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venerdì 28 settembre 2018

R101

Muovo i miei passi con timore sacro in una stanza che sento parte di me prima ancora di aprire gli occhi e rivederla davvero. Un ottomano, il letto uguale a mille altri, i quadri alle pareti, le tende uguali ovunque. Un non luogo in cui la mia vita coglie il suo senso e si riconduce lentamente su un altro pianeta, quello abitato dalla luce lunare, quello del silenzio che racconta una vita intera e non si stanca di farlo, quello degli sguardi che confessano la bellezza di esistere e la follia di respirare insieme lo stesso profumo.
Sudditi di un regno senza monarchi, dove fiorisce l’ibisco di cui conserviamo il seme nascosto in noi, dove ciascuno è complemento dell’altro senza esserne funzione.  
Cosà rimarrà di questa stanza? Parole, forse. Cicatrici invisibili che accarezzeremo e culleremo per la durata di un’altra notte stellata che crederemo infinita, nel cielo di quella stanza da cui non possiamo uscire.


venerdì 7 settembre 2018

Solo un profumo

Sa di polvere il mio tempo presente. Una polvere che profuma di primavere essiccate tra le pagine di un libro, di profumi che si riaffacciano sfuggenti e beffardi, provenienti dal nulla e conficcati per sempre nella mia memoria olfattiva. Mi riconduce a te questo profumo. Una freccia distaccata dall’arco, un frutto caduto e non colto, questo mio vagare inquieto. Tutto questo mi prende e mi riporta indietro a quando ancora ero in vita e, con timore, socchiudevo le porte del giardino di questo strano museo. Eppure era solo un profumo.
Il treno dei ricordi ferma sempre al buio e non illumina mai nessuna stazione futura, perciò dovremo raggiungere da soli il domani, a piedi e a fatica, guardando con i nostri occhi sempre più stanchi, pellegrini esausti di un sentire sensibile e discepoli  di un Amore assoluto, inebriante, ubriacante e lucido, vivido, bruciante e crudele come solo la parola finale di un romanzo tanto a lungo sognato e poi scritto può dare. 
Più vero del vero, quanto le menzogne che quotidianamente glorifichiamo nel romanzo di fantasia che chiamiamo vita.




martedì 31 luglio 2018

Nel Giardino del Museo

Non basta fingere per passare oltre. Non è che se non ne parlo non ci stia pensando. Sono passati gli anni e questi ultimi mi hanno profondamente cambiato. Certi volti appaiono talvolta sfuocati, ma le anime sono vive e vivide in me. Mi hanno insegnato a vivere la mancanza, a gestire il vuoto, ad elaborare il lutto, a tollerare la perdita, a tenere lo sguardo diritto davanti alle peggiori infamie, a respirare al materializzarsi delle mie paure. 
Ma non è tutto passato, è al contrario, tutto ben presente e vivo in me. Ed il dolore mi ha reso forte, mi ha illuminato il percorso, mi ha acceso i fuochi dove riposare l'anima, mi ha evidenziato chi meritava rispetto e posto nella giusta luce chi si è servito della mia lealtà.
La vita è ampia nello spettro di cose che ti pone lungo la via. 
Ma ora posso amare chi merita amore, accogliendo tutti loro nei giardini di questo strano museo e lasciare agli altri il disprezzo peggiore, che è quello dell'indifferenza.

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