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venerdì 11 luglio 2014

Babylon

Sempre destinati altrove, i miei pensieri camminano le strade di questa città, accesa e sintonizzata su una semplice canzone, tanto popolare quanto emozionante. La luce è ovunque anche nella notte, nei miei passi, nei miei occhi, nei ricordi che schiariscono il cielo confondendosi con la luna che accarezza le fronde di un pino marittimo disegnato da un illustratore romantico. Qui il tempo è un equivoco permanente inspiegabile. I secoli remoti affiorano sulle nostre fronti come il sudore dovuto allo sforzo di ricercare le risposte nelle pietre che parlano all'orecchio di chiunque le osservi, raccontando a ciascuno la propria storia, la propria identità, ma non un futuro possibile.
Ogni angolo regala bellezza interiore e definisce la distanza tra ciò che ê e ciò avrebbe potuto essere la nostra vita in un'altra dimensione, non necessariamente in un altro tempo, magari solo se avessimo letto un altro libro, indossato un'altra giacca o se avessimo considerato la nostra onestà solo ingenuità.
Dalle fontane continuano a gorgogliare nella mia anima nuove acque che lavano i miei sensi e li conducono alla vita. La vita che giaceva nelle soffitte polverose e ha trovato ora i suoi giardini pensili.


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