Perché zittire le cicale che cantano oltre il riposo del sole? Ogni cosa ha il suo tempo e una sua regola logica, ma la Meraviglia compare solo quando si va oltre la regola, oltre la logica e si ritorna bambini inquieti, poeti involontari ed eroi del proprio conflitto interiore. Non resta dunque che impregnare i nostri occhi di stelle e ascoltare il silenzio che resta, tra un fragore e l'altro del mare in burrasca che nascondiamo oltre l'ultimo faro. Non esiste un senso a cogliere il fiore per capire ogni volta che la sola bellezza risiede nel saperlo crescere, nel tenerlo vivo nel suo terreno ideale. La verità è chiara. Siamo creature volanti prive di ali e viviamo nel Caos che ci permette di sognare di averle. Combattenti per l'ideale che, in un modo o in un altro, ci distruggerà. Finché in silenzio, davanti a un caffè, dopo la mezzanotte dei giusti, la radio ti canterà la canzone e tutto ti apparirà chiaro. And Love... Love will tear us apart, again...
I Temi
- Pensieri (225)
- Scritti (192)
- The Strange Museum (70)
- Scrittura (28)
- Ibisco (27)
- Romanzo (16)
- Amore (15)
- Poesia (15)
- Arte (12)
- Viaggi (12)
- 7 Wonders (9)
- Politica (8)
- Daydreaming (6)
- Orologi (6)
- #dobre (5)
- Filosofia (5)
- Compleanno (4)
- Musica (4)
- Storia (4)
- Autori (3)
- Teatro (3)
- Compleanno. (2)
- Francia & Spagna 2015 (2)
- Libri (2)
- Attualità (1)
- Cinema (1)
- Racconti (1)
- askatasuna (1)
- newdeal (1)
giovedì 28 luglio 2016
mercoledì 20 luglio 2016
Un saluto da Yorick
Sto pensando a quanto sia omologante Facebook che mi vuole "grato" e che invii un messaggio "urbi et orbi" sul mio compleanno di ieri.
Non è un social network il luogo dove esprimere gratitudine alle molte persone a cui debbo qualcosa. La gratitudine è un sentimento che non riesco a considerare "collettivo", ma lo sento riferito singolarmente a ciascuno in modo personale attraverso gesti concreti e, possibilmente, non solo parole.
Quindi qui riferisco solo del fatto che il mio compleanno di ieri sia stato arricchito dal pensiero di coloro a cui debbo un pezzetto della mia vita, della mia anima. Tanti sono presenti su Facebook e hanno voluto dedicarmi un pensiero o un augurio, altri hanno usato altri mezzi per farlo, altri ancora mi hanno totalmente ignorato. Tante sono le persone presenti nel mio vivere quotidiano, forse molte di più quelle che hanno attraversato il mio orizzonte e ne sono uscite lasciando eredità rigogliose e cicatrici indelebili in me.
Io continuo a vivere nel silenzio tra due parole alla ricerca della luce che si accenda negli occhi, nel silenzio del sole prima dell'alba.
"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia"
William Shakespeare, “Amleto”
Non è un social network il luogo dove esprimere gratitudine alle molte persone a cui debbo qualcosa. La gratitudine è un sentimento che non riesco a considerare "collettivo", ma lo sento riferito singolarmente a ciascuno in modo personale attraverso gesti concreti e, possibilmente, non solo parole.
Quindi qui riferisco solo del fatto che il mio compleanno di ieri sia stato arricchito dal pensiero di coloro a cui debbo un pezzetto della mia vita, della mia anima. Tanti sono presenti su Facebook e hanno voluto dedicarmi un pensiero o un augurio, altri hanno usato altri mezzi per farlo, altri ancora mi hanno totalmente ignorato. Tante sono le persone presenti nel mio vivere quotidiano, forse molte di più quelle che hanno attraversato il mio orizzonte e ne sono uscite lasciando eredità rigogliose e cicatrici indelebili in me.
Io continuo a vivere nel silenzio tra due parole alla ricerca della luce che si accenda negli occhi, nel silenzio del sole prima dell'alba.
"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia"
William Shakespeare, “Amleto”
Etichette:
Compleanno,
Ibisco,
Pensieri,
Scritti,
Teatro
giovedì 14 luglio 2016
Una Sola Attenzione
In fondo cos'è l'amore se non un'attenzione? Quell'attenzione che ci si dedica e che toglie quel certo senso di inutilità alle nostre vite sature di cose e persone che ci scorrono accanto come paesaggi senza coordinate, dal finestrino del nostro treno che corre verso un traguardo senza premi. Milioni di cose e persone che non riescono comunque a riempire quel vuoto che abbiamo dentro e che resta lì ad aspettare, seduto al tavolino di un bar, quell'attenzione che fa cominciare tutto.
Perdendoci insieme ritroviamo poi il senso di un esistere che, lasciato in porto l'entusiasmo della scoperta, ci trova dispersi al largo, navigatori esausti e saturi di sole domande. Dove finisce la mia attenzione? Dove finisce il mio tempo? Certo è stato bello credere che ogni vuoto avesse un suo pieno, che ogni domanda avesse una risposta, che ogni attesa potesse avere la sua ricompensa. Ma il vuoto resta, le domande pure e l'attesa non ha fine. L'attesa di una sola attenzione.
Iscriviti a:
Post (Atom)