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venerdì 27 marzo 2015

Clocks

Cosa misurano veramente tutti questi orologi che ci circondano ovunque? Assegnano un momento per ogni cosa senza che noi si possa deciderne il senso o la giusta collocazione. La relatività della nostra percezione delle cose vince ogni convenzione scientifica. Avevo vent'anni proprio ieri ed ora ne ho quasi cinquanta. Ma in questo tempo che cosa è successo al mio orologio? Che cosa misura il mio cuore quando acellera il proprio battito? Una funzione meccanica vitale? Un'emozione? Per quanto smette di pulsare quando ho paura? Fino a quanto può serrare il ritmo senza spezzarsi?
Il tempo come grandezza fisica è una mistificazione. Resta un tracciato tra un inizio e una fine senza la possibilità di misura. Il tempo è un bacio sempre troppo breve, l'abbraccio sognato che deve sciogliersi e l'attesa per quello successivo che risulta sempre infinita anche quando è un attimo dopo. Il nostro tempo che resta è però solo quello della felicità. Ed è per questo che non importa mai quanto, ma solamente come viviamo. Nella felicità gli orologi si fermano, le campane smettono di suonare e tutto pare infinito, in dimensione e bellezza. Quello è il tempo vissuto davvero e risiede in quegli spazi impercettibili tra due movimenti di lancetta, tra due battiti di ciglia, tra due labbra che si aprono a un sorriso accennato che significa tutto.

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