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mercoledì 2 aprile 2014

Le Ricreazioni Olfattive

C'è un luogo, nel mio museo, dove sono rinchiusi i ricordi più nitidi, magari non tutti importanti ma di certo tutti dai contorni ben definiti. Ogni cosa del passato può riemergere dalla memoria, estratta da uno o più dei nostri sensi. Nel mio caso i due sensi che agiscono a questo scopo sono in modo più limitato l'udito e, prevalentemente, l'olfatto.
In questa stanza ci sono pareti ricoperte di flaconi contenenti gli aromi di istanti passati. Ad ogni flacone corrisponde un momento definito e distinto della mia vita e ad aprirlo, come da una lampada magica, riaffiora il ricordo.
Vedo così il flacone con un'etichetta color lavanda: "Maussane Les Alpilles luglio 95". Aprendolo, ne uscirebbe l'aroma acre di fieno tagliato, che mi proietterebbe a quell'inizio d'estate torrido di tanti anni fa, sui "pradons" delle Bouches du Rhone. Inconfondibile quanto l'odore acre delle corde intrecciate con cui era fatta la stuoia nella sala dalle pareti di pietra di quel Mas Prouvençal in cui trascorsi notti insonni a guardare le stelle e ad ascoltare il gracidare di rane e rospi. Erano voci. Oggi sono profumi.
Un secondo flacone reca una scritta sull'etichetta verde.
Aprendolo, mi pervaderebbe una fragranza di bosco speziato. Mi troverei proiettato nei miei 15 anni, in una sera di luglio del 1980. Attorno a me le montagne della Val di Fassa immerse nel buio della notte fresca, di fronte a me una ragazza dai capelli color rame, dagli occhi verdi illuminati anche al buio. In quel profumo saprebbe restituirmi il sapore delle labbra di quella ragazza, quelle del mio primo bacio. Sul comodino della mia camera d'hotel campeggiava il flacone di quel profumo dalla scritta verde sull'etichetta.
Così da un altro flacone uscirebbe un aroma di legna e di fuoco che mi porterebbe alla lavanderia della casa di mia nonna, quando nel grande paiolo di rame venivano bolliti i vasi delle conserve. Ritroverei le voci di quelle giornate, vive come allora, anche se tanti di quelli allora presenti oggi non esistono più.

Un'infinità di flaconi sui miei scaffali raccolgono le chiavi di accesso al mio passato. Purtroppo, però, non sono io a decidere quando aprire questo o quel flacone. Sono gli stimoli sensoriali del mondo esterno che aprono di volta in volta una pagina differente nel mio archivio e restituiscono le mie mappe interiori. Il mio solo compito è quello di avere sempre uno scaffale disponibile, con nuovi flaconi pronti ad essere riempiti.



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