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giovedì 3 dicembre 2015

Il cuore messo a nudo

Quando le luci scendono ed il silenzio avvolge le cose, si ripercorre, soli, il corridoio di questo strano museo. Rimangono soltanto i passi ed il respiro, il riverbero di qualcosa che ha illuminato il cammino, il miraggio di una fioca luce solare raggiunge una stanza sorda, spoglia e scura. In questa stanza si può osservare Charles, che perdonerà questa insolenza, ma il cieco vive di sogni come il rabdomante dell'acqua.
Chi siamo veramente, una volta tolto l'abito di scena? Il cuore messo a nudo non si riveste più degli strati di socialità protettiva e rimane lì, esposto, a pulsare la sua agonia umana chiuso in una teca di cristallo che tende a opacizzarsi sempre più, mentre il suo scafandro indossa il costume e continua il proprio duello con la banalità delle cose ritenute necessarie. I gabbiani guardiani dell'urbe salutano l'uscita da me stesso e la mia nuova visita a questo palcoscenico che non riesce a spaventarmi nemmeno coi suoi orrori più fragorosi.
Nulla mi spaventa più della cecità. Guardare e non vedere. Un destino amaro che rischia solo chi esplora l'anima da dentro e ama, senza calcoli, la Luce.







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