I Temi

Le Pagine

mercoledì 21 maggio 2014

Elogio dell'imperfezione.

Cammino per le strade di Roma perfettamente a mio agio. Questa città contiene di tutto e dunque non è difficile specchiarsi in qualcosa che ci somigli. Io mi rivedo nel senso di imperfezione che aleggia ovunque, da queste parti. Tutto potrebbe essere meglio ma non lo è. Anch'io sento di poter essere migliore di quanto non riesca ad esprimere ogni giorno, dunque mi ritrovo completamente in questi luoghi. Vivo da sempre nella sensazione che mi resti da fare qualcosa che non riesco a finire, per mancanza di tempo o di forze. Il mio essere imperfetto è sempre stato uno stimolo per cercare in me qualcosa di meglio dandomi degli obiettivi che sconfiggessero la grande noia che il Caos provoca. A volte, però, si è anche trasformato in uno stato di understatement delle mie possibilità, che mi ha portato alla paralisi dell'iniziativa, restando in balìa del necessario quotidiano. Alla percezione di questa sensazione ho sempre reagito ed in queste circostanze ho avuto le mie soddisfazioni migliori. Se fossi stato perfetto probabilmente non avrei visto nulla di questo mondo.
Non sempre per toccare il cielo bisogna salire sul tetto, tante volte basta aprire una finestra al piano in cui ci si trova. Il cielo, si sa, arriva sino a terra e respirando quell'aria e cogliendo quella luce si acquisisce la forza per salire nuovi gradini o per imporre a sé stessi un cambiamento. L'unica cosa che deve davvero spaventarci è l'impossibilità di migliorare noi stessi.



Nessun commento: