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sabato 14 novembre 2015

La clessidra

Scendono i miei granelli di sabbia uno dopo l'altro. Uno viola di rabbia, l'altro verde di speranza. Uno giallo della Luce del sole, l'altro rosso come la foglia che quel sole ha essiccato. Mi voglio gettare nelle acque che mi aspettano in fondo a questo precipizio, serenamente. Scendono incessanti i miei granelli di sabbia, alcuni anonimi altri monumentali, distesi a formare la teoria di campi arati che si perdono all'orizzonte, illuminati da un sole sul ciglio del tramonto. 
Che vita c'è nella mia biosfera? Cosa cresce in questo microcosmo selvaggio che non riesco a coltivare e che giace sul fondo del mio cuore come un giardino segreto? 
Il disprezzo di tutto ciò che non è autentico ed emotivamente grande, di certo. Non si vive per una parola ma si può morirne per le sue diverse declinazioni. Dunque bisogna conoscerle. 
Non si può fermare il flusso di questi granelli che scivolano nel vuoto? Vorrei stringerli nei miei pugni e non farli cadere, in attesa della giusta parola, del giusto colore, dell'abbraccio atteso, della ricompensa che nella vita di tanti rimane solo la promessa di un sorriso.
Riprenderò dunque a dipingere il mondo con le mie parole sino al fondo della clessidra, sino al risveglio nella biosfera di chi avrà accolto i miei granelli di sabbia sulle rive del suo fiume. E ripartirà il viaggio.


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