La mia felicità è strettamente correlata a ciò che riesco a fare per gli altri, che si tratti di lavoro o vita privata. Mi rendo conto che è un limite alla mia felicità diretta, perché non sempre gli altri sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda. Penso al senso di tutto ciò. Penso e dunque sono. Felice comunque di essere ciò che sono e attento a cambiare me stesso per giungere alla meta autentica: la condivisione della felicità. Consapevole che la mia felicità può far male a qualcuno attento solo a sé stesso, ma anche che può servire a chiunque abbia mente e spirito aperti. La mia mano è aperta.
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venerdì 2 maggio 2014
La parola felicità
Penso al senso della parola felicità. Penso a quanto ipocrita sia il mondo in cui vivo. Penso alle miserie umane in cui ci si arrocca, magari in giacca e cravatta (o l'equivalente femminile), nascosti dietro maschere la cui dignità vale nel tempo meno della cartapesta di cui sono fatte. Penso al senso di impotenza in cui ci si può macerare se non si ha l'onestà di guardare dentro sé stessi per trovare la chiave della propria felicità.
La mia felicità è strettamente correlata a ciò che riesco a fare per gli altri, che si tratti di lavoro o vita privata. Mi rendo conto che è un limite alla mia felicità diretta, perché non sempre gli altri sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda. Penso al senso di tutto ciò. Penso e dunque sono. Felice comunque di essere ciò che sono e attento a cambiare me stesso per giungere alla meta autentica: la condivisione della felicità. Consapevole che la mia felicità può far male a qualcuno attento solo a sé stesso, ma anche che può servire a chiunque abbia mente e spirito aperti. La mia mano è aperta.
La mia felicità è strettamente correlata a ciò che riesco a fare per gli altri, che si tratti di lavoro o vita privata. Mi rendo conto che è un limite alla mia felicità diretta, perché non sempre gli altri sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda. Penso al senso di tutto ciò. Penso e dunque sono. Felice comunque di essere ciò che sono e attento a cambiare me stesso per giungere alla meta autentica: la condivisione della felicità. Consapevole che la mia felicità può far male a qualcuno attento solo a sé stesso, ma anche che può servire a chiunque abbia mente e spirito aperti. La mia mano è aperta.
Il mio cielo
Alzo gli occhi e vedo il mio cielo. Lo guardo e respiro. Oltre le nubi, la pioggia, le nebbie e l'oscurità della notte io posso vedere il sole. Mi sdraio sui cocci della mia vita e non sento più nulla di rotto, quando posso riposare lo sguardo rivolgendolo al mio cielo. In esso non trovo soltanto la cura al mio perpetuo male di vivere, ma soprattutto vedo me stesso, non per quello che sono, ma per quello che ho sempre desiderato essere. Ed è come rinascere in un altro io. Ed è come riposare alla brezza serale proveniente dal mare. Vorrei passare giornate intere ed interminabili a guardare il mio cielo, a respirarlo, a coglierne le sfumature d'azzurro limpidissimo, oltre l'apparenza visibile agli occhi di tutti. Vorrei gettarmi in esso ed iniziare a volare.
giovedì 1 maggio 2014
Ovunque si trovi
Un altro viaggio. Un altro carosello di orizzonti che si succedono davanti ai miei occhi. In me la sensazione che non ci sia più una partenza ed un arrivo, ma solo uno svolgersi delle cose. Sono stanco, ma credo che l'instabilità nel mio vivere sia il solo modo per me di esistere. Senza respiro, senza un luogo in cui rinchiudermi al riparo dal mondo, resto sempre in piedi sul mio guscio di noce scrutando l'orizzonte tra un porto e l'altro. La stella polare è con me e questo mi da la strada da seguire per giungere al prossimo approdo in cui donarmi e abbandonarmi tra le braccia della felicità, ovunque si trovi.
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