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domenica 8 marzo 2015

Una donna indipendente.

Una donna indipendente, la nonna. Probabilmente più per necessità che per scelta. Una lavoratrice di fabbrica, madre di un figlio che portava il suo cognome, nell'Italia fascista degli anni venti e trenta. Un nome nemmeno tanto semplice da portare: Italina. Quando sento parlare di otto marzo e di condizione femminile non posso non ripensare a lei e ai primi sedici anni della mia vita, trascorsi a fianco del suo femminismo discreto quanto convinto. Lei ha saputo dare un senso all'otto marzo, almeno a quello che ho sempre vissuto io, dimostrandomi che non si deve mai mancare di rispetto al motore del mondo, garantendo l'opportunità per la donna di decidere il proprio destino, determinare la propria storia, vivere la propria vita. Sempre. 

1 commento:

Unknown ha detto...

Bel post... Complimenti