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martedì 7 giugno 2016

Invisibile

Sfioro con la mano lo specchio per avere certezza della sua presenza. Ciò che avverto è la sua consistenza fredda, solida e al tempo stesso fragile.
Lo osservo e il mio sguardo coglie sulla sua superficie ogni cosa che mi sta a fianco e anche ciò che percepisco essere dietro di me.
Appoggio una mano ancora e lo stupore è totale. Il mondo si riflette tutto in quello spazio, ma io non ci sono. Sono sveglio eppure il mio esistere è tutto racchiuso in me, in ciò che colgo e che vedo di qua dallo specchio. Nello specchio non appaio, risulto invisibile. 
E allora lo stupore lascia il posto alla rabbia che trova sfogo nel pugno che sferro dritto al vetro dove dovrebbero riflettersi i miei occhi. Il rumore è secco e una ragnatela di crepe si espande concentrica dal punto d'impatto sino alla cornice esterna.
Sulle nocche della mia mano fioriscono le rose di maggio e nel mio sguardo stupito resta il tiepido sole del mese precedente. Nei frammenti spezzati vedo finalmente la mia immagine, divisa in cento piccole parti. Non più uno. Resto invisibile nella mia completezza. La mia totalità è nelle nuvole in cielo.






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