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venerdì 14 aprile 2017

Questi giorni

Questi giorni di tormento, di torbido senso di frustrazione, di argine contro l'alluvione di mediocrità, di cattiveria, di stupidità, cercano un loro senso. Che significato può avere il battersi in un mattatoio di pecore impazzite che si credono salve perchè forse oggi non tocca a loro ma a qualcun altro? Il senso lo cerco nei miei valori, nel mio sentirmi funzionale a un tutto di cui sono solo un atomo, ma per il quale, se non ponessi al primo posto i miei valori, sarei solo un cancro. Io non lascio vincere la frustrazione. Io non mi rassegno al buio e al silenzio. Bisogna ricondurre tutto fuori di qui, fuori da questo labirinto di specchi dove la grandezza si amplifica solo nell'immagine e non nella materia di ciò che è riflesso, dove ci si definisce costruendo nemici in mancanza di idee. 
Le idee costano fatica e fantasia. Le idee necessitano di coerenza, condivisione e di empatia per emergere. Perchè l'idea funzionale al singolo o ai pochi non è mai un'idea giusta. 
Condivisione, trasparenza, confronto sono termini svalutati da un abuso formale che ne nasconde una mancanza sostanziale. Sono preferibili ai più le mistificazioni, i sotterfugi e i silenzi, utili al galleggiare su questo oceano che altro non è se non una pozzanghera scura che si va prosciugando giorno dopo giorno.
Io cerco di affermare i valori che sento presenti in noi, ma che oggi non hanno la forza di emergere, avviliti da una rassegnazione che dobbiamo lavarci via al più presto. La rassegnazione è funzionale alla sopraffazione di chi non vuole cambiare, di chi non vuole vedere la luce, perchè nel buio tutto si confonde e tutto sembra uguale. 
Questi giorni ci debbono far riflettere. Riflettere per creare, per fare luce, non per trovare alibi o strategie d'uscita.

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