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giovedì 20 marzo 2014

Fondali sonori

Ogni angolo del mio museo contiene un insieme di percezioni che, per quanto ricreate e curate, non possono che essere una rappresentazione della vita reale che ci sta dietro... Ogni angolo possiede uno sguardo, un profumo, un sapore e un suono. Il suono è un elemento fondante dello scenario percettivo, infatti, osservare ad occhi chiusi permette di collocarsi nello spazio e nel tempo. Per questo tutto ciò che è collegato al suono ha un grandissimo impatto sul versante emozionale: permette di definire qualcosa di indefinito con un linguaggio universale e, per associazione, funziona da marcatempo per la propria vita. Le campane punteggiate dalle grida lontane dei gabbiani e mescolate ai suoni di strada mi collocano a Roma senza aprire gli occhi... Il soffio metallico del metrò di Parigi in movimento è inconfondibile, così come ogni mappatura sonora che ci colloca in luoghi a noi familiari.
L'identificazione sonora ha accompagnato da sempre i miei giorni e mi ha spinto a sviluppare associazioni spazio-temporali tra la musica e la vita. Non essendo mai capace di accontentarmi di ciò che esisteva e trovavo "in natura", ho dovuto cominciare a sviluppare musica in prima persona.
Dalla chitarra e armonica delle mie scuole medie, al pianoforte delle scuole superiori, all'insieme d tutti gli strumenti e drum machines di quando i soldi dei primi lavoretti me lo permettevano. Il ragazzo che scriveva e cantava canzoni per arricchire il proprio scenario sonoro non ebbe però mai la volontà di uscire dal proprio guscio con le proprie 100 canzoni, ma sviluppò la necessità di trasmettere emozioni che nella musica non riuscivano a trovare il varco per uscire dalla soglia del proprio carattere introverso. 
Il verso scritto per una canzone si trasforma pian piano in poesia, la poesia in racconto, il racconto in un romanzo ed il romanzo in vita. Il fondale sonoro delle giornate di chi legge...

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