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martedì 11 agosto 2015

Silenzio e Solitudine

Vorrei avere un aforisma ed una riflessione al giorno per dispensare saggezza e profondità, ma tante volte l'umanità mi provoca solo silenzio e solitudine.


venerdì 7 agosto 2015

Vacanza / Essenza

Vacanza mi parla di vuoto e di assenza, di necessità di ricomporre, ricostruire, riciclare idee su tutto ciò che non è stato e forse non sarà, perché tutto ciò che è, resta. Mi parla del bisogno di affrancarsi dal pensiero che cerca un riposo, affollando le ore di mille soli o di un faticosissimo buio che li contenga tutti. Mi parla della ricerca di sé e della sua negazione, per tornare e ritornare, partire e ripartire e rinegoziare il bisogno di sentirsi diversi nell'apparente perpetuo ripetersi delle cose. Vacanza è per me l'anarchia del riposo, l'impero della libertà, il dove ma non il quando. Vacanza è viaggiare nella tua valigia alla scoperta di un mondo lontano. In fondo viaggiare non è vacanza, ma l'essenza del ricercare. E noi ci troveremo sempre, oltre qualunque orizzonte su cui fisseremo lo sguardo.






domenica 2 agosto 2015

Le pietre urlanti.

Ci sono luoghi che degradano il loro tempo in un anonimato assoluto e crescente. Luoghi anche affollatissimi, ma impermeabili ad intridersi delle storie di chi li ha vissuti nel susseguirsi degli anni. I non luoghi per eccellenza sono proprio le stazioni o gli aeroporti. Ma non è così ovunque.
A due passi da qui, in questa pianura dove le persone debbono metterci del loro per immaginarsi un mondo meno piatto, a una mezz'ora di macchina, c'è un luogo che frequento abitualmente ogni settimana: la stazione di Bologna.
Davanti al binario 1 c'è una sala d'attesa già vecchiotta, anche se ha giusto circa una trentina d'anni. Sul pavimento della parete rivolta ai binari è scavata una piccola conca e su di essa una grande lapide in granito su cui appaiono i nomi e le età delle ottantacinque vite spazzate via la mattina del 2 agosto del 1980.
Io ogni tanto mi fermo, osservo quei nomi, e mi sembra di vedere, in quel monumento vuoto fatto di un elenco e di un piccolo, simbolico scavo, il ritratto esatto del baratro in cui è precipitata la coscienza civile italiana, incapace di emanciparsi dall'interesse di parte e dalla rassegnazione verso il potere costituito. 
Proprio dagli anni ottanta arrivò questo messaggio di capitolazione e l'invito ad occuparci di altro,  a divertirci e non pensare, perché "tanto non serve a niente e non cambia nulla".
Io invece ancora oggi non mi rassegno a questa morte civile e cerco di dare voce ad ogni pietra che parla, talvolta persino urlando, una storia, non importa quanto piccola o grande, che possa insegnare qualcosa e far vivere meglio tutti, anche solo grazie a una minima consapevolezza acquisita o ad una piccola emozione che, vibrando, accenda qualcosa nelle nostre coscienze.
E penso spesso a quei ragazzi che se ne andavano in vacanza quella mattina, a quelli che andavano a lavorare o che semplicemente passavano di lì in quel momento e che furono azzerati dal delirio di una cattiva coscienza che valutò di avere diritto di vita e di morte sul sentimento di libertà di un'intera nazione, sul suo diritto di vivere senza paura. Quella gente merita il nostro impegno quotidiano per cancellare le ombre sulle nostre coscienze e restituire speranza alle generazioni future. Quelle pietre urlano ogni giorno il loro messaggio nelle nostre coscienze. Non possiamo sottrarci. Non più.