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venerdì 11 settembre 2015

Nella luce di Jean

Grande e terribile il destino del poeta, di dover ricorrere al proprio alter ego per mediare l'incongruenza della sua immagine nuda con quella della sua ombra, proiettata sulla strada della propria vita terrena. 
Perché fare poesia? Perché giocare con pensieri, parole, immagini e suoni? Perché dare materia a quanto di più immateriale esista, ovvero il sentire umano? Renderlo emozione, sensazione, sapore, percepirne la consistenza e coglierne il profumo?
Penso che l'arte sia una forma estrema di amore, in cui l'artista stesso si trasforma in linguaggio attraverso cui la sua essenza trasfigura nella materia che nutre l'anima di coloro che ne fruiscono. E il brivido di ciascuno diventa il richiamo di chi percepisce il demone che lo segue. 
In piena luce deve andare il poeta.
L'uomo è nella notte. L'arte, come l'Amore, è luce.



Jean Cocteau - Il testamento di Orfeo

1 commento:

Unknown ha detto...

l'Arte è luce...l'Amore invece alternanza di luce e ombra...esiste l'amore corrisposto e quello non corrisposto, quello dichiarato e quello tenuto nelle segrete stanze del cuore...l'Arte è tale se espressa liberamente, in tutte le sue sfaccettature, è a doppio senso... L'uomo nella notte puo' illuminare con la propria mente e con i propri occhi pieni di curiosità. Senno' è notte. La luce ce la facciamo da noi..se siamo bravi....l'arte ci apre la mente. L'amore ce la offusca