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venerdì 17 gennaio 2014

Ritorno da Roma

Ogni volta è una sfumatura diversa. Una striatura sfumata su una nuvola dipinta con un'altra tavolozza di colori. Ogni volta è un dettaglio che cambia, una luce più o meno intensa o definita. È questo passare da una vita all'altra che mi inquieta. Non mi ci abituerò mai. Il tepore romano contrapposto al freddo modenese. Questo perpetuo stato di precarietà che mi fa sentire sempre lontano da qualcosa...  Debbo essere sincero: non mi aspettavo di dover vivere tanto tempo nella capitale. Aggiungo: sognavo di vivere in una capitale, ma era Parigi e non Roma.
Sto imparando ad amare la bellezza crepuscolare romana, il suo fascino così umano perché così simile alle nostre debolezze. Necessito di tempo, spazio e tranquillità, per ogni cosa. Ma Roma ci ha messo poco ad imprimersi nella mia anima. Così, di fatto, ogni volta che ritorno da Roma, non ritorno del tutto.

giovedì 16 gennaio 2014

Aspettando Audrey

Aspettavo che venisse l'ora di dormire, ma più vedevo l'orologio avanzare verso il centro della notte, meno era la voglia di chiuderla lì e provare a perdere conoscenza.
Audrey mi guardava da sotto le grosse lenti nere e prometteva bene. Una cara ragazza Audrey, una vera maestra di eleganza naturale. Avercene, di muse come lei!

Attratto dalla foto sul muro, distoglievo la mia dedizione a ciò che mi proponevo di fare. Lasciavo che la mia mente volasse tra le pareti dai colori nostalgici dalla dominante sabbia e coloniale. La pagina voleva riempirsi, ma la mia mente non riusciva a sviluppare altro che un viaggio nel sorriso enigmatico di Audrey, che continuava ad aspettarmi là fuori, dove le parole costruiscono ciò che gli uomini non sanno vedere, ma leggere. Le pagine di un libro. Il mio nuovo libro.

Sarà una storia raccontata in bianco e nero ed ambientata tra un presente di successo, un passato cancellato ed un futuro che aspetta, fermo ed inesorabile, a tratti invitante sebbene enigmatico. Audrey mi aspetta là fuori. Io vado.



domenica 19 giugno 2011

Pienza 19 giugno 2011

Perchè mi perdo a osservare la luce dell’alba o le sfumature di colore al tramonto?
È un riflesso condizionato di quest’angolo di mondo, perso tra le colline di Pienza?
In realtà sto riacquistando la voglia di guardare a me stesso con un piglio più normale. Cancellare gli aromi artificiali di una vita condizionata da troppi obiettivi indispensabili ad alimentare necessità artificiose. Tutto ciò che è umano mi interessa, ma ciò che è troppo umanizzato mi comincia a dare nausea e noia. Paradossalmente potrebbe essere la sfida delle nuove invenzioni umane, quella di abbattere gli steccati che alcuni uomini hanno imposto ad altri attraverso modelli culturali di comodo. Vivere finalmente liberi per riacquistare i valori primordiali di solidarietà verso i propri simili. Donarsi per nulla in cambio. Lasciarsi alle spalle tutto e costruire. Una pagina nuova, un sentimento rinnovato, un’emozione inedita. La vocazione per il silenzio, l’ellissi verbale, il pieno che arriva dallo scavare attorno. Amare chi non ti ama. Il sole splende anche per chi cerca l’ombra.