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lunedì 20 giugno 2016

Il Fiore di Ibisco

Il mio strano museo ha chiuso le sue porte al mondo con il dolore sordo con cui si volta l'ultima pagina di un libro stupendo che dobbiamo restituire alla biblioteca del caos. 
Ora vago per i giardini senza tempo che circondano quell'edificio. Ciò che sono stato rimane chiuso per sempre là dentro, in quegli armadi, su quelle pagine, tra quei libri. Ciò che sono è scritto solo nei miei occhi. E non è la pioggia a riflettersi in me. E la mia intera vita.
Fuori da me stesso e dalla mia anima mi perdo ad osservare le foglie ed i fiori. 
Rinuncerò a chiunque, di questa umanità assente, non abbia poesia e follia nella propria anima. Non vale la pena, altrimenti.
Che scopo ha un fiore se non quello di generare bellezza? 
Dove rimane l'incanto e la voglia di vivere, se non nei giardini segreti che soffocano la cementificazione dell'anima? 
Sarò così la pioggia che cade incessante ad ogni stagione. Sarò la nuvola che arriva e il sole che brucia. Sarò le foglie degli alberi, che possono velare o proteggere. Sarò un ibisco reciso che non cesserà di portare colore nel grigiore dominante della razionalità speculativa di un'umanità senza più parole.  


Jean Cocteau - Le Testament d'Orphéè

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