I Temi

Le Pagine

venerdì 18 novembre 2016

La chiamata

Non so dire davvero quando sia successo, ma è successo.
Le cose premevano dentro di me con un'energia che non ho saputo più controllare ed ho incominciato a scriverle. Il senso della scintilla è racchiuso tutto nella precarietà dell'esistere e nella consapevolezza di ciò che matura senza seguire un percorso lineare, ma esplode dentro all'improvviso. Ho aperto le palpebre per osservare il mondo circostante e nulla mi rappresentava veramente. Ho sentito il bisogno di disegnarlo e, così facendo, di disegnarmi. Le luci di un'aurora boreale ti impongono anche notti bianche nelle quali non puoi permetterti di rimanere ad occhi chiusi e trascorri ore ad osservare la luna e ad ascoltarne il respiro.
Una foto di Audrey era sulla parete della mia stanza a descrivere la possibilità di un raggio di sole anche in piena notte. E solo allora ho capito dove si fosse nascosto il sole, dove fosse l'errore della mia eterna attesa. Avevo cercato la luna a mezzogiorno. 
Ciò che si ha dentro vale infinitamente più di quanto il nostro involucro rappresenti. E quanto sia tendente a zero la distanza anche a centinaia di chilometri di distanza, quando due anime occupano uno spazio condiviso. Non c'è un momento per essere felici ed uno per attendere la felicità, c'è solo un viaggio da fare, tutti gli altri servono a moltiplicare i soli e le lune, a sorprendere di freschezza la nostra pelle indurita dal dolore.
Non sai mai esattamente quando comparirà la stazione, alla fine di quale vallata arriverà la città.
Ero a Firenze quando è squillato il telefono ed è comparso un numero di cellulare che non esisteva nella rubrica. Di solito, in questo caso, non rispondo. Specialmente di venerdì pomeriggio verso sera. Lascio lavorare la segreteria telefonica.
Ho sentito di voler rispondere ugualmente ed ho sentito una voce: era la mia vita che premeva dentro di me con un'energia che non ho saputo più controllare ed ho incominciato a viverla. Sono uscito dalla mia zona di comfort ed il mio strano museo ha aperto le porte a chi aveva posto la luce davanti al caos. E dal tutto alle sue macerie vi è stato il volo di un emissario del tempo che ha resettato tutto ciò che sapevo e sepolto le mie parole.
Non sono più lo stesso. Non sarò mai più lo stesso. 


Nessun commento: