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giovedì 29 maggio 2014

Trema ancora il pensiero.

Il lungo nastro di asfalto si snoda davanti al mio volante. Il sole tramonta. La musica è alta e sovrasta il rombo metallico del motore. La mia mente vola. Un progetto. Una nuova vita da scoprire giorno dopo giorno. 
I miei occhi sono ipnotizzati dal sole arancione nel velo ovattato di due pennellate di nubi. Due anni fa alla stessa ora, sulla stessa autostrada, percorrevo le corsie nell'altra direzione, diretto verso il mare, diretto verso un angolo in cui sotterrare le mie paure e riuscire a dormire, ripetendo a me stesso e ai miei figli che ogni cosa si sarebbe sistemata.
Il 29 maggio 2012 era un giorno tiepido, quasi caldo, perfettamente incastonato nel cuore del periodo dell'anno che amo di più: i mesi di maggio e giugno.
Ricordo di non aver nemmeno provato paura, alle 9 del mattino, durante la prima delle tre grandi scosse di quel giorno maledetto. Ero semplicemente sotto shock. Ricordo di aver avuto la mente lucidissima, in grado di raccogliere gli oggetti importanti che avevo in ufficio e di essermi precipitato fuori, sulla mia auto. Come in trance mi sono diretto verso le scuole dei miei figli senza aver maturato un pensiero che non fosse quello di portarli via. Per tutto quel giorno la terra non ha smesso mai di tremare. Per molte settimane anche il mio cuore ha continuato a tremare al ritmo delle scosse che scandivano le giornate e la casa era diventato il luogo in cui non riuscivo più a vivere. Il mio pensiero da allora non ha mai smesso di tremare veramente, ma le mie abitudini si sono normalizzate. Il ritmo sonno veglia riparti solo molti mesi dopo l'estate.
Questa sera, nel viaggio verso Modena non ho potuto non pensare a quegli attimi che hanno spaccato in due la mia vita, come quella di molti miei concittadini.

La certezza del dubbio.

Il tempo cambia molte cose in noi. 
In realtà i cambiamenti più grandi non sono quelli che possono risultare evidenti allo specchio. 
Tante volte ci ripetiamo che dentro ci sentiamo come quando eravamo ragazzi. Questo è un piccolo sotterfugio per non ammettere, senza ipocrisia, di aver mutato le nostre opinioni rispetto ad alcune certezze assolute che avevamo assunto come punti fermi. 
Il percorso delle nostre esistenze segue una traiettoria che non ci è dato conoscere, essendo influenzato da molti aspetti fuori dal nostro controllo. Possiamo capire dove ci troviamo ma non dove andremo, perché possiamo conoscere ciò che vorremmo essere ma non ciò che entrerà in relazione con noi per cambiarci. La consapevolezza di ciò che siamo ci deriverà solo dal prendere coscienza di ciò che siamo stati e non siamo più. Una mia incrollabile certezza è che non si deve dare mai nulla per scontato in questo tortuoso percorso che è la vita di chi ha coscienza.
Penso dunque dubito.
Il sole è buio, talvolta, e la pioggia può essere gioia. 
La risposta è la passione per la vita. E l'onestà di accettare il cambiamento, in sè stessi e negli altri.





lunedì 26 maggio 2014

Brilliant trees

Sdraiato. La testa rivolta al cielo. I miei pensieri si estendono dal freddo della terra al calore del sole. Su di me nient"altro che gli alberi. Apro ed alzo le braccia, che al mio sguardo appaiono come rami spogli protesi verso una nuova stagione di germogliatura. I raggi di luce filtrano a me, cadono goccia a goccia sino ai miei occhi attraversando gli intrecci e i ricami che le fronde disegnano. Potrei restare qui per sempre a ricercare segni attraverso le foglie. Sopra al mantello verde, percepisco una presenza, fisica ed immateriale. Rimango in ascolto, immerso in un silenzio immenso, per cogliere le sfumature del tempo, questo mio tempo di sole e rinascita, di semina e raccolto. Gli alberi osservano, curiosi, ma non colgono la grandezza della luce solare che domina sopra di noi.