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venerdì 25 settembre 2015

Autunno.

Un brivido lungo la schiena dovuto ad un tessuto troppo leggero dà il primo segnale che i lunghi giorni di sole sono quasi finiti. La pioggia che non dà ristoro ma abbatte la temperatura è il secondo indizio di questo passaggio. Non occorre dirsi nulla di più, basta osservare l'intensità della luce che si attenua, attribuendo un tono più caldo ai colori. Sottile quanto una foglia caduta dall'albero, la malinconia che avvolge le cose ed accompagna questa stagione, nasce al sempre più anticipato crepuscolo. In quell'istante la nostra mente apre una finestra affacciata sul mare del tempo e fa riaffiorare i ricordi, perchè questà è una stagione e quello è un istante in cui tutto riemerge. Il ricordo dell'estate che è appena trascorsa lo colgo dal colore ambrato della pelle che ancora non ha ceduto al freddo il proprio calore. Riaffiora il pensiero di tutti gli altri inizi d'autunno vissuti, tra scuole e libri, matite e quaderni, carte d'ufficio utili al mondo quanto la noia che le accompagna, progetti inattuabili e idee da sviluppare, cose da fare, case da costruire che avremmo voluto ultimare ma delle quali talvolta resta solo lo scheletro. Ritornano i pensieri delle persone che hanno attraversato le nostre vite e ancora ci accompagnano dentro ovunque, nascoste un millimetro dietro al sorriso incerto che riusciamo a  mediare col mondo. Ritornano a galla gli obiettivi nascosti un tempo nel cassetto in fondo all'armadio, in attesa che il domani potesse diventare un giorno migliore, che io potessi diventare una persona migliore.  
La sera scende sui miei pensieri e l'autunno mi invita a correre fuori da questa stanza. Le luci si accendono ed io mi tuffo nel loro abbraccio. La notte è chiara.


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