La luce delle parole conduce fuori da ogni notte, perché ci porta altrove. Non esiste dunque un dentro o un fuori da questo tunnel che è il nostro esistere. Viviamo in questo anfratto temporale che percepiamo come un immenso universo e l'Amore è il miraggio che tradisce lo sguardo, azzerando il nostro senso del tempo. Non c'è un traguardo per questo viaggio, solo il susseguirsi di stazioni assolate e di corridoi inzuppati di pioggia dove ci si consuma per nutrire altri viaggiatori. Siamo seme e terreno ad un tempo. Occorre dunque sorridere per somigliare agli umani? Certamente occorre non piangere per fingersi forti. Abbiamo un privilegio immenso che è quello di vedere attraverso cose e persone ciò che sostiene il peso del mondo. Tuttavia abbiamo un dovere improbo e spesso doloroso, in quanto accompagnato da un grandissimo senso di inadeguatezza, che è quello di essere degni di questo privilegio.
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lunedì 5 settembre 2016
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