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mercoledì 17 giugno 2015

Giorno 3 - Un lugar para vivir

Per addormentarmi, questa sera, immagino la scintilla di pura follia che deve aver attraversato gli urbanisti di Valencia quando presero la decisione di cambiare faccia a questa città, circa trentacinque anni fa. 
Mi immagino le considerazioni: "C'è un Rio piuttosto squallido che chiude la città ad est, al punto che da quel lato, storicamente, la città non si è mai particolarmente sviluppata. Che ne facciamo?".  La risposta in visione modernista, vien da dire quasi futurista è stata semplice: "Via il fiume, lì faremo parchi e giardini per alcuni chilometri lungo l'alveo, i ponti rimarranno come testimonianza e per garantire che la viabilità non interferisca. Così facendo i giardini, per chilometri scorreranno sotto di essi non avendo soluzione di continuità. Ma questo percorso non può sfociare in mare come faceva il fiume. Chiuderemo il percorso con una vera e propria città dedicata alla scienza, allo sviluppo, alla cultura e alle nostre radici, che si piantano in mare". 
Così mi piace immaginare il concepimento di quel capolavoro architettonico ed urbanistico che ha cambiato faccia a Valencia e che ha reso questa città un posto di assoluto interesse per essere visitata e, soprattutto, un posto bellissimo in cui vivere. 
I chilometri di giardini sono diventati il cuore della città. Questa sera erano pieni di gente che vi trascorreva la fiine della propria giornata persa in tutte le tipiche attività che i parchi consentono: dalla corsa al riposo sui prati, dalla lettura ai baci rubati, dalle pedalati in bici, alle esibizioni degli skaters, senza dimenticare i musicisti solitari, i meditabondi e gli abbronzanti.
Una città viva, che alla fine del suo fiume di gente si accende con le architetture di Calatrava che concepisce degli edifici destinati ad essere storia dell'architettura. Lo scheletro di del Museo della Scienza, l'occhio adagiato sull'acqua dell?Emispheric, Il tulipano del Palazzo della Cultura e l'imponente busta blu mare dell'Agorà sono diventati il simbolo della città nel mondo. E poco oltre, il Museo Oceanografico apre la porta al Mediterraneo che rimane a due passi da lì.
Tutto un quartiere moderno, attivo e brulicante si è sviluppato al di là del fiume. L'impressione che se ne trae è che Valencia sia un luogo dove non si è trascorso abbastanza tempo e che valga la pena ritornarnci.
Il centro storico poi è un piccolo salotto. Con la cattedrale (la Seu) che scandisce con i suoi rintocchi inconfondibili, bassi e rochi. Mai sentito nulla di simile altrove.
Me ne andrò da qui domani con l'idea che questo sia veramente "un lugar para vivir".

Domani si va a Barcelona.

Profumo del giorno: lo zafferano dominante
Colore del giorno: l'azzurro, nel cielo e nelle acque
Sapore del giorno: Paella, paella e ancora paella. Alla valenciana (con pollo e coniglio) o con seppie e cavolfiore.
Suono del giorno: I rintocchi rochi della campana della cattedrale 
Tocco del giorno: la consistenze dei percorsi sui legni nel museo della scienza.

L'emispheric


Citazione di Aristotele


Il nuovo quastiere visto dal museo delle scienze


Panoramica parziale



Il nuovo quartiere di là dal fiume.


Paella con seppie e cavolfiore


Paella alla valenciana


Particolare della cattedrale








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