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venerdì 19 giugno 2015

Giorno 5 - Un pazzo visionario: Gaudì a Barcelona

Trentuno anni. Alla "veneranda" età di trentuno anni il più che promettente architetto Andoni Gaudì riceve l'incarico per il cantiere del tempio dedicato alla Sagrada Familia. Casa Batllò e Casa Milà sono molto di là da venire. Eppure lui prende questo incarico, completa la cripta in un anno, disfa tutto il progetto di cattedrale neogotica classica elaborato dall'architetto che lo aveva preceduto e fa un progetto tutto suo, modernista, visionario, pazzesco, perchè prevede già da subito la totale impossibilità del suo completamento prima della fine della sua vita. Il suo nome rimarrà per sempre, mentre molto meno si ricorderanno le menti altrettanto aperte ed illuminate che ebbero il coraggio e la sfrontatezza di sposare quel progetto folle fatto da un giovane. Vero che Gaudì non era un professionista qualunque a soli trentuno anni, e lo testimoniano le parole del professore che lo laurea il giorno del conseguimento del suo titolo accademico; "Non so se oggi abbiamo laureato un genio o un pazzo".
Pazzia. La capacità di guardare ciò che gli altri non vedono viene scambiata per pazzia, ma non è altro che l'attitudine di un genio. Un genio che segue la scuola del liberty ma va oltre, osserva la natura e ne riproduce i modelli nelle sue costruzioni. Le colonne diventano tronchi d'albero, gli archi di sostegno alle volte si trasformano in rami di quel tronco. Le volte elissoidali diventano camini per la luce e alleggeriscono le strutture. Tutto è simbolico e tutto ha un fondamento tecnico profondo.
Mi chiedo quali opere architettoniche di tale livello siano nate in Italia da fine ottocento ad oggi... e quante di queste furono pensate e dirette in cantiere da un ragazzo di trent'anni che vivrà la sua professione come una vera e propria espressione artistica. Se fosse nato in Italia ai giorni nostri Gaudì non avrebbe potuto riceve alcun incarico pubblico. Non avrebbe avuto i requisiti di esperienza. Ma come si può innovare affidandosi solo all'esperienza? 
I lavori per il completamento della Sagrada Familia sono previsti per il 2026, a cento anni dalla sua morte. L'ora passa, il dolore si cancella, l'opera resta.
Giornata interamente dedicata al genio di Gaudì, talmente avanti sui tempi in cui visse da preoccuparsi di temi che sono di moda oggi, come la sostenibilità (molte decorazioni delle sue opere utilizzavano materiali riciclati), l'efficienza energetica (isolava le coperture già negli anni 20 del novecento creando intercapedini ventilate) e l'ergonomia (i mobili e le maniglie per porte e finestre da lui create anticipano il tema di parecchi decenni). 
La sua genialità non ha creato un vero e proprio movimento di massa, perchè l'estrema personalizzazione delle sue opere rendevano impensabile una riproduzione seriale in larga scala. Ogni sua opera è unica ed è un gioiello, estetico e funzionale. E vederle coi miei occhi, oggi, è stato un grande privilegio ed un'emozione.

Domani dal tempio sacro al tempio pagano: il Nou Camp. Mes que un club!

Profumo del giorno: 
Colore del giorno: Azzurro-verde-rosso-giallo. I colori delle vetrate della Sagrada Familia e delle fontane illuminate a Plaza de Catalunya.
Sapore del giorno: il "gazpacho" di ananas delle tapas al Bruc33.
Suono del giorno: sentire la lingua catalana e sentirsi più vicini alle proprie radici. Veniamo dalla lingua d'Oc.
Tocco del giorno: la morbidezza delle curve dei mobili disegnati da Gaudì.


Vetrate nella navata laterale della Sagrada Familia


Vetrate policrome


Facciata della natività della Sagrada Familia


Casa Batllò: vetrata del salotto dell'appartamento al primo piano


Visione d'insieme di Casa Milà (la Pedrera)


I comignoli sul terrazzo di Casa Milà











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