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domenica 18 settembre 2016

L'infinito

Amo i verbi all'infinito, perchè teorizzano un'azione lasciando la libertà di coniugare e declinare un'intera tavolozza di toni sfumati, di possibilità di collocazione e ricollocazione di quest'azione nei tempi e tra le persone.
Così mi imbarco ancora oggi per un viaggio verso l'ignoto del foglio bianco fissando questo tempo presente che si incendia all'orizzonte, modellando questa materia a mani nude, cercando di plasmarla in un passato felice. 
Scelgo con cura i miei verbi, le mie azioni e ad una ad una le rendo vive, attuandole. Costruendo silenziosamente ciascuna delle vite che vivo (e sono tante!) tra compagni di viaggio invisibili, sirene irresistibili, isole fantasma e amici disposti a tutto per distruggermi.
Ho sempre amato troppo per non restarne dolorosamente ferito. Amo le profondità di acque che non si trovano ovunque. Amerò sempre la semplicità di un tramonto in grado di rifiutare la banalità del giorno, E non mi perderò lungo questa rotta che ci conduce verso un'isola che non c'è. Sognerò molte lune ancora e ancora altri mondi. Ne respirerò le speranze e i profumi. 
Quando il mio guscio di noce riapproderà in porto, getterò l'ancora. Fisserò quel tempo che fu un futuro e divenne poi un presente, nell'archivio del mio passato. 
E dopo tutta questa tempesta il verbo tornerà all'infinito. Voce del verbo amare.




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