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martedì 28 aprile 2020

Ventidue

Anche ventidue anni fa pioveva.
Anche ventidue anni fa erano giorni di attesa senza sapere davvero cosa ci avrebbe riservato il domani.
Anche ventidue anni fa avevo mille progetti in mente, per me come per noi tutti.
Ma i mille progetti sono esplosi in infiniti pensieri, troppo spesso lontani dal trovare una felice corrispondenza.
Alcuni hanno avuto la possibilità di prendere forma, altri sono rimasti nel magma che mi abita in profondità.
Tante volte il mio sentire non è risultato abbastanza forte da cambiare la luce delle giornate, lo so.
E tante volte la mia voce non è risultata abbastanza convincente, perché non ha mai cercato di blandire le scorciatoie.
Ho ricevuto tante lezioni ed ogni giorno ne ricevo di nuove, ma ancora oggi non posso dire di avere imparato veramente il mestiere di vivere. 

La cosa incredibile dell'avere figli è lo spaesamento di chi è chiamato ad insegnare e si accorge di avere tutto da imparare e che ad insegnarci qualcosa, ogni giorno, è la vita. 

E visto che le risposte non ci sono, bisogna essere dei veri artisti per risultare credibili. Perché solo nell'arte estrema, quella gratuita, quella che si sa condividere, esiste la vera sincerità. 
E in tutta sincerità io ci ho provato a dare un senso a questo teatro fatto di piccole cose e grandi pensieri.
E in questo giorno di aprile, di chiusura al mondo, di allontanamento da tutti, ti vorrei offrire un libro per aprire lo sguardo oltre alla gretta quotidianità, un albero sotto cui sederci insieme a parlare e un ombrello, perché ventidue anni dopo la pioggia continua a cadere. 


PS: Auguri Fillo!

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