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martedì 14 giugno 2016

I sentieri della notte

Apro gli occhi al buio e osservo un vuoto che conosco troppo bene. Realizzo che sono sveglio e che le paure non appartengono più ad un brutto sogno interrotto, ma alla mia realtà. Sono io e sono qui. Nuovamente solo con le mie chimere ed i miei demoni che ironizzano sul mio stato pietoso e la mia dolorosa inquietudine. Non esiste redenzione né salvezza. Solo illusione e sprazzo nella notte più assoluta che attraversiamo ciechi e ordinati, per imporci l'inconsapevolezza del fatto che non ci sarà un'alba. Da dove possono partire i miei passi lungo i sentieri di questa nuova indesiderabile notte?
Sento di dovermi alzare, di uscire all'aperto e prendere in mano i cocci di un vaso di fiori che avevo posto al piano più alto per dare luce e colore a questa periferia emotiva di cui turbava la regolarità delle linee di facciata. Così il vaso, dopo un colpo di vento avverso, che anziché scompigliare come dovrebbe, riordina, è precipitato nel vuoto e, dopo un impatto deflagrante, ha lasciato parti di sé sparse un po' ovunque. Il fiore è salvo e farà crescere le sue radici altrove. Il mio vaso è perduto. Il vento, intanto, prosegue il suo viaggio. Tutto è in ordine e risplende nella luce illusoria di una nuova giornata di sole. 









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