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mercoledì 6 marzo 2019

La Riva


La notte è fresca al di là di quanto dica la mia pelle e da oriente sale un chiarore lento e inarrestabile, guidato e trascinato da Venere, come la lanterna di chi esplora un cammino. Non sono in pace col mondo e nemmeno con me stesso, ma lascio che le parole mi invadano, come le acque della marea che salgono e ricoprono, lentamente, le mie rive. Arriva il giorno ed io lo guardo fisso negli occhi. Non è una sfida: è un gioco, le cui regole si cambiano in corsa e di cui si comprendono le meccaniche sempre troppo tardi. 
Voglio la mente libera e lo sguardo acceso. Voglio la sola moneta che non ci è consentito guadagnare ma soltanto spendere: il tempo di questa mia unica vita. 
Cammino lungo i marciapiedi che portano al mare. Voglio arrivare per tempo e non lasciare la sola possibilità di tracciare una linea su quella riva sabbiosa destinata ad una nuova alta marea. 


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giovedì 14 febbraio 2019

Bukowski Valentine

Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.

Charles Bukowski

mercoledì 5 dicembre 2018

Un mare diverso

Dopo quasi due mesi ho ripreso un treno. Stessa direzione, altra destinazione. Ho respirato di nuovo l’aria fredda del mattino e ho gettato il mio sguardo su questa umanità al risveglio. Non mi mancavano le periferie desolate e l’odore ferroso dei binari. Non sentivo il bisogno di alzarmi prima dell’alba e riconoscermi la fatica addosso ancora prima del primo caffè. Non avevo bisogno di tutto questo, ma rieccoci in viaggio, in un tempo sospeso che traccia il suo percorso parallelo a fianco di quello reale che riconosco nel mio sguardo stanco, nei dolori che non si sopiscono col riposo di una notte, nella mia vita autentica che insegue altri bisogni, che rincorre desideri diversi e risponde a regole differenti.
Ma sono ugualmente qui, a spossessarmi di me, a riaffermare il senso di una vita che non può fare a meno di regalarsi, in fatti e parole, in gesti ed emozioni. Si dice che ciascuno abbia un proprio destino che spesso è il proprio calvario. La mia condanna è un dono dolce che porta a fondermi con l’umanità a cui appartengo, senza mai confondermi, né nascondermi. Troppo vistoso anche nell’anonimato, troppo particolare per assomigliare. Atomo di ossigeno nell’oceano in burrasca, avrei voluto essere una goccia d’acqua in un mare diverso.