che da essa esce ed invade spazi infinitamente più grandi e diversi. Gli uomini nascono liberi e debbono avere la forza di ascoltare la voce delle più profonde vocazioni per sciogliere le sbarre di tutte queste gabbie e cogliere il proprio compimento di nuovo in piena libertà.
Le anime debbono volare libere dai pregiudizi altrui ed affermarsi nella luce della propria verità esistenziale.



sabato 19 luglio 2014

Auguri allo specchio

Che oggi tu possa mettere piede in un anno nuovo da tutti i punti di vista: diverso, cambiato, rinnovato, rifiorito, illuminato.
Che tu possa ritrovarti in un io sempre più maturo, magari un po' più affaticato, ma con la scorza di uno che ha sedimentato negli anni molte risorse interiori per stare al mondo e cercare di farlo oltrepassando la soglia del mero sopravvivere e che oggi ne aggiunge uno in più, di anni, provando a se stesso che la forza e la sicurezza di oggi superano di non poco quelle di ieri.
Che la tua mente e il tuo cuore possano essere anche più di prima aperti al vivere, quindi.
E, per il regalo che gli anni comunque ci fanno, o dovrebbero concederci, consistente in una dose sempre maggiore di saggezza, che i tuoi occhi possano vedere con sempre migliore accortezza le opportunità e le gioie di questa vita, per saperle cogliere al volo quando esse si presentano, come si fa con le stelle cadenti e con i desideri che lanciamo loro, nella speranza che, nella loro scia, ce li conducano laddove desideriamo si avverino.
Che questo cielo, che anno dopo anno continui a guardare, imperterrito, instancabile, diventi il tuo cielo nel tuo orizzonte, con le stelle che di notte numerose si illuminino ad esaudire tutti quei desideri espressi e tutti i tuoi sogni ancora a venire.
E poi, che il nuovo anno compiuto ti doni qualcosa in più della semplice consapevolezza di chi sei, vale a dire la soddisfazione di guardarti allo specchio una mattina e vedere divenuto realtà anche un pezzo di ciò che hai sempre desiderato essere.
Che il nuovo anno ti riservi ancora tanto Amore, quello di cui tu hai una così alta considerazione e che metti al centro della vita perché l'unico capace di farci capire cosa significhi la parola felicità. 
L'Amore che può tanto, che può tutto.
Infine, che il tuo modo di leggere ed intendere te stesso e il tuo vivere siano nel 49esimo anno ancora un passo oltre, ancora più vicini alla conquista dei segreti della vita più nascosti e della capacità di incanalare le energie nella direzione dei colori, della luce, della parte radiosa e positiva delle cose, con l'aria fresca che passa in un respiro profondo, in un nuovo respiro, in un nuovo sorriso.


sabato 12 luglio 2014

Questo Amore - Jacques Prevert

Questo amore
Così violento
Così fragile 
Così tenero 
Così disperato 

Questo amore 
Bello come il giorno 
Cattivo come il tempo 
Quando il tempo e cattivo 
Questo amore così vero 
Questo amore così bello 
Così felice 
Così gioioso 
Così irrisorio 
Tremante di paura come un bambino quando è buio 
Così sicuro dì sé 
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte 
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire 
Questo amore tenuto d'occhio 
Perché noi lo tenevamo d'occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt'intero 
Così vivo ancora 
E baciato dal sole 
E' il tuo amore 
E' il mio amore 
E' quel che e stato 
Questa cosa sempre nuova 
Che non e mai cambiata 
Vera come una pianta
Tremante come un uccello 
Calda viva come l'estate 
Sia tu che io possiamo 
Andare e tornare possiamo 
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare 
Addormentarci ancora 
Sognarci della morte 
Ringiovanire 
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove 
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio 
Crudele come la memoria 
Stupido come i rimpianti 
Tenero come il ricordo 
Freddo come il marmo 
Bello come il giorno 
Fragile come un bambino 
Ci guarda sorridendo 
Ci parla senza dire
E io l'ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov'eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t'abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.

Jacques Prevert


venerdì 11 luglio 2014

Senza titolo

Senza titolo, con le sole parole a condurci, siamo quello che diamo. Ed ogni dono può diventare, giorno dopo giorno, più grande, se sapremo guardare oltre noi stessi,  oltre i nostri bisogni. La felicità è nelle nostre mani e con essa ci bagneremo il viso, dipingeremo tramonti e canteremo canzoni cariche di silenzi profondi come l'oceano, come l'amore che unisce i colori che siamo.



Babylon

Sempre destinati altrove, i miei pensieri camminano le strade di questa città, accesa e sintonizzata su una semplice canzone, tanto popolare quanto emozionante. La luce è ovunque anche nella notte, nei miei passi, nei miei occhi, nei ricordi che schiariscono il cielo confondendosi con la luna che accarezza le fronde di un pino marittimo disegnato da un illustratore romantico. Qui il tempo è un equivoco permanente inspiegabile. I secoli remoti affiorano sulle nostre fronti come il sudore dovuto allo sforzo di ricercare le risposte nelle pietre che parlano all'orecchio di chiunque le osservi, raccontando a ciascuno la propria storia, la propria identità, ma non un futuro possibile.
Ogni angolo regala bellezza interiore e definisce la distanza tra ciò che ê e ciò avrebbe potuto essere la nostra vita in un'altra dimensione, non necessariamente in un altro tempo, magari solo se avessimo letto un altro libro, indossato un'altra giacca o se avessimo considerato la nostra onestà solo ingenuità.
Dalle fontane continuano a gorgogliare nella mia anima nuove acque che lavano i miei sensi e li conducono alla vita. La vita che giaceva nelle soffitte polverose e ha trovato ora i suoi giardini pensili.


mercoledì 9 luglio 2014

La notte è finita

Nel corso della nostra vita, è curioso come il nostro spirito, le nostre idee fondanti, le nostre vocazioni, restino sempre identiche a sé stesse. Possiamo attraversare le notti più buie o le tempeste più sconvolgenti, ma il nostro codice filosofico ed etico rimane immutato. Rileggendo alcune pagine scritte da me nell'agosto del 1987, la notte prima della mia partenza per il servizio militare, ritrovo esattamente lo stesso spirito d'oggi, lo stesso amore per la conoscenza e la cultura, la stessa dichiarazione di fede nell'amore più autentico ed in particolare nell'amore nella verità tanto presente in Platone nei dialoghi del Simposio, che allora non conoscevo ancora.
Mi è parso incredibile rileggere, a quasi 27 anni di distanza, quelle parole da me tracciate con una penna su un quaderno a righe, sdraiato nel mio letto nella stanza delle nuvole.
Amore nella verità e rifiuto dell'effimero. Questo ero allora e questo sono oggi. La notte è finita.


domenica 6 luglio 2014

Una finestra al mattino

La luce della domenica mattina raggiunge i miei sogni. Le doghe chiare disegnate sulla tenda sono solo le proiezioni della luce del sole. La luce è là fuori, da qualche parte, e trasmette già la sua forza, che oltrepassa la persiana, il vetro e la tenda per toccare i miei occhi. Tra una striscia e l'altra di luce ve ne sono altrettante di ombra, ma queste non riescono ad attenuare la forza dell'avanzare del giorno. Mi lascerò guidare da questa forza. Mi alzerò e spalancherò la finestra alla luce ed il giorno avrà inizio.


venerdì 4 luglio 2014

Regalarsi

Non provo nessun rancore per il tempo che passa, dal momento che ho cominciato a riempirlo con la mia vita. Troppo a lungo è rimasto come un fastidioso effetto collaterale delle mie funzioni vitali. In quei momenti provavo fastidio nel vedere i giorni andarsene senza dare un senso compiuto al mio stare al mondo, ma non riuscivo a trovare un rimedio. Fare cose senza sapere perché non può dare un senso al proprio esistere. Quest'ultimo deve costituire il movente delle proprie azioni.
Perché si vive dunque? Perché si fatica? Perché si lotta? Perché ci si batte contro ogni contrarietà, contro le malattie, contro la stupidità umana? Perché è istintivo voler sopravvivere e solo in situazioni estreme si getta la spugna? In cosa risiede questa nostra natura autoconservativa che vuole sopravvivere di fronte all'insensatezza apparente delle cose? Esiste una nostra parte interiore, il nostro spirito, la si chiami anima, se si vuole, che è fatta di luce e di semi che necessitano di una terra in cui germogliare. La terra sono gli altri. La luce è la parte che governa i nostri sentimenti, la nostra conoscenza, le nostre relazioni con gli altri, l'amore, gli affetti, le amicizie. I semi sono il germoglio che va oltre noi stessi, sono ciò che produciamo, la nostra arte, i nostri figli, le nostre capacità di fare per gli altri. Secondo me la vita si compie sensatamente e si conserva nell'idea che da noi possano uscire luce e semi. E ciò accade solo donandosi agli altri, senza calcolo, senza un proprio tornaconto umano precostituito. La nostra vita è un dono che dobbiamo saper fare agli altri, a tutti coloro che vivono il nostro stesso tempo. 


mercoledì 2 luglio 2014

Plancton

Nessun sonno riposerà mai i miei pensieri. Questa veglia perpetua che attraversa la mia vita mi pone in uno stato febbrile. Tutti i sensi sono sotto la lente d'ingrandimento di questo calore che mi attraversa il  corpo e la mente. È un'emozione permanente, una lucidità estrema a fianco di un incontrollabile ed irrazionale stato di bisogno. Ogni parola, ogni gesto, ogni istante rubato è una goccia che ingrossa il fiume che sfocia nell'oceano che sono. Sul fondo di  quest'oceano tormentato vivono le mie speranze ed i miei sogni, nutrendosi di luce. La luce che è fuori, sopra il pelo dell'acqua, che dona la rotta ai naviganti dell'anima ed un corpo agli spiriti, un sollievo a chi soffre e una notte stellata a chi ha il coraggio di amare, nonostante tutto.