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giovedì 18 giugno 2015

Giorno 4 - Gotico soleggiato.

Viaggiare è fatica. Conoscere è fatica. Vivere, in generale, richiede tanta fatica, ma ogni fatica, piccola o grande che riusciamo a spendere per conoscere, vedere, scoprire e studiare è una conquista e ci rende persone migliori, perchè la sola abilità che ci può distinguere dagli altri è ciò che sappiamo ed il bagaglio della nostra esperienza. E ciò che ci può rendere davvero migliori è saper condividere le nostre esperienze.

Oggi sono arrivato a fine giornata con addosso tanta fatica, ma con la consapevolezza di aver messo un altro bel mattone nella mia personale costruzione. Erano anni che volevo venire a Barcellona e che per una serie di impedimenti di varia natura non ero riuscito nel mio intento. Questa volta ho avuto la forza di fare tutto. Già, questa volta è tutto diverso da ogni altra. E non posso non pensare a Daniel, il personaggio del mio primo romanzo che organizza il viaggio sino a Barcellona con l'amica Aurelia. Ma quella è un'altra storia.

Ho lasciato la spiaggia della Malvarosa coi suoi interminabili filari di palme e con la sensazione che con Valencia sia nato qualcosa, una sintonia, un dialogo che ho aperto anche altrove (penso a Strasburgo, ad esempio) e che meriti un ritorno.

Chilometri di autopistas nel deserto del territorio della Comunitat Valenciana per risalire verso la più verdeggiante Catalogna. 
L'arrivo a Barcelona è stato identico all'arrivo in ogni altra metropoli. Caos. Traffico. Clacson. Moto che ti sfrecciano a destra e sinistra a un centimetro dalla carrozzeria. Corsie preferenziali incomprensibili e svolte a destra dovendo dare la precedenza a queste corsie per i taxi giallo-neri ancora più alla tua destra. Niente male come incubo per uno che aveva sonno già un'ora prima di arrivare in città.

Parcheggiata miracolosamente l'auto nel garage dell'hotel e ripresi i sensi mi sono buttato nella città. Subito Plaza de Catalunya per ritirare i pass per i mezzi e arriva immediata la sensazione di spazi enormi superaffollati. Per attraversare diagonalmente la piazza ci vogliono quindici minuti. Per girarne il perimetro anche il doppio. 

Tutte le grandi città ormai hanno gli stessi negozi e bisogna cercare in zone meno centrali per trovare qualcosa di più specificamente caratteristico, di più tipicamente locale. Quel qualcosa per cui hai deciso di mettere alle tue spalle tanti chilometri. Sconcerto negli occhi di mia figlia che vede tutti gli stessi negozi che sono da noi in centro o nei centri commerciali. Si chiama globalizzazione, ma nasconde una insopportabile omologazione.

Per trovare particolarità e tipicità ci si sposta al Barrio Gotico e nella zona della Cattedrale. 
Stupefacente la Seu, un architettura gotica così poco grigia. Nella luce del sole tutto appare dorato, da fuori, e quando entri tutto è davvero dorato. Tanta pittura e scultura barocca e qualche tavola ancora medievale, anche questa dorata. Stupendo il chiostro con le oche a stanazzare e una fontanella con l'acqua potabile per dissetarsi.

Tutto il Gotico in questa luce mediterranea assume un tono molto diverso da quello grigio e austero del nord della Francia e del centro europa. 

Le strade di Barça, affollate allo sfinimento mi accompagnano verso la serata in cui l'aria, decisamente più fresca, della sera mi ritempra un po'. Domani si riparte con Gaudì.

Profumo del giorno: incenso e pietre antiche della Catedral
Colore del giorno: oro. Nel sole sulle pietre del Gotico e nelle decorazioni della Catedral
Sapore del giorno: Il mango che mi ha ridato un po' di zuccheri alle 7 di sera lungo la Rambla e la Tempura di gamberi in salsa agrodolce, sulla Gran VIa.
Suono del giorno: Il brusio delle voci dei fiumi di persone a Plaza Catalunya e sulla Rambla
Tocco del giorno: l'acqua fresca nelle mani, alla fontana del chiostro della Catedral




La facciata della Catedral


La navata laterale destra


La cupola 


Edificio storico in Santa Maria del Pì

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