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martedì 12 agosto 2014

L"Arte viva

Muovendo i primi passi sui sentieri dalla polvere chiara, circondato da aranci, ulivi ed oleandri, ho pensato immediatamente a come doveva essere il panorama un secolo fa, da quel giardino. 
Pierre Auguste Renoir acquistò le tenute attorno a La Collette, nei pressi di Hauts de Cagnes, dal 1907 al 1910 e dopo aver fatto realizzare una casa su misura per sé e per la sua famiglia, lì trascorse anni a dipingere, incontrare mercanti d'arte, osservare umanità e ricreare le sue percezioni, in una costa del sud della Francia non ancora Costa Azzurra. La chiave era la luce, l'opera conduceva all'umanità. Attraverso un dipinto si poteva cogliere la dolcezza della pelle, la profondità di uno sguardo così come la condizione umana fatta di stratificazioni sociali e culturali. Lo sguardo di Renoir spogliava tutti di queste stratificazioni restituendoci l'umanità delle persone nella loro essenza, pur rappresentandole perfettamente nel loro contesto sociale e culturale. La natura morta di Renoir in realtà era la rappresentazione della perfezione di un attimo: i frutti erano colti, la loro maturazione perfetta. Era un invito a nutrirsi di questa perfezione che anche solo un giorno dopo si sarebbe allontanata.
Le arti visive erano commissionate da persone benestanti, ma il loro linguaggio parlava a tutti, in quanto dotato di un alfabeto comprensibile a chiunque, ma leggibile in modo diverso dal bagaglio culturale di ciascuno.
L'Arte era viva, perché era espressione della vita ed era qualcosa a cui si rivolgeva chiunque intendesse far evolvere la propria esistenza, o come fruitore o come artista.
Oggi abbiamo abbandonato questi modelli e ci troviamo con una società intenta a non guardarsi mai allo specchio se non per cogliere le esteriorità più futili. L'arte (o ciò che si definisce tale) parla quasi solo a sé stessa e la grande maggioranza delle persone non cerca più il senso della vita, ma solo il modo per placare i propri bisogni primari, bisogni di cui non ha nemmeno una percezione diretta, ma che conseguono dalle influenze che i mezzi di comunicazione cercano di insinuare in ciascuno di noi. L'Arte oggi vive in pochissime espressioni umane e le anime più sensibili vanno a ricercarla prevalentemente nelle manifestazioni sorprendenti della natura. Le eccezioni sono rarissime. Torneremo a cercare il senso della vita?
O continueremo ad essere il selfie di un'umanità sprecata?









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