Ho attraversato, negli ultimi giorni, questo paese sconfitto e addormentato sotto una coltre grigia di nubi basse, nevischio, ghiaccio e rotaie che sapevano di ferro e di fumo, di ruggine e officina. Eppure siamo stati cultura e bellezza. Ho lasciato scorrere questa teoria di affreschi come una pellicola d’epoca proiettata nella mia immaginazione. E mi sono accorto di non riconoscere i luoghi visti centinaia di volte. Mi sono scoperto sorpreso, improvvisamente sopraffatto dalla malinconia, osservando certi scorci di mondo abbandonati dalla memoria dell’uomo. Ho attraversato con l’anima tundre padane e colline umbre punteggiate da casolari diroccati dove un tempo hanno vissuto uomini, dove - chissà - forse sono persino nate altre vite, altri amori, altre malinconie. Oggi di tutto quel fare, di tutto quell’amore e di quelle malinconie restano solo macerie e oblìo. E mi domando: quale futuro distopico può ancora attenderci, se la realtà appare già oggi così cupa? Oggi vedo l’essere che si misura sull’avere ed il senso di possesso che annichilisce il desiderio di conoscere e scoprire. Ma tutto questo battersi vacuo, tutta questa rincorsa sempre incompiuta, questo innamorarsi fatuo di cose e persone complementari solo al proprio mutevole e contingente vuoto interiore, potranno mai lasciare qualcosa di diverso da macerie e oblio?
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venerdì 2 marzo 2018
giovedì 22 febbraio 2018
Altro
Certo non incontrerò più quegli occhi accesi ed aperti sui miei. Non sentirò più la luce chiara e febbrile dell’alba accarezzarmi le palpebre. Non respirerò più quel profumo intenso di luna e di sale marino, sciolti in ore di parole fresche come rugiada, distillata in confessioni liberatorie.
“Io sono ciò che vedi” dicevano quelle lacrime da troppo tempo soffocate.
"Io amo ciò che vedo" rispondevo incredulo e, parlando, era la sua voce che sentivo uscire da me.
Come potrò, dunque, avere ancora la forza di riconoscere e rivendicare quella libertà assoluta che è il fluire della fantasia e della passione?
Cos’altro è l’amore se non il luogo dove ciascuno ritrova sé stesso in altre sembianze? Dove, malgrado noi stessi, possiamo scoprire che non serve più la paura o il pudore a difenderci?
Siamo stati altro. Anche altrove, saremo sempre altro.
venerdì 2 febbraio 2018
L’Enigma
Cosa mi spinge a cercare di tradurre in parole quello che la vita dissemina sul mio cammino? Perchè mi ostino a non guardare le cose solo in superficie e passare oltre? Dove voglio andare quando oltre al colore, negli occhi scavo alla ricerca dell’anima? Ogni persona è un enigma da risolvere ed io per farlo possiedo solo queste scarpe stanche e una maledetta sensibilità. E così attraverso la folla sorda che mi circonda e per la quale risulto invisibile. In questo mare di silenzio getto la mia bottiglia che racchiude un piccolo rotolo di carta contenente il messaggio che dà le coordinate delle mie cellule, della chiave per entrare nel mio strano museo dove giace un armadio di abiti di scena e una galleria di maschere da indossare a difesa del mio proprio enigma.
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