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domenica 18 ottobre 2015

Oltre il vetro

Incessantemente mi muovo dietro porte e finestre, parabrezza e finestrini: cosa vedono i miei occhi oltre il vetro che mi separa dal mondo?
Vedono spesso un paesaggio smarrirsi in scorci a me anonimi, chilometro dopo chilometro, dove tutto diventa un orizzonte senza tempo né luogo. Posso essere ovunque se la mia essenza è un pensiero. Allo stesso modo, però, ovunque posso non essere. Questa mia immaterialità stride con la Luce che ho dentro, che è legata alla vita, al contatto, alla parola, ai profumi e agli sguardi che popolano il mio essere vivo. Questo richiede bassa velocità. Silenzio. Lentezza. Presenza. Ore per fissare l'infinito apparente del mare. Ore per coglierne il ritmo pacato e incessante. Immergermi in esso ed esserne parte. Voglio vivere in questo orizzonte, il solo che mi fa sentire vivo e vero, per cogliere ciò che sono, che appartiene alla Luce e che resta immobile, mentre attorno a me finestre e finestrini si susseguono e si avviluppano vorticosamente verso il nulla.









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