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venerdì 28 settembre 2018

R101

Muovo i miei passi con timore sacro in una stanza che sento parte di me prima ancora di aprire gli occhi e rivederla davvero. Un ottomano, il letto uguale a mille altri, i quadri alle pareti, le tende uguali ovunque. Un non luogo in cui la mia vita coglie il suo senso e si riconduce lentamente su un altro pianeta, quello abitato dalla luce lunare, quello del silenzio che racconta una vita intera e non si stanca di farlo, quello degli sguardi che confessano la bellezza di esistere e la follia di respirare insieme lo stesso profumo.
Sudditi di un regno senza monarchi, dove fiorisce l’ibisco di cui conserviamo il seme nascosto in noi, dove ciascuno è complemento dell’altro senza esserne funzione.  
Cosà rimarrà di questa stanza? Parole, forse. Cicatrici invisibili che accarezzeremo e culleremo per la durata di un’altra notte stellata che crederemo infinita, nel cielo di quella stanza da cui non possiamo uscire.


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