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mercoledì 12 ottobre 2016

Uscire

Cristallizzo i pensieri in un susseguirsi di immagini. Non ho più voglia di attendere. Non ho più il tempo di attendere che arrivi il domani, lo debbo anticipare. Perché scrivere? Perché un romanzo ancora? E cosa debbo raccontare che già non sia stato detto, letto, mangiato e digerito? 
Vorrei possedere la conoscenza e la sapienza per scrivere saggi. I saggi sono monumenti che danno un'impronta al nostro paesaggio. I romanzi sono le case in cui viviamo. 
Dentro di me sento parlare le storie degli uomini. In me comanda un umore sempre mutevole e la mia quota di razionalità la riservo tutta al mio essere sociale, quello che respira e ha buon senso, quello che sopporta e guarda avanti, quello che gestisce e tenta di rispondere alle mille aspettative degli altri. Ma nella vita, appunto, c'è altro. E questo altro è negli altri. Nella mia vita ci sono altre vite, ci sono persone che passano ed altre che restano, ci sono libri che entrano dalla porta e non escono più. Ci sono storie che passano dentro e che debbono uscire. E questo è il tempo di uscire.




venerdì 7 ottobre 2016

Personaggi e Autori

Cosa resta di questo silenzio? Cosa rimane delle frasi interrotte, delle parole non dette? Rimane quel senso di sospensione che rende il tutto indefinito e, dunque, infinito. Ma l'infinito è un sentire proprio dell'amore, qualcosa che nasce nei silenzi di questa umanità rumorosa, caotica, legata all'ossessione cieca della sua scadenza e incapace di liberarsi dai cardini del vivere quotidiano in un intarsio di costrizioni e ricatti sociali risibili agli occhi di chi vede veramente. 
Dichiarare il proprio smarrimento nella speranza che qualcuno si metta alla nostra ricerca, fa sentire naufraghi all'ultima bottiglia, pionieri abbandonati su una pista deserta. Bisogna dunque trovare la forza, il tempo ed il modo per tirare fuori da noi tutto il non detto dandogli consistenza. Non lasciare che un'intenzione non diventi un tentativo, ma si traduca in qulcosa che possa diventare nutrimento quotidiano per sè e per gli altri. 
Se la misura del proprio esistere la si prende col metro del giudizio altrui si sarà sempre personaggi e mai autori. Ed invece ciascuno di noi, per dare pienezza al proprio esistere deve diventare autore di qualcosa di proprio, di qualcosa che non tema la scure di chi si veste da giudice solamente perchè non conosce davvero la stoffa degli uomini liberi. Chi è inquadrato è nel mirino. 




domenica 2 ottobre 2016

Nel castello incantato

Un castello incantato. Un vero labirinto fatto di volti, di incontri e di parole. La vita scorre in questo dedalo di corridoi saturo di porte che attraversiamo per sbarcare in stanze luminose affacciate sulla speranza o altre inquietanti dalle quali proveremo poi a scappare al più presto. La curiosità di vedere cosa appare oltre la prossima porta, ci conduce comunque sempre altrove. Altre volte, quando ci troviamo immersi nell'atmosfera di un ambiente che ci fa stare bene e che ci dona conforto, dobbiamo comunque partire. E la porta ci si chiude alle spalle, con un rumore sordo e definitivo. Le uniche regole di questo castello, infatti, dicono che non si può ripassare mai nella stessa stanza e che una porta chiusa non si riapre mai sulla stessa stanza. Un gioco impietoso. 
Tutto questo nostro affannoso cammino, questa ricerca continua di una stanza migliore, di una vera speranza, di una felicità che abiti in qualche passaggio segreto, di un nuovo luogo da raggiungere tra le migliaia, ci conduce comunque all'unica uscita. A quel punto non ci resta che affacciarci sul vuoto e imparare a volare.