Pongo lo sguardo sull’orizzonte contando le sfumature lunari sullo specchio del mare. L’anima riflette e mille domande mi ronzano in testa, fastidiose e insistenti. Allora riempio il bicchiere e sorseggio la notte di un’estate matura. Quanto é distante da me il tuo pensiero? Che misura tiene a distanza questo mare dal tuo cielo? Sappiamo davvero poco di quanto regola il nostro sentire eppure ne riconosciamo i lineamenti anche ad occhi chiusi. Osservo il tuo sole sulla mia pelle anche quando fa notte e così tu mi accendi e riscaldi l’anima anche con la tua assenza. Ed io non faccio che attendere che arrivi il tramonto per confondere, nel buio rassicurante e frustrante, la forza di questa luce che é sorta in me e che si spegnerà con me, perché lo sai, avvicinarsi al sole fa sempre un po’ paura. Le parole non riescono a restituirci la vita, non ne faranno un ritratto, non descriveranno un ricordo, non tenteranno di abbozzare un proposito. Siamo semplicemente nello stesso orizzonte, malgrado le nostre distanze, per la sola gioia di chi saprà vederci.
I Temi
- Pensieri (225)
- Scritti (192)
- The Strange Museum (70)
- Scrittura (28)
- Ibisco (27)
- Romanzo (16)
- Amore (15)
- Poesia (15)
- Arte (12)
- Viaggi (12)
- 7 Wonders (9)
- Politica (8)
- Daydreaming (6)
- Orologi (6)
- #dobre (5)
- Filosofia (5)
- Compleanno (4)
- Musica (4)
- Storia (4)
- Autori (3)
- Teatro (3)
- Compleanno. (2)
- Francia & Spagna 2015 (2)
- Libri (2)
- Attualità (1)
- Cinema (1)
- Racconti (1)
- askatasuna (1)
- newdeal (1)
sabato 10 agosto 2019
venerdì 2 agosto 2019
Mal d’Africa.
Non c’è filo sufficientemente lungo per legare insieme questi miei pensieri nomadi. E allora li lascio cadere liberi e disciolti, confusi e arruffati, come reduci da un brusco risveglio, su questo foglio di carta virtuale.
Un tempo ci siamo seduti affiancati ed abbiamo composto parole osservando schiudersi il fiore d'Ibisco. Abbiamo camminato insieme lungo i giardini dei nostri castelli e, per un tratto, abbiamo creduto di veder sorgere l’alba di una nuova cometa. Ma era notte, ancora, ed era buia e profonda ed infida in modo sottile. Così ci ha lasciati soli, sdraiati, affacciati sul labirinto celeste. Vivo ancora la stessa emozione per quel crepuscolo che, in un attimo, ha saputo contemplare ogni istante del giorno. Ma ora lo osservo al contrario, come il negativo di una fotografia indelebile che ho stampato nell'anima. Io sento ancora il silenzio, e quel vuoto martella il mio giorno con ogni parola non detta. Non è nostalgia. Lo chiamano Mal d'Africa. In altre parole, forse, è la necessità di ritorno a ciò che non posso essere, ma a cui inevitabilmente appartengo.
Un tempo ci siamo seduti affiancati ed abbiamo composto parole osservando schiudersi il fiore d'Ibisco. Abbiamo camminato insieme lungo i giardini dei nostri castelli e, per un tratto, abbiamo creduto di veder sorgere l’alba di una nuova cometa. Ma era notte, ancora, ed era buia e profonda ed infida in modo sottile. Così ci ha lasciati soli, sdraiati, affacciati sul labirinto celeste. Vivo ancora la stessa emozione per quel crepuscolo che, in un attimo, ha saputo contemplare ogni istante del giorno. Ma ora lo osservo al contrario, come il negativo di una fotografia indelebile che ho stampato nell'anima. Io sento ancora il silenzio, e quel vuoto martella il mio giorno con ogni parola non detta. Non è nostalgia. Lo chiamano Mal d'Africa. In altre parole, forse, è la necessità di ritorno a ciò che non posso essere, ma a cui inevitabilmente appartengo.
venerdì 21 giugno 2019
Compagno dolore
Non ho mai cercato parole per descrivere il mio dolore, forse perché non l’ho mai compreso fino in fondo, ma l’ho sempre relegato tra le cose indicibili che ci abitano. Eppure i pesi che porto dentro sono gli elementi fondanti che sento in me. Il lutto per ciò che non è stato, per tutto quello che non è più, é un compagno di viaggio inseparabile. Ma questo non fa di me una persona triste, infelice o depressa, perché conosco le ombre e riesco così ad apprezzare la luce. La forza di un sorriso e la bellezza di una parola mi intrigano e mi accendono più d’ogni cosa al mondo. E nulla è più bello e forte di un sorriso che ha conosciuto le lacrime e la pienezza oscura del vivere. Solo attraversando la notte si giunge ai bagliori dell’alba più bella. E da tutto questo dolore che attraversa i nostri corpi e deforma gli orizzonti e le prospettive arriva la lezione del bene da regalare. Non è la morte che fa cessare di amare. Non sono le strade che si separano a tenerci lontani. É solo il prevalere del pensiero di sé su quello per gli altri a renderci limitati e fondamentalmente infelici.
Iscriviti a:
Post (Atom)