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martedì 29 aprile 2014

La passeggiata alta di Roma

Dopo una giornata iniziata in inverno in Emilia, una passeggiata di fine pomeriggio nella primavera di Roma: Piazza Barberini, via Sistina, il Pincio, Piazza del Popolo, Via del Corso, Via del Tritone e rientro... Un'ora a piedi, solo con la mia musica nella mente e una moltitudine di sconosciuti attorno. Camminavo dritto al centro di via del Corso senza incrociare alcuno sguardo. Pensavo alle meraviglie ed alle miserie della natura umana, avendone toccato due esempi eclatanti in giornata. 
Non sentivo nemmeno gli abituali dolori alla schiena, tanta era la gioia di essere lì a passeggio in compagnia dei miei pensieri migliori e della grande bellezza di Roma...









La stanza delle storie narrate

Avanzando, nel mio strano museo, si accede ad una piccola stanza ricolma di fogli sparsi. Nessun ordine si può incontrare in queste pile di fogli, nessun percorso da seguire. Ogni foglio ha dietro il suo giorno ed ogni giorno ha la sua storia da raccontare. Può essere l'inizio di un romanzo, la poesia dedicata ad una donna incrociata per caso o ad un'altra solamente immaginata. Si può trovare una riflessione sul tempo, sulla vacuità del successo o sugli inganni  della morale comune. Tutto questo senza date nè spiegazioni. Tutto quanto impregnato di uno spirito in cui l'arte è il mezzo per osservare sè stessi ed il mondo circostante. Non vi sono studi umanistici profondi, nel mio percorso scolastico, ma la sensibilità verso tutto ciò che è umano ha condotto ogni mia esperienza.
Quante storie sono iniziate su queste pagine? Io credo tante quanti sono i giorni in cui ho vissuto veramente. Poche cose hanno ricevuto il dovuto impegno successivo, quello che trasforma un'idea interessante in un progetto compiuto. Quante frasi spezzate, capitoli interrotti, romanzi abbandonati all'incipit di una nuova immagine da rappresentare? Una per ogni giorno sbagliato della mia vita, di certo.
Eppure io mi sento sempre presente in ognuno di questi fogli. Non ne rinnego nemmeno uno. Nemmeno quelli più vuoti e piatti che rappresentano alcuni tratti della mia vita.
In un angolo di questa stanza si trovano, infatti, intere agende scritte a mano, saturate di piatte cronache quotidiane. Ho vissuto una buona parte della mia vita con l'ossessione del ricordo. Vivevo travisando il senso della memoria al punto da considerare importanti solo quelle cose di cui tenevo traccia. Così, nella memoria scritta dovevo ritrovare la straordinarietà degli atti più insignificanti che riempivano le mie giornate, così ricolme di nulla da risultarne straripanti, sino al punto dal rendermi estraneo all'io che descrivevo nelle pagine e che, di tanto in tanto, andavo a rileggere. Il castello di carte della memoria un giorno è crollato, assieme ad altre certezze ben più consolidate, al manifestarsi del primo soffio d'aria della mia fragilità di individuo fallibile e mortale.
A quel punto cessano le cronache e ripartono le storie, le narrazioni, i racconti onirici, le poesie ermetiche, gli haiku scritti al cellulare, inviati a poche persone è cancellati per sempre il giorno seguente. 
Il romanzo dei romanzi è la nostra vita e quella resta negli atti che compiamo, negli occhi dei nostri figli per i quali siamo la fabbrica dei primi ricordi, nell'arte che mettiamo nelle cose che facciamo per gli altri,  nell'amore che sappiamo donare sotto ogni forma. Che sia un bacio od una pagina scritta sino in fondo.

domenica 27 aprile 2014

Prima dell'alba

Questa notte, nella volta celeste, cercherò la luna. In essa troverò il punto di congiunzione ideale con chi non si trova sotto il mio stesso cielo. La guarderò sorridendo, perché so che lei potrà raggiungere ciò che i miei occhi si limitano ad immaginare, il luogo in cui vorrei essere e che invece posso avvicinare solo attraverso questo artificio emotivo. 
La luce riflessa del satellite terrestre accompagnerà il cammino randagio della mia mente, stasera. Una nostalgia dolce ed indefinibile per la luce vera e diretta che definisce le giornate, per il sole che ci accende e ci disegna in pieno mezzogiorno. Senza ombre.
La notte andrà a stemperarsi nel chiarore di una nuova alba. La aspetterò ad occhi aperti assieme alla luna in cielo. In un soffio di vento, sarò lì. E sarà giorno fatto.