Aspetto ancora. Immerso nella coltre di un silenzio lacerante e profondo, io aspetto. Le nubi si alzeranno e rivedró la Luce lunare riflessa sulle increspature del mare. Il mio mare che si agita in una burrasca muta e costante e non trova pace in nulla che non sia riconducibile alla Luna. La marea risale, dunque, sino a lambire il mio sguardo e lo coglie sperduto a scrutare l'orizzonte, alla ricerca di quel bagliore verde che illumina e conduce al sospirato porto accogliente all'epilogo di un oceano di attesa. I coralli sono fatti con le nostre parole. La trasparenza dell'acqua riflette il mio volto in profondità. Il mio guscio naviga silenzioso e leggero. La rotta è la traccia che unisce le nostre distanze apparenti. Reale distanza: zero.
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martedì 5 gennaio 2016
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